Si è svolta venerdì sera presso il teatro comunale “Pilade Cavallini” di Sestino un’assemblea pubblica sul tema dell’assistenza sanitaria nel comune montano. All’appuntamento, voluto dal sindaco Franco Dori, hanno preso parte il direttore del distretto socio-sanitario Arezzo-Casentino-Valtiberina Evaristo Giglio e la direttrice del dipartimento di Coordinamento tecnico scientifico della Usl Toscana sud est Anna Beltrano. I rappresentanti dell’azienda sanitaria hanno interagito con il primo cittadino e con numerosi abitanti del luogo che hanno preso la parola nel corso dell’incontro esprimendo le grosse preoccupazioni della comunità sestinese.
Al centro del dibattito l’imminente pensionamento, a fine mese, del medico di medicina generale Enrico Gnoni e l’impossibilità di individuare un sostituto. Come è noto, infatti, la carenza di medici è ormai generalizzata: “Alla luce della condizione che riguarda tutto il Paese, in Toscana mancano centinaia di medici”, ha ricordato in apertura il dottor Giglio, che ha sottolineato la disponibilità a concedere un incarico provvisorio in deroga cercando un medico in tutto il territorio nazionale. Il tentativo però non ha finora avuto esito, così come avvenuto anche dopo il pensionamento del dottor Chiasserini ad Anghiari nei mesi scorsi.
La dottoressa Beltrano ha ricostruito nel dettaglio lo scenario a partire dall’introduzione oltre 20 anni fa del numero chiuso nella facoltà di medicina: “Quella scelta politica dava l’indicazione precisa di ragionare sulla programmazione di quello che serve, ma questa parte della norma è stata dimenticata. Si è fatto il taglio, abbiamo risparmiato e siamo arrivati alla situazione attuale”, ha detto. Una situazione per cui non ci sono più né medici di guardia medica, né specialisti (“bandiamo concorsi per 80 posti e si presenta una persona o due”), né medici di medicina generale, che – come è stato ricordato – non sono dipendenti dell’azienda sanitaria ma sono liberi professionisti convenzionati.
Alla luce della domanda di medici molto superiore all’offerta, finisce che anche fra i neolaureati non c’è disponibilità a recarsi nei luoghi periferici: “Careggi li assorbe tutti”, ha commentato Beltrano, prima di fare presente che “siamo arrivati a contattare i ragazzi che sappiamo che stanno per laurearsi, chiedendo se dopo la laurea saranno disponibili a determinati incarichi. Non abbiamo più nulla, gli ospedali stanno esplodendo”, ha aggiunto, facendo l’esempio dell’emergenza-urgenza di Arezzo che “è carente di dieci unità”.
Venendo allo scenario attuale a Sestino, l’unica soluzione che è stato per ora possibile individuare è stata quella di innalzare a 1.800 assistiti il massimale del dottor Enrico Brilli di Badia Tedalda, che ha dato la propria disponibilità a prendere in carico anche tutti i sestinesi. In questo modo il medico avrà la possibilità di acquisire circa 600 assistiti in più rispetto ad ora, riuscendo probabilmente ad assorbire tutti quelli in esubero (ma i dirigenti Asl si sono riservati di effettuare un conteggio più dettagliato e hanno dato la disponibilità ad effettuare aggiustamenti, qualora necessari). Pur apprezzando lo sforzo del dottor Brilli, tanto il sindaco Dori quanto alcuni degli intervenuti hanno manifestato grossa preoccupazione per le difficoltà a cui andrà necessariamente incontro un unico medico nel seguire così tanti assistiti in un territorio che diventa particolarmente vasto, poco collegato, con una popolazione anziana e su cui insistono anche due Rsa.
“Il dottor Brilli è stato una manna, se non ci fosse stato lui non avrei saputo cosa fare”, ha rimarcato Beltrano, che tuttavia ha ricordato che in un tempo relativamente breve si porrà il problema del pensionamento anche di quel medico: “Se adesso siamo messi male, tra un anno, un anno e mezzo o due saremo messi malissimo”, ha detto. Di qui l’appello della dirigente ai presenti: “Dobbiamo tutti insieme trovare una soluzione. Non c’è in questa vallata – ha chiesto – un medico, dei ragazzi che si stanno laureando, qualcuno interessato che conoscete e potete provare a coinvolgere? Perché noi non ci stiamo riuscendo”, ha ammesso.
Nel corso del dibattito è stato inoltre ricordato il problema aggiuntivo della completa assenza di assistenza pediatrica a partire dal mese scorso, quando è stato interrotto il servizio che prevedeva la presenza del dottor Giuseppe Losi una volta al mese a Sestino e una volta al mese a Badia Tedalda. Con il pensionamento del dottor Paolo Batti di Sansepolcro, infatti, si è ridotto a due il numero di pediatri di libera scelta nell’intera Valtiberina toscana.
A questo proposito, il dottor Giglio ha annunciato un accordo raggiunto nei giorni scorsi: dietro richiesta del medico di medicina generale i bambini potranno ricevere visite specialistiche recandosi a Sansepolcro, con un pediatra e un neonatologo dell’ospedale San Donato di Arezzo che una o due volte a settimana saranno presenti presso l’ospedale biturgense.
Tra le altre questioni emerse, le difficoltà per gli abitanti sestinesi di essere accolti nei pronto soccorso degli ospedali dell’Emilia-Romagna: “Dopo essere stati a Firenze e Bologna siamo arrivati a un accordo sottoscritto dai rispettivi assessori regionali che però è ancora fermo”, ha detto Dori, trovando l’impegno degli interlocutori a sbloccare la situazione.
In conclusione di confronto, i rappresentanti dell’azienda sanitaria hanno elencato una serie di “ipotesi di lavoro”, a partire da quella di fornire in tempi brevi l’assistenza di un infermiere al dottor Brilli. Sul punto, pur nella carenza anche di personale infermieristico, Giglio e Beltrano si sono mostrati ottimisti. Inoltre, c’è stato l’impegno a “valutare con il Comitato di medicina generale” la possibilità di una deroga perché eventuali assistiti in esubero possano passare a medici in servizio presso comuni limitrofi fuori regione, qualora questi ultimi fossero disponibili e non abbiano già raggiunto il massimale. La dottoressa Beltrano ha quindi ribadito l’impegno alla ricerca di un nuovo medico, al tempo stesso rilanciando di nuovo l’appello a tutti a fare altrettanto: “Dev’essere un lavoro corale, dobbiamo intercettare un giovane medico o chiunque conosciamo”, ha ripetuto.
Dopo un’esortazione finale del sindaco affinché “il medico di guardia, almeno nel mese di dimora a Sestino, arrivi alcune ore prima per fare ambulatorio”, Beltrano si è impegnata a “studiare con gli appositi uffici tutte le possibili soluzioni per garantire l’assistenza”. Ma “dev’essere un lavoro corale”, ha ribadito.