“E78, revisione progettuale della parte aretina in fase avanzata”

Lo ha detto l'ingegner Cardinali nell'incontro organizzato dal M5S sulle infrastrutture: “3Bis, da irresponsabili un altro inverno senza il ripristino”. Il punto della situazione anche su ferrovie e ciclopiste

Un'immagine dell'iniziativa online di lunedì pomeriggio

Infrastrutture al centro di un incontro pubblico online organizzato dal Movimento 5 Stelle di Sansepolcro nell’ambito del ciclo di iniziative “Borgodomani”. Tra gli ospiti dell’appuntamento di lunedì pomeriggio Giovanni Cardinali, ex ingegnere capo della provincia di Arezzo, insieme ad esponenti della forza politica pentastellata: il senatore Mauro Coltorti e i consiglieri regionali della Toscana Irene Galletti e dell’Umbria Thomas De Luca. A coordinare il dibattito la portavoce biturgense del M5S Catia Giorni. I relatori hanno esaminato lo stato dell’arte per quanto riguarda le strade E78, E45 e 3Bis, i collegamenti ferroviari e le ciclopiste.

Coltorti: “E78, tutte le condizioni per andare avanti”

Relativamente alla SGC E78 Fano-Grosseto, il senatore Coltorti ha sottolineato che “recentemente il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha avallato l’apertura della galleria della Guinza, che dovrà essere adeguata a un unico senso di marcia dalle Marche verso l’Umbria”. Direzione scelta, ha detto Coltorti, “perché se si incentivasse il traffico verso le Marche si incrementerebbero dei problemi di viabilità locale già abbastanza vistosi”. Il senatore ha inoltre ricordato il provvedimento governativo che ha commissariato l’arteria per accelerarne il completamento. Sui tempi, Coltorti ha precisato che “avrei avuto piacere di vedere l’opera completarsi in questa legislatura, comunque ci sono tutte le condizioni per andare avanti”.

Cardinali: “E78, revisione progettuale della parte aretina in fase avanzata, dato molto positivo”

Sul tema è entrato maggiormente nel dettaglio l’ingegner Cardinali, che ha parlato della E78 come di “una realtà in continua evoluzione, soprattutto dopo la legge di bilancio 2016, che portò ad attivare appalti in provincia di Siena e Arezzo che ritardavano da anni. Successivamente – ha aggiunto Cardinali – nel 2017, con il Piano generale dei trasporti e della logistica, si è consolidata l’importanza della Grosseto-Fano e oggi è commissariato tutto il tratto di 84 chilometri ancora da completare, suddiviso in 17 lotti per un miliardo e 707 milioni di euro, uno degli investimenti più importanti tra le 58 opere commissariate di cui fa parte la Grosseto-Fano”.

Cardinali ha ricordato anche la propria esperienza personale relativamente alla Due Mari: “Ho seguito dal 1983-84 la progettazione dei tratti in provincia di Arezzo e mi sono trovato sempre in una situazione collaborativa con le Marche e con la provincia di Pesaro-Urbino, mentre mi sono trovato sempre in difficoltà con l’Umbria. Per fortuna – ha aggiunto – nel 2010 fu stabilito l’itinerario definitivo e lo studio di fattibilità anche nella parte umbra. Oggi quindi non esistono problemi di tracciato e sono a disposizione progetti in corso di revisione”. A questo proposito Cardinali ha ricordato che “per la parte aretina sono in gioco circa 900 milioni di euro”, e nello specifico “poco più di 300 per il nodo di Olmo con il sormonto della linea ferroviaria Firenze-Roma, circa 100 per il tratto Arezzo-Palazzo del Pero e altri 400 per il tratto tra Le Ville di Monterchi e l’innesto con la E45”. Cardinali ha precisato che “per la parte aretina la revisione progettuale è in fase piuttosto avanzata e che il Responsabile unico del procedimento ritiene che si possa andare in conferenza dei servizi entro la fine dell’anno. Si tratta di un dato molto positivo che premia chi si è impegnato nel passato”.

