Le aziende con sede legale o una unità produttiva nei comuni della Valtiberina interessati nel 2019 dalla chiusura della E45, cioè Sansepolcro e Pieve Santo Stefano, riceveranno un contributo di 8.000 euro per ogni dipendente assunto con contratto a tempo indeterminato. È quanto sancito dal Consiglio regionale della Toscana con l’approvazione, avvenuta lo scorso 29 aprile, della proposta di legge 451, convertita così nella legge regionale 19/2020, avente come oggetto “Interventi normativi collegati alla prima variazione al Bilancio di previsione finanziario 2020-2022”. Il provvedimento era stato immediatamente salutato con favore dal consigliere regionale della Lega Marco Casucci che aveva sottolineato che, nonostante il voto contrario del suo gruppo alla proposta di legge, il Carroccio aveva tuttavia supportato lo specifica disposizione.
La sottolineatura non è piaciuta all’assessore ai trasporti Vincenzo Ceccarelli: “Fosse stato per Casucci”, ha puntualizzato ieri sera, “le aziende della Valtiberina non avrebbero ricevuto il contributo, visto che la legge che contiene il provvedimento non sarebbe stata approvata”. Mentre Casucci “fa un esercizio di vuota propaganda e tenta di prendersi meriti non suoi”, ha continuato l’ex Presidente della Provincia di Arezzo, “la realtà è che la Regione ha accolto e trasformato in misure concrete le sollecitazioni pervenute dalle aziende della Valtiberina e dai sindaci dei comuni posti lungo la E45, così come seppe fare all’indomani della chiusura del viadotto del Puleto, decretando lo stato di crisi regionale, mettendo a disposizione anche allora risorse per interventi immediati”. C’è spazio anche per una stoccata al precedente esecutivo gialloverde: “La Regione aveva chiesto lo stato di crisi nazionale”, ha ricordato Ceccarelli, “ma il Governo di cui faceva parte la Lega non lo ha mai riconosciuto”.
L’intervento che ha originato la diatriba fa riferimento alla chiusura del viadotto Puleto, sequestrato il 16 gennaio 2019 su disposizione del gip di Arezzo Ponticelli a seguito di una perizia che ne sanciva la “pericolosità estrema” e completamente chiuso al traffico. A metà febbraio ci fu la riapertura per i mezzi leggeri, a luglio per i mezzi fino a 30 tonnellate, il 3 ottobre quella completa, decretata dallo stesso gip sulla base di una nuova perizia seguita ai lavori svolti dall’Anas.