Tra le sei liste a sostegno della candidatura di Eugenio Giani a presidente della Regione Toscana vi è Sinistra Civica Ecologista, una formazione composta da tre anime: Articolo Uno, nata da una scissione del PD durante la segreteria Renzi, una parte di Sinistra Italiana e una componente che riunisce varie realtà civiche toscane. A rappresentare la Valtiberina nella circoscrizione di Arezzo ci sarà il biturgense Egildo Magrini. Militante sindacale e politico di lunga data, nonché uno degli elementi di punta di Articolo Uno nella vallata, Magrini è stato ospite di TeverePost per parlare delle prossime elezioni.
La coalizione che candida Giani si pone in piena continuità con l’attuale Giunta di centrosinistra oppure ci sono elementi di differenza?
Qui non è come in Emilia-Romagna, dove Bonaccini si presentava per il secondo mandato e quindi lo scenario era più semplice. Ci troviamo al cambio del presidente, con Rossi e Giani che sono due figure molto diverse: noi sappiamo che Giani è molto centrista, pertanto a nostro avviso conteranno molto i risultati elettorali.
Pensate quindi che un buon risultato di lista possa spostare più a sinistra l’asse di una coalizione che altrimenti rischia di essere troppo moderata?
Intanto dovremo vincere le elezioni, perché in caso contrario il discorso è presto fatto. Ma poi conterà molto il peso delle liste in termini di risultati, ed ecco lo spirito della nostra lista e del nostro impegno. Il programma della coalizione è dentro i canali del centrosinistra, però sono convinto che per uscire bene da queste elezioni sarà importante che la lista a cui appartengo porti a casa un buon risultato, potendo così magari pretendere la vicepresidenza.
Quali sono i temi che vi stanno più a cuore?
I temi stanno nelle tre parole che formano il nome della nostra lista. “Sinistra”, non la inventiamo oggi, quindi il valore della solidarietà, del lavoro e di un lavoro tutelato. Questa è la base fondamentale, a cui aggiungiamo che dobbiamo puntare a investimenti che modifichino il lavoro in termini di qualità e di rispetto ambientale. C’è da fare questo grosso salto. In Valtiberina abbiamo la fortuna che negli anni settanta fu scelta l’agroindustria, però anche in Toscana ci sono situazioni difficili di comprensori dove è presente un’industria fortemente inquinante. “Civica”, cioè tutto ciò di cui ha bisogno il cittadino, i servizi. Partiamo dai rifiuti, con il no all’inceneritore: c’è, usiamolo, ma sempre meno e non sempre più. E l’acqua pubblica, finalmente, perché questa è la legislatura che deve vedere la fine degli errori fatti tanti anni, la legislatura che deve dare la svolta, perciò il ritorno al pubblico va fatto in questi cinque anni. Questo si collega anche alla terza parte del nome, “Ecologista”, visto che l’ecologia oggi è il problema del mondo. Nel nostro programma si mette al centro anche il treno, un piano di ferrovia che sia puntuale. Ecco, cogliamo l’occasione per rilanciare il progetto di ferrovia adriatico e l’Alta Velocità ad Arezzo passando per la Valtiberina, che arricchirebbe questo comprensorio di un punto di riferimento non indifferente. Un altro aspetto: noi siamo una vallata a preminenza montana, bisogna fare interventi perché la gente rimanga nei borghi e nelle frazioni montane, che significa mantenere l’ambiente, il territorio, i nostri monti. Le Comunità Montane sono state carrozzoni, però un pregio lo hanno avuto, che i loro operai forestali hanno salvaguardato i boschi della Toscana, hanno fatto manutenzione, hanno fatto un importante servizio antincendio. Quindi dobbiamo puntare sulla salvaguardia del patrimonio boschivo e montano.
La lista ha una posizione sul referendum costituzionale, che si intreccia alla campagna elettorale per le regionali?
Articolo Uno un mese fa ha dichiarato di lasciare libertà di voto, ma la libertà di voto secondo me può valere su temi etici o religiosi, non su una questione come questa. In altre circoscrizioni la nostra lista ha già preso posizione per il no, noi ci incontreremo nei prossimi giorni e credo che faremo la stessa cosa. Io capisco l’imbarazzo di Bersani e Zingaretti che al momento della formazione del Governo hanno accettato la riduzione dei parlamentari in un progetto di revisione complessiva che fornisse dei contrappesi, a partire dalla legge elettorale. Invece non è andato avanti niente, quindi io mi schiero per il no, ma so che anche la stragrande maggioranza degli altri della lista hanno la stessa opinione.