Massimiliano Micelli, responsabile di Confcommercio Valtiberina, descrive a TeverePost uno scenario che è inevitabilmente nero: «Purtroppo questa emergenza sta avendo effetti assolutamente devastanti su tutto il tessuto economico della nostra zona e non solo, ovviamente. La chiusura totale delle attività commerciali», spiega, «ha creato una situazione che nessuno avrebbe mai potuto prevedere e che sta mettendo a dura prova le aziende, costrette ad un periodo non si sa quanto lungo di incasso zero. In questa emergenza poi ci sono settori – quali ad esempio quello dell’abbigliamento e calzature – che già stavano vivendo un periodo molto difficile e che quindi risentono del colpo ancora più duramente».
Come stanno reagendo i commercianti alla situazione?
«Con grande dignità, e fin da subito le nostre imprese sono state pronte a recepire le indicazioni delle autorità dal punto di vista sanitario, e quelle che sono potute rimanere aperte rispettano scrupolosamente le indicazioni in merito alle distanze da mantenere e all’uso di mascherine. C’è stata l’immediata consapevolezza che se tutti seguiamo le regole ne usciamo certamente prima».
E dal punto di vista economico?
«In questo periodo si cerca di fare fronte all’emergenza ad esempio cercando di trovare un accordo con il proprietario del fondo per una riduzione o rinegoziazione dell’affitto, cercando di rinegoziare il mutuo in banca e contrattando con i fornitori per ottenere una dilazione nei pagamenti o per rinviare la merce al mittente.
Gran parte del settore della ristorazione e dell’alimentare poi si è organizzato col il servizio di consegna a domicilio, particolarmente apprezzato in questa fase di “restiamo a casa”».
In che modo Confcommercio sta supportando i propri associati in questo particolare momento?
«Stiamo vicini alle nostre aziende in ogni maniera possibile, innanzitutto garantendo un’informazione costante su tutto quello che è importante in questo periodo, ovvero i vari provvedimenti delle istituzioni, nazionali e locali. Questa crisi ci ha fatto “scoprire” la potenza di alcuni strumenti innovativi legati al digitale (videoconferenze, corsi online, streaming), e anche Confcommercio ha sviluppato molto la sua attività su questi canali per restare in contatto con i propri associati.
Inoltre ci facciamo portatori presso le istituzioni delle esigenze, ogni giorno più pressanti, delle imprese e le supportiamo nelle necessità quotidiane, come ad esempio cercare di sfruttare al massimo gli strumenti di sostegno previsti dal governo. Forniamo assistenza per la parte che prevede la moratoria di mutui e prestiti, per quello che concerne le misure di sostegno al reddito dei dipendenti e per i bonus previsti dal decreto “Cura Italia”. Stiamo poi sviluppando prodotti legati al credito alle aziende. Insomma vogliamo tenere fede al nostro hashtag #confcommerciocè».
A proposito degli strumenti previsti dal governo, qual è la vostra valutazione in merito?
«Quello che ha fatto il governo è stato un primo passo, utile, ma certamente ci aspettiamo molto di più. È stato importante aprire la cassa integrazione alle aziende con meno di 5 dipendenti per tutelare i lavoratori, ma adesso l’esigenza primaria è la liquidità per le imprese, che deve arrivare per tutti e a costo zero, per affrontare l’emergenza subito e anche per preparare al meglio la ripresa».
Quali saranno le prime cose da fare all’indomani dell’emergenza sanitaria?
«Di certo bisogna cominciare a lavorare alla ripresa fin da adesso, perché se aspettiamo a farlo quando sarà finita l’emergenza sanitaria sarà troppo tardi. A livello centrale serve un grande piano di sviluppo e di investimenti, un piano di sostegno alle aziende che riapriranno per permettere loro di mantenere i livelli occupazionali e riprendere la propria attività nella maniera migliore. Serve un piano promozionale per sostenere le imprese del turismo e serve che si allenti la morsa della burocrazia per permettere nuove iniziative commerciali».