Sarà lo spettacolo del sorgere del sole ad Anghiari, in programma qualche minuto dopo le cinque e mezzo, ad accompagnare domani mattina la prossima esposizione del Tappeto dei Ricordi. La realizzazione dell’ormai famoso manufatto, ideato durante il lockdown di marzo 2020 nell’ambito di uno dei progetti riabilitativi del Servizio di igiene mentale di Sansepolcro, aveva in breve coinvolto centinaia di persone in tutta la Valtiberina e oltre i suoi confini. Disteso nel centro storico biturgense lo scorso 4 ottobre e due settimane più tardi a Caprese Michelangelo, il tappeto torna ora ad essere visibile riprendendo una sorta di tour della valle che era stato forzatamente interrotto per l’arrivo della seconda ondata della pandemia. “Stenderemo il tappeto, che è lungo quasi un chilometro, a partire dalla Croce, e siamo curiosi di vedere fin dove arriverà”, ci racconta l’anima del progetto Vania Raspini. “Quest’idea mi piace molto – aggiunge – perché la dritta è quella che ti fa vedere il tappeto per intero, da cima a fondo, poi perché si tratta di un inchino al sole, e anche perché è una grande emozione poterlo finalmente rivedere disteso dopo tanto tempo”. Dopo Anghiari sono già in programma altre tappe: il 13 agosto sarà la volta di Pieve Santo Stefano, mentre si stanno definendo gli ultimi dettagli per quanto riguarda Sestino e San Giustino.
Non solo tappeto
Proprio durante la realizzazione del tappeto è nata l’idea di un’associazione che si è concretizzata nei mesi successivi. ‘Una valle di donne’ è oggi una realtà molto dinamica che, nonostante le limitazioni legate al Covid, propone una ricca varietà di progetti: “Un’attività a cui intendiamo dedicarci molto è quella dei corsi”, racconta Vania: “Adesso abbiamo fatto un corso di midollino per fare i cesti, ma ci sono i corsi di maglia, uncinetto, ricamo, e poi ne faremo alcuni dedicati in particolare al riciclaggio di materiali, vecchi barattoli, buste di plastica. Stiamo guardando anche a quello che facevamo da ragazzine: per esempio facevamo braccialetti con dei telai fatti in casa, a me li costruiva il mio babbo, erano tavolette con dei chiodi attaccati. Da lì si faceva passare l’ago con delle perline e si scrivevano i nomi. Ricordo anche che facevamo i primi costumi all’uncinetto che erano carinissimi da vedere, anche se avevano il difetto di afflosciarsi quando si andava a bagno! Stiamo insomma cercando – spiega ancora la presidente di ‘Una valle di donne’ – di dedicarci all’insegnamento e allo stesso tempo allo studio delle cose che facevamo, per cercare di tramandarle e non disperderle”.
I progetti dell’associazione sono sempre collegati anche ad obiettivi di beneficenza: “Abbiamo in programma la campagna ‘Come posso aiutarti?’ – dice Vania – Facciamo collane all’uncinetto con fili di cotone, perline e bottoni che mettiamo a disposizione in cambio di un’offerta. Il ricavato sarà devoluto per Natale al centro oncologico di Sansepolcro per l’acquisto di materiali”. Tra le attività svolte nei mesi scorsi la collaborazione con il progetto Pedibus con la realizzazione delle berrette per i bambini, e ancora l’albero degli scacciaspiriti davanti a Palazzo delle Laudi: “Era un momento critico ed è stato toccante, quando siamo andate a disfare l’albero, trovare tantissimi campanelli attaccati da chi voleva esprimere un desiderio. Ci piacerebbe riproporre l’iniziativa anche negli altri comuni, sempre con lo stesso obiettivo di far esprimere richieste a Babbo Natale, agli angeli o a chiunque una persona ritenga opportuno chiedere qualcosa. C’è inoltre l’idea lanciata da alcune nostre socie di dedicarsi alla legatoria, e ci stiamo impegnando anche nella riscoperta di alcune ricette tradizionali del territorio”, spiega ancora Vania. “Un altro bell’obiettivo, per il quale vogliamo però aspettare la fine della pandemia, è quello di riuscire a fare una grande cena con le nostre tovaglie che stiamo preparando da tempo utilizzando vecchie stoffe che coloriamo, dipingiamo, ricamiamo o decoriamo con quadrati all’uncinetto”.
Nel davvero lungo elenco delle attività di ‘Una valle di donne’ c’è poi la realizzazione di un libro dedicato al tappeto: “Pensavo fosse un po’ più facile – ammette la presidente – invece raccogliere tutto il materiale richiederà diverso tempo. Stiamo cercando di mettere insieme foto, documenti ma soprattutto le testimonianze, seppur brevi, di tutte le tante persone che hanno partecipato. Ci tengo molto e mi dispiacerebbe che rimanesse fuori qualcuno”.