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Dopo il via libera della Toscana agli spostamenti tra comuni confinanti, i dubbi interpretativi che sollevavamo nell’articolo precedente (vedi qui) hanno creato una situazione di stallo per quanto riguarda il confine con l’Umbria: la presidente Tesei non ha previsto la fattispecie nella propria ordinanza, pertanto i Comuni umbri confinanti con la Toscana non possono sottoscrivere le necessarie comunicazioni da inviare ai Prefetti. Come sottolinea in una nota il Comune di Sansepolcro, c’è già perfetta intesa tra i sindaci, ma gli spostamenti non sono ancora permessi finché non si avrà un intervento delle altre Regioni. Oltre all’Umbria, il discorso vale anche per le Marche, i cui Comuni confinano con Sansepolcro, Sestino e Badia Tedalda. Anche in questo caso non risultano riferimenti alla questione nei decreti del presidente Luca Ceriscioli.
L’Emilia-Romagna ha invece previsto la possibilità degli spostamenti interregionali, quindi il Comune di Badia Tedalda è già al lavoro per la redazione delle comunicazioni congiunte con i Comuni romagnoli. Il primo documento inviato ufficialmente via PEC ai Prefetti è quello sottoscritto da Santucci con il sindaco di Pennabilli Mauro Giannini, seguito poco dopo dalla comunicazione congiunta Badia-Casteldelci. Sta procedendo anche Pieve Santo Stefano con l’unico comune extraregionale confinante, quello di Verghereto.
Lo stallo della situazione a causa della mancata previsione della fattispecie nell’ordinanza umbra ha generato anche polemica politica: mentre il leghista toscano Casucci esulta per l’inserimento della norma nell’ordinanza regionale, attribuendone il merito a una propria mozione, il presidente del Consiglio comunale di Sansepolcro Lorenzo Moretti va all’attacco proprio della Lega, e in particolare dell’onorevole Marchetti e del consigliere comunale Rivi, che nei giorni scorsi avevano sollecitato il Governo sul tema: “Bastava chiederlo alla presidente del vostro partito [la Governatrice umbra Donatella Tesei, NdR] di fare qualcosa, non c’era bisogno di andare fino al Governo. Rimediate. Vogliamo andare a rivedere i nostri cari”.
Alcuni dubbi restano anche su quella che sarà la posizione dello Stato rispetto a norme regionali che derogano alla previsione del Decreto legge del 16 maggio che stabilisce che fino al 2 giugno gli spostamenti tra regioni sono vietati se non per motivi di lavoro, salute o urgenza.
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