Segretaria del circolo di Anghiari del Partito Democratico e membro della Segreteria provinciale e dell’Assemblea nazionale, Barbara Croci si divide tra la Valtiberina e Firenze, dove lavora presso uno studio di architettura e urbanistica. È stata assessore del Comune di Anghiari dai primi anni Duemila fino al 2011 con deleghe a cultura, politiche per i giovani e centro storico. Oltre che nel partito, è attiva nell’associazione Progetto Valtiberina, di cui è tra i fondatori, e nella Pallavolo Valtiberina. Nell’intervista rilasciata a TeverePost ha parlato della particolare fase attuale della politica anghiarese e non solo.
Come valuti l’operato dell’amministrazione comunale durante l’emergenza?
L’arrivo dell’epidemia ha dato il via a una crisi senza precedenti nel nostro Paese e ha sottoposto tutti i livelli istituzionali a una prova drammatica e molto difficile. Non mi piace stare sul pero a giudicare l’operato di altri, per questo ho preferito attivarmi da subito in aiuto (specialmente nell’emergenza), collaborando con alcune associazioni locali e con i volontari attivi nel circolo dei Democratici di Anghiari. Stiamo facendo la nostra parte mettendoci in ascolto dei bisogni delle persone e fornendo – anche all’Amministrazione nell’ambito delle nostre possibilità – materiali, informazioni e proposte. Riconosco che, dopo qualche ritardo ed esitazione iniziale, il Comune di Anghiari si è organizzato, principalmente sulla scia delle iniziative e degli obblighi dettati dai provvedimenti di legge del Governo e della Regione Toscana. Hanno anche risposto a qualche nostro appello, come quello di intercedere presso Sei Toscana per una ripresa anticipata del funzionamento dell’isola ecologica, ovviamente con modalità adatte a prevenire contagi.
E invece come giudichi l’operato del Governo?
Riguardo all’operato del Governo più avanti potremo valutare con maggiore lucidità, per ora trovo strumentali e poco ragionevoli molte critiche che vengono mosse “contro” in questi giorni. In Italia sono state prese misure precauzionali importanti sin da prima che l’OMS dichiarasse la pandemia globale, penso al blocco dei voli dalla Cina e alle prime ordinanze del Ministero della Salute. Questi provvedimenti hanno dato tempestivamente un quadro unitario su cui poi le Regioni si sono mosse avendo specifiche competenze e autonomie in materia di Sanità, ciascuna con le proprie sensibilità e capacità. Valuto positivamente l’operato della nostra Regione Toscana che ha portato avanti un adattamento progressivo e sempre prudenziale delle sue ordinanze anche per rispondere alle necessità provenienti dai territori. Ottimo anche il lavoro svolto per le forniture gratuite di mascherine e il sostegno alle imprese toscane per le riconversioni con l’avvio di una produzione di filiera corta dei dispositivi di protezione (camici e mascherine) che le nostre strutture sanitarie hanno potuto utilizzare prestissimo, nel pieno dell’emergenza.
Quali sono le misure necessarie da parte dei vari livelli istituzionali in questa fase?
Oltre alle misure utili a prevenire i contagi e sostenere la ricerca per debellare il virus, inevitabilmente costruite “a pezzi” fin qui, è necessario che ciascun livello istituzionale con le competenze e l’autonomia assegnate dalla Costituzione, si attrezzi per monitorare costantemente l’evoluzione della situazione e affrontare la crisi economica e sociale che verrà con una progettualità adeguata. È importante attivarsi subito per mettere a punto interventi per il futuro con una visione integrata e lungimirante. Insomma servono progetti per la vita delle persone: per l’abitare, la prevenzione, la scuola, gli spazi pubblici, la città capace di adattarsi ai cambiamenti, il commercio di vicinato, una nuova economia sostenibile. C’è un lavoro enorme da avviare senza esitazione, aspettare la fine dell’emergenza significherebbe arrivare tardi, a quel punto molti spingerebbero per lasciare tutto com’era, tornando a vecchie soluzioni magari inefficienti e obsolete.
Quali prospettive dobbiamo attenderci per l’evoluzione della situazione?
Ho fiducia nell’umanità e nella scienza e mi auguro che presto, in un clima inedito di collaborazione globale, il virus verrà sconfitto. Tuttavia è ormai chiaro che la crisi conseguente alla pandemia sarà pesante, ben più forte di quella del 2008. Se non ci sarà una guida politica e culturale in grado di cogliere l’opportunità di una maggiore consapevolezza sociale per dare vita a un nuovo inizio, avremo davanti anni difficili con il rischio di regredire socialmente e culturalmente. Il compito principale delle Istituzioni, a tutti i livelli, sarà quello di sincronizzare le proprie azioni e non perdere più tempo in vuoti dibattiti mediatici che adesso appariranno ancor più inconsistenti e inutili. I cittadini non ci cascheranno più.
