Il CeSQ (Centro Studi sul Quaternario) nasce nel 2005 come associazione senza scopo di lucro che si impegna a valorizzare e tutelare il patrimonio ambientale, culturale e paesaggistico, oltre a condurre ricerche di particolare interesse sociale.
La presidente, la professoressa Adriana Moroni, ci ha fornito un quadro sulle attività e sugli obbiettivi dell’ente: “Ci occupiamo principalmente di archeologia, soprattutto di preistoria e protostoria, ma il Centro Studi voleva essere qualcosa di un po’ più ampio. Il Centro strettamente legato al Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Siena, con cui opera in convenzione. Il nostro Dipartimento si occupa però soprattutto di ambiente, sia dal punto delle scienze ambientali che da quello delle scienze biologiche. Siamo attivi in alta Valtiberina dall’86 e il Centro Studi voleva costituirsi come un’interfaccia fra i risultati della ricerca accademica da un lato e il territorio dall’altro”.
Le attività dell’associazione non sono però strettamente legate soltanto all’Alta Valla del Tevere: “Negli anni il Centro ha cominciato ad occuparsi, anche finanziandole, di attività anche nel resto della Toscana e oltre. Si cerca sempre di avere un occhio di riguardo per la Valtiberina, ma sempre con la voglia di essere un po’ più ampi rispetto al discorso locale. Cerchiamo però il più possibile di entrare nel tessuto sociale della zona, tant’è che fra i nostri soci ci sono molti giovani che abitano e lavorano fra la Valtiberina Toscana e l’Umbria”.
Il CeSQ ha condotto in passato anche una serie di importanti scavi e ricerche sul territorio di Sansepolcro. In particolare al Gorgo del Ciliegio, che è un insediamento della media età del bronzo, e al Trebbio, grande centro urbano dell’età del ferro.
Nato sulle basi gettate dal gruppo archeologico, molto attivo in Valtiberina fin dagli anni ’70, il Centro Studi ha poi percepito il bisogno di allargare i propri orizzonti: “A un certo punto si è sentita l’esigenza di innovare un po’ questa situazione e di ampliare i nostri interessi”, spiega la Professoressa Moroni. “Quando ci si occupa di archeologia è sempre più vivo l’interesse per gli aspetti naturalistici e ambientali, che ci dicono come l’uomo nel passato ha interagito con l’ambiente e ci possono dare delle indicazioni sui problemi attuali. Possiamo vedere gli esiti di certi fenomeni che sono paragonabili a quelli che accadono oggi. Fra tutte queste tematiche c’è un forte intreccio”.
Proprio al fine di promuovere questo senso di collaborazione fra discipline diverse, ma legate comunque fra loro, il CeSQ organizza annualmente i suoi Centri Culturali, eventi incentrati sul mettere in relazione l’archeologia con materie affini: “Cerchiamo di mantenere vive le attività e continuare ad informare”, racconta Adriana Moroni. “Una di queste iniziative sono i Centri Culturali, ripresi quattro anni fa con questi cicli di conferenze. Abbiamo iniziato con il GIS, poi con la zooarcheologia, e quest’anno abbiamo scelto gli aspetti geologici, sempre per far vedere come si possono intrecciare con l’archeologia”.
Gli incontri di quest’anno si svolgeranno fra la metà di novembre e l’inizio di dicembre presso la biblioteca comunale “Dioniso Roberti.”
Il 13 novembre, alle ore 17, il professor Ivan Martini e il dottor Vincenzo Spagnolo dell’Università di Siena terranno una conferenza intitolata “Geoscienze e archeologia preistorica. Un approccio multidisciplinare per ricostruire il passato.”
Il 20 novembre, sempre alle 17, si svolgerà “Faglie, alluvioni, geo-risorse e antiche comunità umane: le relazioni tra geologia e popolamenti dagli studi geo-archeologici” con il professor Marco Benvenuti dell’Università di Firenze.
Il terzetto di incontri si concluderà il 4 dicembre alle 17, quando il professor Marco Grimello dell’Università di Siena tratterà il tema “Studi mineralogico-petrografici sui dipinti murali.”
La professoressa Moroni ha infine voluto esprimere le sue speranze per il futuro del CeSQ: “A fronte di rinvenimenti importanti, legati anche a ricerche sistematiche e che ci possono raccontare quindi una storia dettagliata e precisa, non siamo però per ora riusciti a valorizzare nel modo giusto queste iniziative, proprio perché non riusciamo a portare avanti l’idea di un grosso museo, che ci piacerebbe poter realizzare a Sansepolcro. Sarebbe importante riuscire in qualche modo a realizzare questo sogno, per raccontare tutto quello che la zona ha restituito”.