Dal progetto Pedibus a un’idea di città diversa

Stamattina siamo “andati a scuola” a piedi e abbiamo approfondito con Cristina Falleri del comitato Nessunisola i valori e gli obiettivi alla base dell'iniziativa dedicata ai bambini delle elementari di Sansepolcro

“Gruppi di bambini che la mattina vanno a scuola: può sembrare una cosa banale. In realtà alla base del progetto Pedibus c’è molto di più, c’è un’idea di città diversa”. Ne è convinta Cristina Falleri del comitato Nessunisola, che in quest’ultimo giorno prima delle vacanze di Natale ha accompagnato nel tragitto da uno dei punti di incontro fino alle elementari non solo gli alunni ma anche noi di TeverePost. “Il Pedibus – ci spiega – è una delle componenti del più ampio progetto della Città dei bambini e delle bambine ideato dall’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del CNR, con cui ci confrontiamo costantemente. Abbiamo seguito il loro input e il loro metodo, che prevede il coinvolgimento delle istituzioni. Abbiamo infatti sottoscritto con Comune, Asl, Istituto comprensivo, Confcommercio, Confesercenti e Associazione dei commercianti del centro storico un documento di partenariato con obblighi reciproci, e a gennaio daremo vita a un tavolo tecnico permanente per monitorare e sviluppare il progetto”.

“L’idea – spiega ancora la rappresentante di Nessunisola – è quella di costruire una città in cui ognuno si prenda cura dell’altro. Come dice un proverbio africano, per far crescere un bambino o una bambina serve un villaggio. A Malnate, in provincia di Varese, che è un comune delle stesse dimensioni di Sansepolcro e che è stato il capofila del progetto, i bambini vanno a scuola in bicicletta attraverso piste ciclabili e partecipano ad attività proposte dalle varie associazioni. Si è creata una rete, una comunità, che permette di crescere sani nel corpo e nello spirito. Non è semplicemente percorrere un tragitto: i bambini la mattina socializzano, conoscono la città, i negozi, parlano con i venditori del mercato, comprano la merenda. E poi scoprono il senso del tempo, che è difficile da cogliere se vieni caricato in macchina e scaricato a scuola. Per persone della nostra generazione possono sembrare cose scontate, ma oggi i ragazzini arrivano a prendere il motorino a 14 anni senza aver mai fatto un passo da soli”.

A Sansepolcro il progetto è partito come sperimentazione nell’aprile-maggio 2019. Si è svolto poi durante lo scorso anno scolastico fino al lockdown di marzo ed è quindi ripreso a settembre. Il numero dei partecipanti è andato aumentando esponenzialmente. All’inizio erano in tutto una ventina, adesso sono oltre settanta. “Con la pandemia non sapevamo come sarebbe andata, invece a settembre si sono iscritti molti più bambini. Effettivamente è un modo salutare per andare a scuola, perché si sta all’aperto, tutti con la mascherina”, dice Falleri. Da ognuno dei due punti di incontro di Porta Romana e Porta Fiorentina tutte le mattine si muovono due gruppi che vanno alla scuola De Amicis a Santa Chiara e alla scuola Collodi al Campaccio. Al progetto partecipano sedici volontari – in molti casi sono genitori o nonni – coordinati da Nessunisola, che a turno accompagnano i bambini. Ogni giorno sono cinque o sei a presentarsi all’appello, uno per accompagnare i gruppi più piccoli e due per i gruppi più numerosi. Anche se uno degli obiettivi del progetto è quello di far andare i bambini a scuola da soli: “Per arrivare a questo risultato ci vorrà tempo e pazienza”, dice Cristina Falleri. “Il problema principale è il traffico. Il comandante della Polizia municipale è molto collaborativo, attualmente c’è un tassativo divieto di transito per il corso dalle 8 alle 8.15, anche per chi deve effettuare consegne o per qualsiasi ragione, e vengono collocate delle transenne. Però non è possibile transennare tutte le traverse, quindi dobbiamo puntare su una massiccia campagna di comunicazione che informi sul fatto che in quella fascia oraria non si passa. Attualmente con il comune stiamo lavorando proprio a questo”.

Come detto, sono del progetto anche i commercianti del centro. Spiega Falleri: “I negozi che partecipano esporranno un logo in modo che i bambini li riconosceranno come luoghi in cui potranno essere aiutati se avranno bisogno, quando prima o poi saranno qui da soli e anche in altri momenti della giornata. I commercianti ci aiutano, anche con le transenne, e si sono impegnati ad assistere i bambini per varie esigenze, per esempio se avranno bisogno di fare una telefonata o se piove forte”. Insomma dentro il progetto Pedibus sono racchiusi tanti elementi positivi per il centro storico, per la comunità tutta e naturalmente per i bambini, che oltre a responsabilizzarsi in sicurezza hanno modo di cominciare tutte le giornate in modo divertente. E che pochi giorni fa hanno accolto con grande entusiasmo Babbo Natale che ha consegnato le berrette realizzate per loro dall’associazione Una valle di donne.

La consegna delle berrette avvenuta pochi giorni fa (foto Nessunisola)
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