Economia circolare e città intelligenti, nascono i mestieri del futuro

La coordinatrice di ITS Energia e Ambiente a TeverePost: “Le imprese ricercano nuove competenze, grandi opportunità per i ragazzi da una formazione specialistica tecnico-pratica costruita insieme alle aziende. Valtiberina territorio vivo e ricco di potenzialità”

La coordinatrice di ITS Energia e Ambiente Teresa Basilico

Energia e ambiente costituiscono oggi un connubio diventato imprescindibile, su cui si trovano a dover puntare tutte quelle aziende che intendono rispondere competitivamente alle sfide del presente e del futuro. Di conseguenza si tratta anche di un settore in cui si aprono occasioni lavorative sempre crescenti per i giovani. TeverePost ha affrontato nel dettaglio l’argomento in compagnia di Teresa Basilico, coordinatrice di un ITS centrato specificamente su questo ambito.

Per prima cosa chiariamo al lettore cosa sono gli ITS.

Gli Istituti Tecnici Superiori sono scuole di specializzazione post-diploma riconosciute dal Ministero, e propongono un modello di formazione molto innovativo perché strettamente legato al mondo delle imprese. Sono nati da una decina di anni per rispondere a un bisogno delle imprese in termini di competenze tecniche e tecnologiche, e favoriscono l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Riguardano i settori strategici per lo sviluppo della competitività dei territori e dei sistemi produttivi e sono strutturati come Fondazioni di partecipazione. La parte principale è quella espressa dalle imprese, ma c’è un forte dialogo con le scuole, con le agenzie formative, le Università, e con i sistemi e gli enti locali territoriali come Comuni e Province. Nel nostro ITS Energia e Ambiente, che ha sede a Colle Val d’Elsa e Arezzo, le aziende che fanno parte della Fondazione sono Estra, che ne esprime la presidenza da due anni e che ha dato un fortissimo impulso alla crescita di questo Istituto, mettendo al centro le imprese e i loro bisogni, ABB Power One, Enel Green Power, Alia, Enel, Sei Toscana, Sienambiente, Aisa Impianti e molte altre tra cui Piccini Paolo Spa.

Cosa fa un’azienda in ITS?

Esprime il bisogno della competenza, contribuisce alla progettazione dei percorsi e anche alla loro realizzazione, perché si mette in gioco insegnando nei moduli ai nostri giovani per poi arrivare a una fase di tirocinio, che nell’ITS è prevalente, in cui l’azienda può ulteriormente formare lo studente in senso specialistico. Il percorso dura due anni di formazione tecnico-pratica, ovvero un anno e qualche mese nel luogo didattico e sette-otto mesi in azienda. Di fatto l’azienda forma da sé lo studente, e quindi è un grandissimo vantaggio per le imprese ma è un’enorme opportunità per un giovane, perché aderisce a un percorso che sfocia quasi automaticamente in un lavoro. Che non è un lavoro qualsiasi, ma è un lavoro qualificato. Abbiamo un obiettivo di placement entro un anno, e chi magari non trova la sua vocazione immediata nell’azienda dove ha fatto il tirocinio viene comunque seguito e accompagnato in altre alternative. Comunque se fai un corso ITS Energia e Ambiente e poi non lavori nel settore probabilmente è perché hai scelto di fare altre cose: qualcuno per esempio si appassiona al tema e va ad approfondirlo all’università.

Dei tirocini va detto che si possono fare anche all’estero: siamo nel circuito Erasmus come le università, quindi la parte in azienda può essere svolta in un altro Paese europeo. Fare il tirocinio in Italia consente di farsi conoscere direttamente dall’azienda, mentre farlo all’estero permette di rientrare con un curriculum molto attrattivo, perché tecnici specializzati con padronanza linguistica sono rarissimi.

Quali requisiti sono richiesti a uno studente?

Per iscriversi basta avere un qualsiasi diploma, che è il requisito formale. Si parla di sistemi energetici, di professioni tecniche, ma questo non significa che occorra un diploma tecnico, perché i requisiti veri sono la passione, la propensione a lavorare in questo sistema o comunque la curiosità di conoscere, di mettersi in gioco. Anche perché un ITS non è mai uguale a un altro, un percorso fatto l’anno scorso non sarà mai uguale a quello che portiamo avanti quest’anno: innanzitutto il taglio e le declinazioni che danno le aziende sono diversi, poi i progetti che vengono messi in campo con gli studenti cambiano in base a quello su cui l’azienda sta lavorando in quel dato momento.

Alla fine del percorso si ottiene un attestato?

Sì, c’è un esame di qualifica finale a cui accede chi ha seguito positivamente tutto il percorso dei due anni, conseguendo i punteggi necessari nei vari moduli intermedi, con un obbligo di presenza dell’80%. Si ottiene un titolo legale rilasciato dal Ministero dell’istruzione e università, un quinto livello del framework europeo che si colloca tra una laurea e un diploma. In quest’ottica ha fatto scuola il modello tedesco: in Italia non solo non c’era il quinto livello europeo, ma non c’erano queste scuole tecnico-pratico di specializzazione, che sono nate sul modello delle fachschule tedesche che esistono da oltre cento anni. Sono il principale segmento di istruzione in altri Paesi e collocano subito i giovani al lavoro, sono un serbatoio di competenze.

Cerimonia di consegna dei diplomi ad Arezzo nel maggio 2019

L’accesso è costoso per lo studente?

