I gruppi sui social network spesso sono fenomeni momentanei legati ad una circostanza particolare. Altre volte stentano a decollare nonostante il tema affrontato possa costituire un elemento di massimo interesse. Di certo quando si va ad affrontare un argomento considerato di nicchia le speranze di vedere un interessante seguito non sono mai alte. Il calcio naturalmente è seguitissimo, in particolare in Italia. Ma chissà se quando Matteo, a cui in seguito si è aggiunto Andrea, ha fondato il sito internet calciosovietico.it e poi il gruppo Facebook Calcio Sovietico poteva aspettarsi di conquistare in poco più di due anni circa 14.000 fedeli interessati ad interagire su tematiche calcistiche relative ai quindici Paesi successori dell’estinta Unione Sovietica. Nazioni oggi diversissime, a partire da Lituania, Lettonia ed Estonia, pienamente integrate nell’Unione Europea e che dell’aggettivo sovietico non vogliono sentire neppure parlare. Poco da spartire, se non l’ingombrante passato, anche per Moldavia o Ucraina con i cinque “stan” dell’Asia centrale. Se Bielorussia e Russia continuano ad andare a braccetto su molte questioni, tra tutte la politica e un’unione doganale ed economica sempre più vicina a far nascere un nuovo soggetto statale, la stessa cosa non si può affermare per i tre caucasici, dove Armenia ed Azerbaigian hanno appena sospeso un confitto armato, mentre la Georgia continua ad avere due regioni semi indipendenti di cui non ha alcun controllo politico. Tutto questo è appunto lo spazio post-sovietico, dove comunque si gioca a calcio e attraverso due differenti federazioni continentali, l’Uefa europea e la Afc asiatica, si partecipa a coppe continentali con scarsi risultati, sia per le squadre di club che per le rispettive nazionali.
Dal gruppo Facebook al libro
Storie e frammenti di calcio sovietico e post-sovietico è il coraggioso tentativo di Andrea Tommasi, uno dei due amministratori del gruppo Calcio Sovietico, di dare un seguito cartaceo agli articoli più o meno estemporanei apparsi nel sito calciosovietico.it e sul social più seguito al mondo. Il libro, edito dai toscani di Kipo, organizzatori del Festival delle Scoperte, è in un formato tascabile e grazie alle trentacinque storie raccontate è anche facilmente leggibile. Non solo calcio: tra le righe è possibile leggere anche la storia dell’Unione Sovietica e dei Paesi che hanno raccolto l’eredità, non solo geografica, della Federazione che costituiva lo Stato più grande del mondo. C’è da dire che tutte le repubbliche nate alla fine del 1991 hanno almeno una storia raccontata dentro il libro, mentre delle principali vicende calcistiche di epoca sovietica non manca nulla.
C’è la storia dell’unico portiere ad aver vinto il Pallone d’Oro, il “Ragno nero” Lev Jašin, come quella di Oleg Blochin, che assieme a Igor’ Belanov completano il lotto dei tre premiati da France Football nella storia sovietica. Non vengono affatto dimenticati personaggi come i talentuosi e poco fortunati Eduard Strel’cov e David Kipiani, indiscussi protagonisti e giocatori bandiera della Torpedo Mosca e della Dinamo Tbilisi. È possibile leggere approfondimenti su come si vive il calcio in Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan, Turkmenistan e Kirghizistan, tema decisamente raro da veder affrontato in lingua italiana. Non mancano le curiosità, come la tournée brasiliana della squadra della capitale calmucca Uralan Ėlista o le difficoltà che le squadre dell’estremo oriente russo hanno nel giocare un campionato lungo undici fusi orari, fino a incredibili interviste a italiani finiti nei campionati dei paesi baltici e caucasici, o a chi dall’Uzbekistan si è ritrovato in Italia. Proprio riguardo ai campionati baltici, dal libro si può capire come molte squadre della principale serie non siano affatto team professionistici, ma realtà sportive costituite da persone che vivono con un altro lavoro.
