Con la segretaria del Partito Democratico di Anghiari Barbara Croci abbiamo fatto il punto sul progetto che coinvolge anche Articolo Uno, Partito Socialista e Movimento 5 Stelle in appoggio alla candidatura a sindaco di Mario Checcaglini.
Ad un mese dalle elezioni come sta procedendo la campagna elettorale della vostra coalizione?
Siamo molto contenti perché questa mattina [ieri, ndr] alle 9 abbiamo consegnato per primi tutta la documentazione relativa alla lista. È stato un lavoro molto intenso che abbiamo dovuto svolgere durante il mese di agosto, visto che la data delle elezioni amministrative è stata resa nota in piena estate. Questo ha reso un po’ più complicato organizzarsi, trovare le persone e lavorare insieme, ma siamo molto soddisfatti. Abbiamo composto una lista che dall’inizio abbiamo voluto chiamare “lista di comunità” perché fosse molto rappresentativa, con la spinta dei partiti di tutto l’arco del centrosinistra più i Cinquestelle e con una voluta apertura alle competenze e alle esperienze di chi ha fatto altri percorsi nelle professioni e nell’associazionismo. Siamo riusciti a tenere fede a questo intento e a mettere insieme una lista variegata anche dal punto di vista delle fasce di età, con dentro tante esperienze diverse. Contiamo di unire la freschezza e l’energia di chi si avvicina oggi con curiosità e generosità alla politica insieme all’esperienza di chi già sa come ci si può e deve muovere. Il clima è ottimo, anche se è stato stancante ci siamo divertiti e siamo molto carichi.
Come cinque anni fa i candidati a sindaco saranno tre. Come valutare lo scenario che si è appena definito con la ricandidatura del sindaco uscente?
La ricandidatura ce l’aspettavamo già da tempo, un po’ perché è naturale per un sindaco dopo un primo mandato proseguire per un secondo, un po’ perché nelle ultime settimane avevamo visto anche un cambio da parte dell’amministrazione Polcri nel presentare le attività in corso e addirittura le cose che saranno fatte. Si leggeva insomma una voglia, giusta tra l’altro, di andare avanti. Per quanto riguarda l’altra candidatura, per me personalmente è stata un grosso dispiacere, perché si tratta di una persona che è stata sindaco del Pd e per la quale ho lavorato in giunta per due mandati. Abbiamo avuto diversi incontri preparatori e mai era stata espressa la volontà di una candidatura da parte dell’ex sindaco Bianchi, quindi eravamo convinti di poter fare il percorso insieme. Anche la scelta di Mario Checcaglini è stata fatta collegialmente e proprio per avere la possibilità di avere un candidato unitario, ricomprendere tutto il nostro mondo e costruire insieme l’apertura verso il mondo del civismo. Non è andata così, perché una volta che Mario Checcaglini ha sciolto le riserve, con nostra sorpresa abbiamo preso atto che il percorso era un percorso in autonomia. Questo non toglie niente al rapporto personale, purtroppo sono strade diverse, ma credo che in un momento come questo, di grandi difficoltà ma anche di grandi speranze, valeva la pena sacrificare qualcosa, come noi crediamo di aver fatto, per intraprendere un percorso unitario in alternativa all’amministrazione attuale.
In caso di successo del centrosinistra cosa cambierà nell’approccio alla gestione dell’amministrazione comunale rispetto a quanto visto negli ultimi cinque anni?
Quello che vogliamo e su cui ci stiamo consultando con i cittadini – perché stiamo facendo ormai da due settimane incontri a ritmo serrato in tutte le località del nostro territorio comunale – è essere un’amministrazione della prossimità, ritrovare una vicinanza e dei luoghi dove le informazioni, il confronto e la conoscenza possano essere scambiati. Come Pd avevamo attivato diversi percorsi poi interrotti dalla pandemia e ora stiamo cercando di rimettere a punto tutto questo come metodo: ci confrontiamo molto, perché una definizione delle priorità che tenga conto delle esigenze anche semplici e concrete di chi abita il territorio deve sposarsi con la visione che noi pensiamo di poter portare. Cioè una visione valoriale, aperta alla vallata e non solo, che guarda alle relazioni istituzionali a tutti i livelli, quindi anche in verticale con la regione, il governo e l’Europa. Relazioni di cui nei prossimi anni non potremo fare a meno e che crediamo di poter garantire in virtù di una rete istituzionale di amministratori che i partiti in supporto di questo progetto possono mettere a disposizione. Un altro aspetto è l’attenzione alla qualità progettuale: sarà una sfida dei prossimi anni che riguarderà sia i grandi progetti che possiamo cercare di mettere in campo in alleanza con i comuni limitrofi e con gli altri enti territoriali, sia i piccoli luoghi della vita pubblica: la differenza tra un giardino poco attrezzato, con pochi alberi, non curato e un giardino pieno di verde, panchine e possibilità di vita è una differenza enorme. Con poco, con questa attenzione, si possono veramente facilitare le relazioni e la vita delle persone, per esempio nelle frazioni, che sono ancora carenti di spazi, di servizi, di percorsi pedonali. C’è tanto lavoro da fare.