Questa settimana iniziamo a proporre alcune ricette tipiche del Natale. I cavallucci sono senz’altro uno dei dolci più tipici della nostra zona, comprati o fatti in casa non mancano mai nelle tavole delle feste.
Tante sono le versioni, la modalità di preparazione e la varietà degli ingredienti. Noi proponiamo la ricetta che ci ha inviato la nostra amica Rita Fegadoli.
Ingredienti
- 1kg di farina
- 500 gr di zucchero
- 2 bicchieri di vinsanto e vino bianco
- 20 gr di ammoniaca per dolci
- 300 gr noci e mandorle
- canditi, bucce tritate di arancio, spezie miste, coriandolo a piacere
Preparazione
Sciogliere lo zucchero con il vinsanto.
Unire alla farina l’ammoniaca.
Mettere la farina a fontana.
Unire lo zucchero sciolto e poi gli altri ingredienti.
Stendere l’impasto alto due dita e tagliare con un bicchiere.
Cuocere in forno a 150 gradi per 15-20 minuti, a seconda della grandezza del bicchiere.
Spolverare con zucchero vanigliato.
Lasciare raffreddare. Meglio se serviti il giorno dopo.
L’abbinamento del vino consigliato dall’A.I.S delegazione di Arezzo, gruppo Valtiberina
Il cavalluccio è un dolce “cosmopolita”. Molte regioni rivendicano la ricetta originale. E per non fare torto a nessuno, se assaggiamo la ricetta Toscana, abbineremo un vinsanto di quelli fatte con le uve appassite sui graticci. Se invece abbiamo il cavalluccio marchigiano, consigliamo una Vernaccia di Serrapetrona dolce. Gli amici veneti invece consigliano un Recioto di Soave. In ogni caso la scelta sarà un vino dolce con una buona persistenza.
I consigli di Augusto Tocci
Vinsanto – Ha il colore dell’ambra o dell’oro vecchio, un corpo di nobile stoffa, con note profumate di uva, mele e noci. È un vino da meditazione,dolce e secco. Le uve per prepararlo si tengono appese nel sottotetto e si spremono in inverno inoltrato. Poi si conserva il tutto in speciali caratelli contenenti la madre (i lieviti) e arricchiti di alcune doghe di cipresso per dare il necessario aroma al tutto. In queste botticelle il vinsanto subisce un lungo invecchiamento (quattro cinque anni) con fermentazione “frenata” tra il caldo dell’estate e il freddo dell’inverno. Se si parte da uva nera, si ot-tiene un vinsanto ancora più pregiato, detto “occhio di pernice”.
Scelta e conservazione – Lo troviamo in bottiglie di piccola misura, chiuse con la ceralacca. Trattandosi di un vino da meditazione, va bevuto a una temperatura adeguata e, quando si apre la piccola bottiglia, conviene consumarlo tutto per evitare che si disperdano gli aromi. Gli intenditori lo usano nel periodo pasquale insieme ai dolci da forno e le uova sode, altri lo degustano fumando un sigaro toscano.