Quello in programma il 17 e 18 ottobre è il sesto ballottaggio della storia del comune di Sansepolcro, mentre per Città di Castello si tratta del quinto appuntamento con il secondo turno elettorale. Introdotto nel 1993 insieme alla previsione dell’elezione diretta del sindaco (fino ad allora i cittadini eleggevano il consiglio comunale, che a sua volta votava al proprio interno il primo cittadino), il ballottaggio riguarda soltanto i comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Come è noto, vi si fa ricorso qualora nessuno dei candidati superi il 50% dei voti validi al primo turno, come è avvenuto quest’anno sia a Sansepolcro che a Città di Castello.
Sansepolcro, Bruno Graziotti l’unico a ridurre lo svantaggio iniziale
A Sansepolcro tutte le elezioni che si sono tenute con questo sistema elettorale si sono concluse con il ballottaggio, con la sola esclusione della sfida tra Alessio Ugolini e Franco Polcri nel 2004: in quell’occasione al primo turno si presentarono solo due candidati a sindaco, per cui il ballottaggio sarebbe stato possibile solo in caso di perfetta parità tra i due contendenti. Un’ipotesi pressoché inverosimile, anche se tutto sommato non ci si andò proprio lontanissimi, visto che Ugolini prevalse per soli 48 voti su 10.360.
Se quella fu una sorta di ballottaggio anticipato al primo turno, il riepilogo dei cinque ballottaggi effettivi comincia con i due successi di Dario Casini (nel 1995 su Maria Pia Oelker e nel 1999 su Luigino Sarti), proseguendo con l’affermazione di Franco Polcri su Bruno Graziotti nel 2006 e con quelle di Daniela Frullani su Fabrizio Innocenti nel 2011 e di Mauro Cornioli sulla stessa Frullani nel 2016. Tutti questi casi sono accomunati dal fatto che a vincere al secondo turno è stato sempre chi era avanti dopo la prima tornata.
Questa tradizione sorride dunque ad Andrea Laurenzi, ma Fabrizio Innocenti può tentare la rimonta partendo da un distacco molto ridotto, pari a soli 85 voti. C’è però un precedente in cui la distanza tra i due contendenti era ancora minore, e il protagonista era curiosamente lo stesso Innocenti, che nel 2011 al primo turno si fermò ad appena 57 suffragi da Daniela Frullani. Quella volta però il secondo turno vide la differenza dilatarsi e alla fine i voti di margine furono 1.308.
Per trovare invece il distacco maggiore registrato al primo turno si deve risalire al 1995, con Casini avanti su Oelker di 2.310 voti, che al ballottaggio divennero 3.681. Il maggiore incremento di vantaggio tra primo e secondo turno è stato invece quello di Mauro Cornioli su Daniela Frullani nel 2016: da +1.091 a +2.674. Quella di Cornioli è anche la percentuale massima toccata al ballottaggio (68,22%, cioè lo 0,5% in più di Casini nel 1995). Bruno Graziotti nel 2006 è invece l’unico inseguitore ad essere riuscito a ridurre il distacco, anche se non abbastanza da rimontare: Franco Polcri vide infatti ridursi il proprio vantaggio tra primo e secondo turno da 480 a 341 voti, chiudendo con la percentuale vincente più bassa, il 51,79%.
Città di Castello, l’ultimo ballottaggio nel 2006
Se il distacco tra Laurenzi e Innocenti è di 85 voti, la situazione è ben diversa a Città di Castello, dove al primo turno Luca Secondi ha distanziato Luciana Bassini di oltre duemila suffragi (2.081, per la precisione). La partita resta tuttavia aperta, se non altro perché tornano in gioco i quasi 9.000 voti complessivi dei due candidati del centrodestra usciti di scena nella prima fase, Marinelli e Lignani Marchesani.
Nel principale comune dell’Altotevere umbro non si andava al ballottaggio dal 2006: le ultime due elezioni, quelle del 2011 e del 2016, hanno infatti visto il successo di Luciano Bacchetta direttamente al primo turno. Nei quattro ballottaggi precedenti hanno prevalso due volte Adolfo Orsini (nel 1993 su Paola Anna Pillitu e nel 1997 su Stefania Fuscagni Spinoso) e due volte Fernanda Cecchini (nel 2001 su Franco Campagni e nel 2006 su Franco Ciliberti). In tutti i casi il sindaco eletto era già in testa dopo la prima tornata.
Cecchini-Ciliberti 2006 è anche il ballottaggio a cui i contendenti si sono presentati dopo aver fatto segnare il maggior distacco al primo turno, pari a 4.844 voti, ridotti a 2.574 dopo il secondo turno (pur restando molto lontano dalla rivale, Ciliberti ha così marcato il maggior recupero da parte di un inseguitore). I 705 voti tra Orsini e Fuscagni Spinoso nel 1997 segnano invece la distanza minima al primo turno, e quell’occasione corrisponde anche all’unico caso in cui al ballottaggio il vantaggio è stato incrementato, arrivando alla fine a quota 942.
In termini di percentuali finali, nei quattro precedenti il massimo è stato raggiunto da Cecchini nel 2001 (57,17%), mentre la vittoria con il minimo scarto è stata quella di Orsini nel 1997 (52,02%).