Dpcm, dure reazioni dal mondo economico: “Anche in Valtiberina molte attività a rischio”

Il disappunto dei rappresentanti locali di Confcommercio e Confesercenti all'indomani del nuovo provvedimento del Governo. I ristoratori di Sansepolcro a Firenze il 28 ottobre

Giuseppe Conte nel suo intervento di domenica 25 ottobre

Delusione, disaccordo, amarezza. Anche in Valtiberina sono state queste le emozioni a caldo espresse dai diversi operatori locali del mondo dello sport, dello spettacolo, della ristorazione in seguito alla firma del nuovo Dpcm in vigore da oggi. Misure stringenti – come la chiusura di bar e ristoranti alle 18 o lo stop a palestre, piscine e teatri – proposte per il contenimento del contagio da coronavirus, ma che tuttavia penalizzeranno attività già duramente ferite nella prima fase dell’emergenza.

Proprio per questo non si sono fatte attendere le reazioni delle associazioni di categoria maggiormente coinvolte da queste ulteriori restrizioni che, attraverso i rispettivi rappresentanti, hanno espresso il proprio disappunto e le forti preoccupazioni per un cammino che appare sempre più in salita.

Il referente di Confcommercio Valtiberina Massimiliano Micelli non risparmia aspre critiche a “un Dpcm che si accanisce ingiustamente contro le imprese, anziché prendere provvedimenti incisivi sul buon funzionamento delle strutture e dei servizi pubblici, dal trasporto alla sanità. Il Governo” prosegue “si ostina a considerare gli imprenditori come “untori”, quando invece sono la forza del nostro Paese e, soprattutto, quando è certo che potrebbero essere individuati altrove i comportamenti realmente irresponsabili in questa lotta contro la pandemia.”

Micelli sottolinea inoltre come le scelte dell’Esecutivo non abbiano tenuto conto degli sforzi economici ed organizzativi messi in atto dalle attività in questi mesi, prospettando un futuro nero per l’economia nazionale e locale nel caso in cui lo Stato non riuscisse a garantire adeguata assistenza. “In questi mesi gli imprenditori si sono indebitati per mettere in sicurezza le aziende e farne dei luoghi sicuri, ed ora si vedono costretti a chiudere le proprie attività, oltretutto senza certezze su una riapertura: l’impatto sul tessuto commerciale sarà pesantissimo e coinvolgerà soltanto le attività commerciali ma tutta la filiera. Nell’immediato attendiamo ristori seri e veloci che possano dare un sostegno reale.

“Siamo consapevoli della gravità della situazione epidemiologica e coscienti della necessità di provvedimenti per abbassare la curva dei contagi – conclude – e chiediamo a tutti i cittadini di fare la massima attenzione e rispettare le norme prescritte: questa pandemia non si combatte chiudendo le imprese ma potenziando i servizi pubblici e facendo leva sul senso di responsabilità dei cittadini.”

Di accanimento ingiustificato ha parlato invece Matteo Tarducci, presidente di Confesercenti Valtiberina: “I bar, i ristoranti e gli altri luoghi di socialità sono diventati dei capri espiatori sui quali infierire. Un meccanismo che in realtà va avanti da anni, forse perché siamo la categoria più facile da colpire, e che oggi raggiunge forse il suo apice. Nel frattempo c’è stata scarsa pianificazione per risolvere problematiche arcinote come quelle dei trasporti e delle scuole, scegliendo di intraprendere la strada più facile per arginare l’emergenza. Con le altre associazioni cercheremo di fare quadrato per tutelare i nostri diritti.”

“Questa volta serviranno aiuti concreti e tempestivi, o sarà un disastro. Spero vivamente che i danni alle imprese possano essere inferiori rispetto alle stime.” aggiunge Tarducci facendo sue le parole del direttore provinciale Mario Checcaglini, che in una nota diffusa da Confesercenti Arezzo spiega che “a livello provinciale, ci sarà una perdita di 110 milioni di consumi delle famiglie e ben 400 imprese non ce la faranno a riaprire la saracinesca. Una proiezione allarmante e conseguenza di un provvedimento sbagliato.”

In un altro comunicato trasmesso ieri pomeriggio alla stampa, infine, la presidente del Centro Commerciale Naturale di Sansepolcro Sonia Fortunato ha annunciato che i bar e ristoratori della città di Piero aderiranno alla manifestazione di protesta di Confcommercio che si svolgerà a Firenze mercoledì 28 ottobre alle 11,30 in piazza Duomo, di fronte al palazzo della Regione: un’iniziativa pacifica, ordinata, silenziosa dei ristoratori e di tutto il mondo della somministrazione, senza cortei e con il corretto distanziamento.

“Verrà allestito un “banchetto” – si legge – con tante tovaglie stese per terra e apparecchiate di tutto punto, ma con piatti e bicchieri rovesciati, perché “il piatto piange e la musica è finita”, come recita lo slogan scelto dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE) per la manifestazione, che si terrà contemporaneamente in tante altre Città Italiane. Ai tanti esercenti che raggiungeranno tramite mezzi privati la location dell’evento, si aggiunge la possibilità di giungere a Firenze grazie ad un pullman organizzato che partirà in mattinata da Sansepolcro. L’invito è rivolto ai titolari dei locali pubblici oltre che a commercianti, negozianti e liberi cittadini volenterosi di unirsi all’iniziativa. Per le prenotazioni del posto in pullman si invita a contattare il numero: 366-2667518.”

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