Ancora tante le incertezze sul futuro di oltre 2500 dipendenti della filiera tabacchicola Altotevere. L’accordo commerciale raggiunto a gennaio 2022 fra la multinazionale giapponese JTI e la società Deltafina ha portato inevitabilmente alla crisi dell’intero comparto produttivo e occupazionale: desta forti preoccupazioni, infatti, la possibile chiusura della sede Fat di Cerbara, stabilimento di trasformazione del greggio che ad oggi conta circa 300 lavoratori TTI. Ad oggi, in pieno periodo di semina in serra, non è stato ancora assicurato né l’adeguamento dei prezzi agli aumenti dei costi né tantomeno un prezzo di riferimento del prodotto per l’anno 2022.
Nella giornata di ieri Valerio Mancini, presidente della seconda commissione consiliare della regione Umbria e i membri della commissione Michele Bettarelli, Manuela Puletti e Vincenzo Bianconi hanno fatto visita allo stabilimento Fat di Cerbara accompagnati dal sindaco di Città di Castello Luca Secondi, il consigliere Gionata Gatticchi e Fabio Rossi, presidente TTI. “Come presidente della seconda commissione della regione Umbria ho voluto questa visita, insieme ai miei colleghi, per testimoniare la volontà di non demordere su questa battaglia” ha dichiarato Mancini. “C’è una filiera compromessa dall’incertezza dettata dall’aumento dei costi energetici, delle materie prime e del loro costo di acquisto. L’opinione pubblica deve capire che stiamo mettendo a rischio un’intera economia, dietro la coltivazione del tabacco ci sono tante professionalità che qualora questa chiudesse andrebbero disperse”.
Apprezzata dal presidente Rossi la visita in stabilimento dei membri della seconda commissione dell’Umbria: “i consiglieri regionali che sono venuti a far visita al nostro stabilimento hanno potuto vedere e conoscere una realtà importante con professionalità e tanti investimenti fatti a Città di Castello. Questa è una filiera completa che porta ad un prodotto di qualità altissima. C’è stata un’evoluzione continua negli anni, se come è stato annunciato questo lavoro dovesse venir meno tutto il comparto entrerà in difficoltà, siamo grati ai consiglieri della seconda commissione per aver constatato di persona sia la capacità e la professionalità del personale presente, sia gli investimenti fatti fino ad oggi”.
Sull’incertezza del futuro dei 2500 dipendenti della filiera tabacchicola Altotevere il presidente Rossi è intervenuto affermando che: “se questa situazione si dovesse sviluppare come da ipotesi dovremo andare a consegnare il tabacco ad un altro trasformatore, questo rende la situazione molto complessa perché i nostri agricoltori si fidano dei trasformatori che abbiamo e ritengono che sia una situazione molto incerta consegnare il tabacco ad altre realtà. Al di la di questo, c’è anche una problematica sia occupazionale che di tenuta della filiera, chi lavora nei campi d’estate nel periodo invernale lavora in stabilimento. C’è anche un problema legato alle trattative sia per il raccolto 2021 che per quello del 2022, la proposta dei prezzi ad oggi risulta inaccettabile, il prezzo non è congruo rispetto all’aumento dei costi che ci sono stati”.