La parentesi del lockdown non ha tolto le energie ad una delle realtà culturali più dinamiche del panorama locale. Dopo un periodo di pausa forzata, le attività di CasermArcheologica riprenderanno ufficialmente il 21 giugno con l’inaugurazione della mostra “Archetipi transitori” realizzata dall’artista tifernate Elio Mariucci e curata da Lorenzo Fiorucci.
L’esposizione, che doveva prendere il via lo scorso marzo, era stata sospesa a causa dell’emergenza sanitaria. Con le nuove disposizioni, anche gli spazi di Palazzo Muglioni potranno finalmente riaprire le loro porte e la mostra sarà visitabile a partire dal 27 giugno e fino al 20 settembre 2020.
Domenica 21 giugno, come detto, si terrà una simbolica inaugurazione online in programma alle ore 18:00 alla presenza dell’artista per garantire la possibilità del distanziamento fisico ancora in vigore. L’evento, nel quale si ripercorreranno le tappe chiave della carriera artistica di Mariucci, sarà trasmesso in diretta Facebook sulla pagina dell’associazione. Successivamente, CasermArcheologica riaprirà al pubblico ogni sabato pomeriggio con orario 16:00-19:00.
La mostra
L’esposizione vedrà una sala di Palazzo Muglioni interamente dedicata alla nuova produzione dell’artista, compresa Residui Attivi, l’ultima serie di nuove opere realizzata nel periodo della chiusura e molti altri lavori scelti tra le produzioni di Incantestimi e talismani ed Ex Voto. Il curatore Lorenzo Fiorucci, nel testo inserito nel catalogo della mostra, osserva: Elio Mariucci è un artista dotato di “grazia”, capace di sciogliere spigolature di una rigidità formale e liberare energia generando un irresistibile “effetto magico”.
L’artista
Elio Mariucci è artista poliedrico che, con la moglie Emanuela, spazia tra le arti visive, la poesia, il design, la scenografia teatrale. Insieme hanno sviluppato una poetica e un segno riconoscibili fatti di colore, ritualità, con una sensibilità che li ha avvicinati sia ai grandi artisti che al pubblico più trasversale. Ha inoltre partecipato e contribuito alla scena artistica e culturale del territorio – e non solo – fondando il Gruppo 13×3, collettivo di artisti attivo tra il 1978 e il 1999, che trovava in Piero Dorazio un punto di riferimento carismatico.