In questa parte di mondo anche il superamento di un solo turno preliminare di una competizione europea, magari contro le squadre di San Marino o di Malta, può portare introiti economici che permettono di mandare avanti tutta la squadra per l’annata successiva. E proprio sulla tematica di quanto gli introiti delle coppe europee condizionino i campionati grandi e piccoli si sofferma l’interessante riflessione dell’autore, dedicata a cosa potrebbe succedere al calcio europeo nei prossimi dieci anni. È l’articolo che conclude il libro, e che spinge il lettore a farsi diverse domande sul calcio di oggi.
L’incontro con Andrea Tommasi
TeverePost ha incontrato virtualmente l’autore Andrea Tommasi, che nella copertina del libro viene descritto come un appassionato di sport ma privo di talento con il pallone tra i piedi. Amante di viaggi in bicicletta, con la quale ha visitato gran parte dell’Europa, Andrea è laureando in lingue moderne e collabora con più realtà sia nel mondo delle traduzioni che in quello legato al giornalismo sportivo. Parla inglese, francese, spagnolo, olandese alle quali vanno aggiunte l’italiano e il veneto. Abbiamo rivolto ad Andrea Tommasi alcune domande sia riguardo al popolare gruppo Facebook che al suo libro di recente pubblicazione.
Come è nata la pagina Facebook “Calcio Sovietico” e come è iniziata la tua collaborazione?
“È nato per iniziativa di Matteo circa due anni e mezzo fa, perché non c’era nessuno che trattava questo tema e a lui interessava il calcio in questa zona geografica. Non molto tempo dopo, quando ancora c’erano circa 600-700 seguaci, ho scoperto questo gruppo e ho cominciato a fare qualche intervista per la pagina e poi mi sono impegnato sempre di più, non sempre con regolarità. La prima intervista è stata quella al campione uzbeko Ilyas Zeytulaev, che vive in Italia e di cui si parla anche nel libro”.
Cosa ti interessa di questa parte di mondo?
“Sia l’Europa dell’est che l’Asia centrale sono due parti del mondo che mi affascinano nonostante non abbia un interesse esclusivo solo per queste zone. Entrambe non sono spesso trattate dai principali media. Racconto di calcio in questi paesi perché anche dal punto di vista sportivo le informazioni a disposizione del pubblico italiano sono davvero rare. In uno spazio temporale alternativo avrei potuto benissimo occuparmi di calcio caraibico o dell’Africa meridionale. Sono una persona curiosa e imparo facilmente un argomento del quale poi cerco di occuparmi”.
Dove sei stato nello spazio post-sovietico e dove vorresti andare in futuro?
“Ho visitato alcune volte i Paesi baltici, dove ho avuto il privilegio di seguire le squadre locali dal vivo e visitare le città assieme alle persone conosciute in viaggio. Al momento non ho visitato altri luoghi dello spazio post sovietico. La cosa che più mi piacerebbe fare è attraversare tutta la Russia in bicicletta dal confine europeo fino a Vladivostok. Vorrei anche visitare l’Asia centrale”.
Dove si può acquistare il tuo libro?
“Presto in tutte le librerie, e inoltre nei principali siti internet dedicati all’editoria, nelle nostre pagine social o nel sito internet calciosovietico.it, oppure mettendosi in contatto direttamente con l’editore nella pagina www.festivalscoperte.it”.
Il calcio sovietico prima e dopo il 1991
A livello di trofei internazionali vinti lo spazio sovietico e post-sovietico di soddisfazioni ai propri tifosi non ne ha date molte. A titolo di curiosità, ecco un elenco delle principali competizioni vinte sia dalle rappresentative nazionali maggiori che dalle squadre di club:
In epoca sovietica:
- Campionato Europeo di calcio 1960 (Unione Sovietica)
- Olimpiadi calcistiche 1956 e 1988 (Unione Sovietica)
- Coppa delle Coppe 1975 e 1986 (Dinamo Kiev)
- Coppa delle Coppe 1981 (Dinamo Tbilisi)
- Supercoppa Europea 1975 ( Dinamo Kiev)
Dopo il 1991:
- Supercoppa Europea 2008 (Zenit San Pietroburgo, Russia)
- Europa League 2005 (CSKA Mosca, Russia)
- Europa League 2008 (Zenit San Pietroburgo, Russia)
- Europa League 2009 (Shaktar Donetsk, Ucraina)
- Coppa Afc 2011 (Nasaf Kharshi, Uzbekistan)