Nonostante delle voci in merito circolassero da alcuni giorni, la notizia delle dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario nazionale del Partito Democratico è arrivata piuttosto a sorpresa. Il presidente della regione Lazio ha annunciato ieri pomeriggio l’intenzione di lasciare la guida del PD con un messaggio su Facebook nel quale ha stigmatizzato le polemiche e le critiche interne: “Visto che il bersaglio sono io, per amore dell’Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità”, ha scritto tra l’altro. Sul tema, TeverePost ha interpellato le segretarie locali del Partito Democratico, Barbara Croci del PD di Anghiari e Chiara Andreini del PD di Sansepolcro.
“A due anni dal congresso vinto a larga maggioranza sia nel partito degli iscritti, sia con le primarie aperte a tutti – spiega Croci – il segretario annuncia la volontà di dimettersi. Ha la mia solidarietà – dice – per come è stato bersagliato da persone che hanno incarichi nel PD sia politici che istituzionali, una situazione a dire poco imbarazzante. Non tanto perché le proposte contestate pubblicamente erano state fatte e condivise negli organismi democratici del partito, unitari e legittimati a decidere, ma per le tante difficoltà del momento. Nella situazione più critica della storia del paese dal dopoguerra, mentre sta esplodendo una terza ondata di Covid, alcuni hanno scelto di utilizzare strumentalmente i problemi e di perseguire obiettivi di posizionamento interno, danneggiando la credibilità di tutti e portandoci lontano dalle persone e dal loro bisogno di essere rappresentate”.
“Io c’ero due anni fa – ricorda ancora Barbara Croci, che nell’occasione era stata eletta nell’assemblea nazionale del partito – ho vissuto in prima persona molti dibattiti e il percorso congressuale che ha portato alla vittoria di Nicola Zingaretti. C’è stata una grande partecipazione e un clima di ritrovata speranza che non dobbiamo dimenticare, anche se oggi c’è amarezza. Per questo dobbiamo provare fino in fondo a portare il partito fuori dalle logiche correntizie e di potere, caratterizzate troppo spesso da comportamenti irresponsabili e spregiudicati che hanno causato questa e altre crisi in passato. Dobbiamo tornare a scegliere insieme le proposte e le politiche, oltre alle persone. Ora non è il momento delle primarie, il 13 e 14 marzo io ci sarò, per chiedere al segretario di non dimettersi e fare ciò che è necessario”.
“Sinceramente credo che Zingaretti abbia fatto un buon lavoro in questi due anni, un lavoro opportuno, anche di ricucitura all’interno del partito – ha detto Chiara Andreini – Nella gravissima emergenza sanitaria, sociale ed economica che stiamo affrontando ho accolto con grande favore anche la sua proposta di un congresso sulle idee, per parlare di programmi, delle strategie del partito, dei contenuti che logicamente devono anche essere rivisti alla luce di quello che sta accadendo e delle trasformazioni in atto nel Paese. Trovo invece sbagliato fare l’ennesimo congresso per una battaglia tra persone – ha aggiunto la segretaria del PD biturgense – e la decisione del segretario di rassegnare le dimissioni mi dispiace veramente tanto. Spero che ci possa essere un ripensamento – auspica Andreini – e che l’assemblea valuti la possibilità di ridergli il mandato, perché in questo momento è importante parlare dei contenuti. Il nostro è un partito plurale, con anime differenti al suo interno, e questo significa che in alcuni momenti ci può essere un confronto serrato, anche complesso da gestire, ma d’altra parte penso che questa sia anche la forza del Partito Democratico e delle sue idee. Spero quindi vivamente – conclude Andreini – che il congresso si faccia ma si faccia sui contenuti e con Zingaretti segretario”.