No, è gratuito, questo è importantissimo. Un percorso ITS è molto costoso nella sua erogazione, perché prevede dispositivi altamente tecnologici che sono messi a disposizione degli studenti, notebook per lavorare su programmi specialistici per le diagnosi energetiche, e poi l’Istituto ha una dotazione laboratoriale importante. Ma per i ragazzi è gratuito, perché c’è una compartecipazione di fondi: in parte dalla Regione Toscana, con il Fondo sociale europeo per formazione e occupazione, in parte dal Miur e un’altra parte dalle aziende. Le aziende ci credono così tanto che sono disposte a investire nella formazione dei giovani, e negli ultimi tempi, nonostante le crisi, hanno aumentato i fondi perché gli ITS funzionano, abbiamo il 90% di occupazione coerente. La domanda delle competenze del nostro ITS è in aumento, abbiamo avuto periodi in cui non avevamo un numero sufficiente di studenti per soddisfare il fabbisogno aziendale, tanto che la tendenza è quella di andare verso l’aumento del numero di questi corsi e degli studenti. Abbiamo anche innalzato il numero di partecipanti a ogni corso da 20 a 25, ma non di più perché viene fatto un lavoro fortemente personalizzato. È una formazione di nicchia ma questa è la sua valenza.

Il bisogno c’è, ormai i sistemi energetici e ambientali, la sostenibilità in genere, sono la soluzione alla competitività di un sistema imprenditoriale, quindi è evidente che questo tema sta prendendo davvero molto piede. Nell’arco di pochissimi anni nascerà una quantità di mestieri, professioni e richiesta di competenze nuova, in un contesto fortemente digitalizzato, fatto di sistemi di automazione, domotica, controllo dei consumi energetici. E questo è proprio il mondo del nostro ITS.

Gli studenti dell’ITS durante una lezione in cantiere

Quali corsi sono attivi?

Le aree che noi copriamo riguardano energia e ambiente in ambito impiantistico industriale e in ambito civile, quindi edilizia sostenibile, edifici a impatto zero, emissioni zero, progettazione Bim e così via. Negli ultimi due anni abbiamo aperto un percorso prettamente ambientale, che riguarda prevalentemente la produzione di energia da tutte le fonti rinnovabili, dal ciclo dei rifiuti, dalle acque reflue, fino ai sistemi di biodigestione. Oltre questo abbiamo attualmente altri due corsi più improntati sui sistemi di risparmio ed efficientamento energetico e su tutta una serie di soluzioni a basso impatto ambientale che vanno verso le smart city, le città intelligenti. Quindi il nostro focus è l’energia applicata verso un sistema di economia circolare, riuso, rigenerazione delle rinnovabili e verso l’ottimizzazione dei consumi nell’ottica della città intelligente. Il corso sull’economia circolare è a Colle Val d’Elsa, quelli sulle smart city sono uno ad Arezzo e un altro è in programma a Firenze, a grande richiesta perché il tema del risparmio energetico è ormai molto sentito dalle aziende.

Qual è la richiesta di questi corsi da parte dei ragazzi?

Si tratta ancora di una soluzione poco conosciuta, per questo ci stiamo impegnando a fare più comunicazione e più attività di orientamento. Da quest’anno abbiamo grande supporto da parte del Ministero, dopo che in questi dieci anni non c’è stata una grande campagna promozionale, lasciata ai singoli territori. Invece è indispensabile fare una campagna per orientare i giovani verso le professioni tecnico-pratiche dell’energia e l’ambiente e di pari fare promozione. Negli ultimi due anni abbiamo rafforzato il dialogo con il sistema scolastico affinché i giovani diplomandi, ma già fin dalle classi terze e quarte, possano conoscere questa terza opportunità: c’è il lavoro, c’è l’università, ma si deve sapere che c’è anche l’ITS. E al tempo stesso è necessario fare promozione, che facciamo con le aziende, i media, i social. Negli ultimi due anni abbiamo avuto un incremento, però dobbiamo andare avanti, c’è molto margine su cui si può ancora lavorare.

Che rapporto c’è tra ITS e il territorio della Valtiberina?

In Valtiberina collaboriamo proficuamente con aziende come Piccini Paolo Spa, che rientrano proprio nel nostro focus. L’azienda è entrata nella Fondazione nell’ultimo anno e questo ingresso è stato molto importante perché tra gli obiettivi di sviluppo dell’ITS c’è quello di arrivare a coprire tutto il territorio regionale, per rispondere all’intero fabbisogno dal punto di vista delle imprese, ma anche per valorizzare e dare ai giovani delle opportunità in tutti i territori. La Valtiberina è un territorio virtuoso, vivo, fatto di molte imprese di qualità, quindi si tratta di un’area con un potenziale incredibile da mettere a frutto in una collaborazione con ITS. Anche perché il nostro focus centrale sono le aziende che si occupano di energia e ambiente, ma non solo, visto che ormai il tema della sostenibilità è trasversale a tutti. Inoltre stiamo lavorando con il liceo Città di Piero e l’istituto Giovagnoli-Buitoni, con cui stiamo mettendo in campo una serie di iniziative di orientamento. Purtroppo questa fase di emergenza sanitaria ci ha un po’ frenato, perché noi facciamo un programma per partire da gennaio-febbraio con un tour nelle scuole a presentare chi siamo. Con il blocco dovuto al Covid tutto si è fermato, ma ora stiamo ricalendarizzando le date per poter portare avanti questo percorso.

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