Come stanno reagendo alla situazione i cittadini di Anghiari?
Non avevo dubbi su una reazione positiva, attenta e generosa da parte della nostra comunità che può contare su grandi ricchezze come la qualità dell’ambiente in cui viviamo, le esperienze consolidate di associazionismo, volontariato, attività culturali e imprese che sono vere e proprie eccellenze. Mi ha sorpreso tuttavia la velocità e creatività di tante iniziative di queste settimane, i numerosi gruppi social nati per scambiarsi informazioni ed emozioni, produzioni musicali e video professionali di grande impatto, la riconversione rapida di alcune aziende anghiaresi che stanno già producendo mascherine chirurgiche. Insomma, sappiamo fare di necessità virtù e dovremo essere pronti a chiedere e sostenere un nuovo inizio che necessariamente dovrà esserci.
Tornando all’amministrazione comunale, qual è il giudizio sull’intera legislatura?
Una legislatura partita davvero male, con le dimissioni del capolista di una delle liste di opposizione abbiamo perso subito l’unica persona in Consiglio comunale che aveva alle spalle un’esperienza amministrativa, e si è sentita questa mancanza. Purtroppo, specialmente in un piccolo comune, amministrare è cosa ben diversa da fare opposizione, forse anche per questo l’assemblea e la Giunta hanno faticato a trovare un loro funzionamento e una “identità”. Se col tempo c’è stato un miglioramento, resta comunque l’impressione di un operato sotto tono, con l’amministrazione concentrata sulla gestione ordinaria, anch’essa resa difficoltosa a causa di una conduzione al ribasso del personale amministrativo, ridotto a pochi dipendenti in evidente difficoltà. Le principali progettualità messe in campo sono collegate a proposte ereditate da precedenti piani strategici, penso a Palazzo Corsi e al Piano del centro storico, oppure a iniziative della Regione Toscana che sta investendo direttamente nelle ciclabili e negli interventi di recupero e rigenerazione urbana come quello della ex Stazione. Su questi lavori contiamo molto e, dato che tutti i cantieri ripartono, speriamo che possano essere concretizzati presto. Fanalino di coda la pianificazione urbanistica di cui non si sa niente. Con un Piano strutturale del 2008, un contesto normativo regionale totalmente cambiato (L.R. 65/2014 e piano paesaggistico regionale) e un Regolamento urbanistico decaduto da anni, Anghiari è rimasta indietro. Del Piano strutturale intercomunale, che tanti comuni toscani stanno facendo, nessuna notizia, nessuna trasparenza o partecipazione cittadina.
Che aspettative ci sono riguardo alle prossime elezioni regionali?
Sono convinta che i cittadini toscani sapranno valutare bene quanto fatto fin qui e le proposte che verranno formulate per le elezioni del prossimo autunno. Il Covid-19 ha stravolto tempi e modalità della prossima campagna elettorale, ma anche le proposte politiche dovranno adeguarsi per essere all’altezza delle aspettative: chi avrà questa capacità sarà premiato, anche elettoralmente. Si sono aperte nuove possibilità, possiamo ragionare su proposte che prima non avremmo preso in considerazione e programmarne la realizzazione. Le mie aspettative e il mio lavoro vanno in questa direzione, sia sul fronte dell’impegno civico che politico, con Progetto Valtiberina e nel Partito democratico.
Quale scenario avremo alle elezioni amministrative del prossimo anno?
Un’altra domanda? A parte la battuta mi auguro che le legittime aspettative e le ambizioni personali dei singoli restino in secondo piano: Anghiari merita un impegno generoso e leale, specie in questi tempi di crisi, oltre ad una non comune capacità di visione. Anghiari non è un piccolo paese che possa permettersi di scivolare verso un anonimato geografico, turistico e culturale. Ha bisogno di rialzare un “corpo cittadino” che sembra da qualche anno sdraiato e irritato da piccole e inutili polemiche quotidiane. Occorre, non formalmente ma con azioni concrete, aumentare la percezione che solo facendo “squadra” (possibilmente mettendoci dentro tutti i sentimenti e le competenze migliori) si potrà rimettere al centro l’unica cosa che conta per Anghiari: il bene comune.