In vista dell’appuntamento elettorale di ottobre abbiamo incontrato Cinzia Talozzi, tra i promotori del Patto civico per Anghiari a sostegno di Danilo Bianchi.
Perché la partecipazione a questo progetto?
Perché penso che ci sia bisogno di una ventata d’aria nuova dopo che da cinque anni Anghiari ha avuto uno stop. Ho aderito alla chiamata di Danilo Bianchi innanzitutto perché lo stimo moltissimo e siamo amici, e poi perché ritengo che per amministrare una realtà piccola ma importante come Anghiari ci sia bisogno di mettere in campo le migliori forze interessate a sviluppare il paese e che gli vogliono bene. Ho aderito con molto entusiasmo perché in questo progetto vedo una visione, c’è un’idea a lunga distanza, mi immagino come sarà il paese fra dieci anni. La politica secondo me dovrebbe fare questo, dare una visione di cosa lascerai alle generazioni che verranno. Io ho due figlie e vorrei che questo paese andasse avanti attraverso la cultura e la scelta della bellezza. Chi ha costruito Anghiari ci ha lasciato un grande patrimonio di bellezza da cui tutti restano favorevolmente impressionati, però ritengo che in questi cinque anni il paese si sia fermato, non ho visto spinte in avanti, non ho visto visione, il centro storico è sporco, non c’è stato un riabbellimento, c’è un traffico insopportabile, tutto perché non esiste una linea. Con Danilo Bianchi, una persona in cui credo molto e che ha fatto bene il suo lavoro, c’è un gruppo in cui ognuno ha la propria esperienza politica, ma tutti guardano nella stessa direzione.
Parlando di cinque anni di stop è già chiaro il giudizio sull’amministrazione uscente, ma questo stop a cosa è dovuto?
Intanto è un’amministrazione incompleta: Anghiari è un paese che meriterebbe un assessore alla cultura, invece non ce l’abbiamo e il sindaco ha sostenuto tutti i ruoli. Non si è speso niente, si è indebolito la macchina amministrativa perdendo impiegati e operai, si è privatizzato, i servizi non ci sono. È stata un’amministrazione con il bilancino da ragioniere anziché la visione da politico.
Come mai non è stato possibile trovare un accordo con la coalizione guidata dal PD, a cui Cinzia Talozzi è tra l’altro iscritta?
Le posizioni non si sono amalgamate, non so chi volesse la “primogenitura”. Sicuramente dal mio punto di vista sarebbe stata una cosa molto auspicabile, anche per l’appartenenza che ho. Però non è stato possibile e sicuramente in questo momento storico mi trovo meglio in un patto civico che non in una lista codificata da partiti. Adesso arrivano i grossi nomi dalla regione o dalla federazione, però in cinque anni non si sono mai visti, questa è una cosa che secondo me non paga. E poi per me è impensabile l’accordo col Movimento 5 Stelle: dopo il modo in cui ci hanno sempre trattato non capisco proprio come si possa fare un accordo con loro.
In questa prima fase della campagna elettorale quali sono le impressioni, come reagiscono le persone al vostro progetto?
A me sembra una buona reazione, perché la gente avrebbe molto bisogno di parlare, di avere qualcuno che la ascolti, invece questo non c’è stato. Di conseguenza in queste settimane in cui abbiamo iniziato a parlare e che qualcosa si muove io vedo una riposta. Ieri sera [martedì, ndr] abbiamo organizzato una serata per parlare di cultura e turismo e c’erano 45-50 persone, secondo me di questi tempi è una cosa grande. Si dovrebbe avere più coraggio, uscire, ascoltare la gente e farsi ascoltare. Anche riguardo ai giovani: non è vero che stanno sempre sul computer, bisogna dare loro gli stimoli. Abbiamo dei giovani veramente validi, con grandi capacità, ormai non è più come 40-50 anni fa, hanno studiato tutti, il mondo è cambiato. Tutti dicono che si stava meglio quando si stava peggio: no, io penso che si debba vivere in questo tempo, e incontrare le persone mi fa molto piacere.