Calcio amatoriale: verso un campionato della Valtiberina?

L’idea parte da alcune squadre che starebbero valutando la possibilità di proporre alla Uisp di Arezzo la disputa di campionati di vallata per ripartire con maggior facilità dopo l’emergenza Covid

Foto tratta dalla pagina Facebook UISP Comitato Territoriale Arezzo

Campionati di vallata con trasferte corte e di conseguenza con minori difficoltà sotto il profilo logistico, per diminuire eventuali problemi legati al Coronavirus, evitando nei limiti del possibile di doversi fermare se la situazione nei prossimi mesi dovesse di nuovo peggiorare. Per ora è soltanto una voce che ha cominciato a circolare negli ultimi giorni, un’idea che sta prendendo forma all’interno di alcune squadre della Valtiberina per agevolare la ripartenza dei campionati di calcio amatoriali dopo il lungo stop.

Si tratta a quanto sembra di una prima valutazione, di un’ipotesi che potrebbe presto diventare una proposta da analizzare assieme alla Struttura Calcio della Uisp di Arezzo, perché l’intenzione dovrebbe essere quella di creare un percorso comune e condiviso che possa portare benefici all’intero movimento. In attesa di capire se ci sono oppure no le condizioni per intraprendere questo percorso, proviamo a capire cosa potrebbe succedere, nel caso l’idea dovesse concretizzarsi. L’ipotesi più plausibile potrebbe portare alla nascita di “campionati di zona” che vedrebbero protagoniste le squadre dei singoli territori (Valtiberina, Casentino, Valdarno, Valdichiana, Arezzo città) in cui le migliori classificate dovrebbero a fine stagione sfidarsi in eventuali gare di play off.

Il caso specifico della Valtiberina porterebbe eventualmente alla nascita di un torneo a 11 squadre (prima di fermarsi erano 6 per Sansepolcro, 3 per Anghiari, 1 per Pieve Santo Stefano e 1 per Monterchi). Lo stesso, nel caso, accadrebbe ovviamente anche per le altre zone della provincia, con gironi costruiti seguendo dei criteri esclusivamente geografici. Eventuali future restrizioni, così facendo, avrebbero un impatto minore (non potendo utilizzare gli spogliatoi per esempio, la distanza diventerebbe un fattore cruciale e giocare a pochi chilometri da casa comporterebbe sicuramente meno disagi) e anche i costi di gestione sarebbero limitati. Senza considerare che ogni partita diventerebbe un derby con tanto interesse in più verso il calcio amatoriale.

Questi i “pro” mentre tra i “contro” potrebbero figurare il mettere nello stesso girone squadre che prima dell’interruzione dei campionati militavano in categorie differenti a seconda dei risultati sportivi conquistati e il dover cambiare meccanismi e procedure già oliati da tempo e ben funzionanti. Come detto siamo ancora nel campo delle ipotesi e solamente nelle prossime settimane capiremo se l’idea avrà effetti concreti oppure no. Noi di TeverePost seguiremo eventuali sviluppi e vi terremo in ogni caso aggiornati. Nel frattempo comunque è bello sottolineare che alcune squadre hanno ripreso l’attività, ritrovandosi al campo sportivo e tornando a fare partitelle. Perché la voglia di giocare a calcio non si è mai assopita e sarà, a prescindere da tutto, il vero “motore” della ripartenza. 

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