E45, molti cantieri significa che siamo in fase operativa”

Cardinali ha poi toccato l’argomento E45, sottolineato che “non parliamo più di autostrada Orte-Venezia, che sarebbe costata 10 miliardi di euro, ma della riqualificazione e del recupero della manutenzione straordinaria e ordinaria pregressa della Orte-Ravenna, per cui nel contratto di programma 2016-2020 risultano finanziamenti per un miliardo e 445 milioni di euro”. Relativamente alla Valtiberina, Cardinali ha specificato che “in questo momento sono in corso cantieri in nove tratti per oltre 30 milioni di euro, quindi è in attuazione quanto era previsto dal contratto di programma. Non c’è da lamentarsi se ci sono tutti questi cantieri – ha precisato – perché significa che siamo in una fase operativa. Semmai c’è da domandarsi perché alcuni cantieri procedano molto lentamente”, ha aggiunto facendo riferimento in particolare ai viadotti Puleto e Tevere IV: “non ci sono problemi di autorizzazioni di nessun genere, probabilmente ci sono invece problemi con le imprese riguardo a una ricontrattualizzazione dei tempi e a verifiche da fare per imprevisti in corso d’opera. Però l’appalto è stato aggiudicato e sono stati consegnati i lavori”.

3Bis, da irresponsabili un altro inverno senza viabilità alternativa”

Cardinali ha inoltre affrontato quello che ha definito “il problema del ripristino della vecchia arteria SS 3Bis da Valsavignone a Canili, interrotta dal 1999. Se sulla Orte-Ravenna c’è un’interruzione non esiste un’alternativa per poter andare da Pieve Santo Stefano a Valsavignone. La 3Bis – ha ricordato Cardinali – è attualmente strada comunale ma è stato chiesto di renderla di nuovo statale perché strategicamente importante come unica alternativa alla Orte-Ravenna. È stata finanziata per due milioni e 600mila euro che non sono sufficienti, bastano solo per un chilometro mentre per tutti i 4 chilometri occorrono oltre 10 milioni di euro. Vi prego – ha detto Cardinali rivolgendosi ai politici presenti – di presentare un’interrogazione parlamentare su questo argomento perché passare un altro inverno senza una viabilità alternativa tra Canili e Valsavignone è veramente da irresponsabili”.

Ferrovia, finanziare progetti di fattibilità”

Mentre su E78 ed E45 siamo di fronte a prospettive apparentemente incoraggianti, sulla questione treni Cardinali ha parlato di “un arretramento nella pianificazione nazionale, che ha escluso la Ferrovia orientale Arezzo-Sansepolcro-Rimini-Ravenna che era stata inserita nel Piano generale dei trasporti del 2001. Mi fa piacere – ha però aggiunto l’ingegnere – che si parli di Arezzo-Sansepolcro-Sulmona come linea per la aree interne appenniniche, che fra l’altro sono quelle che hanno più bisogno di infrastrutture per garantire un certo tipo di economia circolare”. Sulla questione “resta la situazione particolare della regione Umbria, che ha le priorità della Perugia-Terontola e della Orte Falconara, mentre l’unica ferrovia rimasta come un troncone è quella che si ferma a Sansepolcro, con tutti i limiti di una ferrovia a binario unico che passa attraverso i centri abitati e andrebbe riprogettata”. Secondo Cardinali “la regione Umbria, d’accordo con la Toscana, dovrebbe recuperare il raccordo fra Arezzo e Sansepolcro nella pianificazione nazionale, e poi andrebbe definito bene dove proseguire da Sansepolcro e nello stesso tempo si dovrebbero finanziare progetti di fattibilità tecnico-economica. Costano molto – ha puntualizzato Cardinali – per esempio il collegamento Arezzo-Sansepolcro con i costi standard per le ferrovie ad alta capacità verrebbe a costare 550 milioni, e la progettazione di fattibilità andrebbe oltre i 3 milioni di euro. Intanto finanziamo questa – ha esortato l’ingegnere – perché nel 1994 uno studio di fattibilità commissionato dall’Umbria dichiarò non economicamente conveniente il collegamento della Fcu con Arezzo, ma se si parla di una ferrovia pianificata a livello nazionale che riguarda le aree interne probabilmente questa valutazione è da rivedere”.

Infine, Cardinali ha accennato all’itinerario ciclabile che sfrutta la vecchia ferrovia Arezzo-Fossato di Vico, che “Toscana e Umbria hanno inserito nella propria pianificazione”, ricordando che “sono già in corso gli appalti di alcuni tratti, e in particolare quello tra Monterchi e Sansepolcro e quello fra Montecorona e Fossato di Vico”. L’ingegnere, che fa parte del tavolo tecnico del Ministero delle infrastrutture, ha colto anche l’occasione per ricordare che “la regione Umbria è l’unica insieme alla Valle d’Aosta a non essere interessata se non marginalmente dalle prime dieci ciclovie turistiche nazionali”.

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