I negozi della piccola, media e grande distribuzione rimarranno chiusi nei giorni di Pasqua e Pasquetta in tutta la Toscana. Lo stabilisce un’ordinanza della Regione che va a sommarsi ai decreti ministeriali che da tempo hanno ridotto a quelli essenziali gli esercizi aperti durante il periodo di restrizioni imposte dall’emergenza coronavirus. Il provvedimento non riguarda farmacie, parafarmacie ed edicole e permette la consegna a domicilio di beni essenziali, previa ordinazione telefonica o online.
L’intervento della Regione taglia la testa al toro, limitatamente agli imminenti giorni di festa, di fronte alla querelle tra alcune catene di grande distribuzione e i sindacati sul tema delle chiusure domenicali e della riduzione di orario. Sull’argomento TeverePost aveva nei giorni scorsi parlato con il rappresentante provinciale della Uiltucs Diego Loreto.
Oggi, a prendere la parola con una nota è il segretario aretino della Filcams Cgil Claudio Bianconi: “Alcune imprese della grande distribuzione”, spiega, “non hanno condiviso e accolto la nostra richiesta di tenere chiusi i negozi alla domenica e di ridurre le fasce orarie di apertura al pubblico nell’ottica di sicurezza. Anzi, la chiusura di alcuni di questi (in particolare quelli della cooperazione) ha fatto si che la clientela si dirottasse verso quelli che avevano deciso di rimanere aperti esponendo, così facendo, non solo il proprio personale ad un rischio ancora più alto di contaminazione, ma generando tra l’altro concorrenza sleale con i primi”.
Bianconi rivolge un appello direttamente alle istituzioni locali: “Non è più concepibile che a fronte di giuste e opportune iniziative che limitano altri tipi di spostamenti delle persone, nessuna azione politico-istituzionale nella nostra provincia sia intervenuta a sostegno delle nostre richieste e a tutela della salute di queste lavoratrici e lavoratori che pure garantiscono, tutti i giorni della settimana e con un nastro di apertura dei negozi che supera anche le 12 ore giornaliere, un servizio fondamentale per i cittadini”. Nello specifico, il segretario della Filcams invita provincia e comuni “a trovare norme che obblighino la popolazione a regolarsi su come e quando fare la spesa” e sollecita “controlli più stringenti nelle ore di punta”.