Si è svolta stamattina a Palazzo delle Laudi la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa che domenica vedrà protagonista il Tappeto dei ricordi, che sarà esposto lungo via XX Settembre e via Matteotti a Sansepolcro dalle 10 alle 22. Vania Raspini, che aveva lanciato il progetto a marzo, ha ripercorso brevemente le tappe della realizzazione del manufatto lungo ben 800 metri:
“Questo tappeto nasce dalla voglia di sentirci un gruppo anche nell’impossibilità di stare fisicamente insieme. La comunità della nostra valle da sempre ha socializzato e, nel bene e nel male, ha condiviso tante esperienze. L’idea viene da questo, da un bisogno di condivisione che è forte in ciascuno di noi, dalla voglia di trovare qualcosa per sentirsi meno soli. Non immaginavo che mi sarei trovata a gestire un gruppo di oltre 500 donne, ed è stato molto bello ed emozionante, perché poi sono arrivate le storie delle persone che portavano nel tappeto la loro esperienza di vita. Chi lo guarderà vedrà un tappeto colorato, fatto di lana, di cotone, di tante stoffe messe insieme; ma bisogna cercare di andare oltre e immaginare queste donne – soprattutto le ultraottantenni, perché quest’arte ce l’hanno insegnata loro – che nel tappeto hanno raccontato la loro storia e il loro essere. Quindi mi auguro che guardandolo ci si possa divertire anche a leggere e notare le tante cose particolari che ci sono, che fanno anche ridere. Insomma, godiamocelo in lungo e in largo!”
Per il sindaco Mauro Cornioli, il tappeto è “un modo per raccontare quella che è la nostra comunità di Sansepolcro e di tutta la valle del Tevere. Ci auguriamo che sia una bellissima giornata di festa per la nostra città. Questi quadrati attaccati insieme danno un messaggio forte, quello di stare tutti insieme come comunità, in una giornata particolare come il 4 ottobre, sulle strade di Sansepolcro dove San Francesco è sicuramente passato”. L’assessore alla cultura Gabriele Marconcini ha sottolineato il “carattere artistico” del tappeto e ha messo in evidenza il fatto che “il concetto di fondo è pregevole: durante il periodo del lockdown abbiamo dovuto tutti vivere in maniera esasperata una situazione di settarismo e individualismo; qui c’è la invece volontà di recuperare una dimensione d’insieme che può essere vista e apprezzata andando a scovare tutti quegli aspetti che ogni pezzo ha, prerogative assolutamente familiari, a volte riconducibili a storie di piccoli gruppi, trovando dei nuclei di parentela, di amicizia e di solidarietà.
Marconcini ha poi tenuto a precisare che “il progetto del tappeto è delle donne che l’hanno realizzato e non è nostra intenzione mettere il cappello su un’iniziativa che abbiamo trovato già pronta. Il nostro ruolo”, ha spiegato, “è stato quello di rimboccarci le maniche perché la contingenza richiedeva un lavoro impegnativo per poter trovare una soluzione che potesse avere tutte le autorizzazioni necessarie per goderci concretamente il momento della presentazione per il Corso”. Corso che sarà percorribile tenendosi a destra del tappeto nelle due direzioni e indossando la mascherina. I punti di accesso di Porta Fiorentina, Porta Romana, via Matteotti, via Fraternita, via Mazzi e via Buitoni saranno controllati per monitorare l’afflusso di persone ed evitare assembramenti. Limitatamente al pomeriggio, nella fascia dalle 16 alle 20, saranno inoltre chiuse al traffico veicolare via Aggiunti e gli accessi a via XX Settembre. È dunque tutto pronto, ma resta un’incognita, quella delle condizioni meteorologiche: in caso di maltempo, la manifestazione sarà spostata di una settimana.
A margine della conferenza stampa, Vania Raspini ha parlato anche delle prossime iniziative in cantiere per l’associazione ‘Una valle di donne’, che si sta costituendo in questi giorni: “Per Natale”, ha detto, “abbiamo l’idea di decorare all’uncinetto degli alberi, un albero per ogni comune della valle”. Inoltre, ha aggiunto, “grazie anche alla sede che ci ha messo a disposizione Marcello Brizzi, che è bellissima e molto comoda per questo tipo di lavori, vorremmo cercare di tramandare quest’arte, che ci arriva dalle nonne e dalle bisnonne e che potrebbe diventare anche un’opportunità lavorativa: sempre per il periodo natalizio vorremmo quindi creare un’ambientazione particolare nel centro storico per far vedere che queste tipologie di lavori non si sono perse”.