Un rientro a casa che non dimenticherà tanto facilmente. Dopo un ricovero di quasi tre mesi a causa del Covid, per il 60enne Fabrizio Bolgi è arrivato il momento di lasciare il reparto Malattie Infettive e Pneumologia dell’ospedale San Donato di Arezzo. Residente a Sansepolcro ma domiciliato a San Leo di Anghiari, Fabrizio è stato trasportato ieri pomeriggio presso la propria abitazione dai volontari della Croce Rossa. Ad attenderlo, in un clima di felicità e forte emozione, c’erano i suoi cari e il fedele cane Nani.
Una storia difficile ma a lieto fine, iniziata il 16 febbraio scorso, con la positività al Sars-CoV-2 di uno dei familiari. Da quel momento per Fabrizio è iniziato un percorso tanto lungo quanto preoccupante: prima il tampone positivo e l’isolamento, poi i sintomi del virus sempre più forti ed infine il ricovero in ospedale per polmonite. Un’odissea durata ben 80 giorni, nei quali il nostro concittadino ha letteralmente lottato tra la vita e la morte.
Dopo una decina di giorni di cure in terapia intensiva con il supporto del casco ventilatorio, infatti, il quadro clinico di Bolgi ha registrato un ulteriore peggioramento che ha reso necessaria l’intubazione. Per rendere l’idea, essere intubati vuol dire stare molte ore sdraiato sulla schiena per poi essere girato a pancia in giù per altrettanto tempo, tenendo sempre fili e tubicini attaccati, così da dipendere dagli operatori per ogni piccolo movimento.
Come detto l’incubo di Fabrizio Bolgi si è concluso ieri, 7 maggio, con il ritorno a casa dopo la completa negativizzazione. Nonostante il peggio sia passato, tuttavia, per lui ora inizierà un nuovo importante percorso per quel che concerne la riabilitazione fisica. La lunga degenza sul letto dell’ospedale ha infatti stremato il fisico e la muscolatura del 60enne, che dovrà ora sottoporsi ad apposite terapie post Covid.