La Casa della salute di Anghiari e Monterchi potrebbe tornare nelle prossime settimane ad avere l’organico completo. Come è noto, da quattro medici inizialmente in servizio si era scesi a due per un pensionamento ed una prolungata assenza per malattia. Finora le due assenze non avevano trovato sostituzione se non attraverso incarichi temporanei di brevissima durata, tanto che nei giorni scorsi i sindaci Alessandro Polcri e Alfredo Romanelli avevano scritto una lettera alla Regione e all’azienda sanitaria chiedendo un tavolo di confronto per affrontare il problema.
Ora lo scenario si appresta a cambiare, come è stato annunciato questa mattina in conferenza stampa presso la sala del consiglio comunale di Anghiari, alla presenza dei due primi cittadini, dei dirigenti del distretto socio-sanitario Evaristo Giglio e Valentina Anemoli e della capogruppo di maggioranza anghiarese Roberta Giorni.
“Dal 25 febbraio – ha detto il dottor Giglio – una nuova dottoressa entrerà nella Casa della salute di Anghiari e Monterchi e prenderà in carico tutti gli assistiti del dottor Guadagni”. Si tratta di un incarico provvisorio ma che “continuerà a tempo indeterminato fino all’eventuale rientro del dottor Guadagni”, ha precisato il direttore del distretto, che ha aggiunto che “abbiamo acquisito inoltre l’iscrizione negli elenchi della Valtiberina di un’altra dottoressa e siamo in attesa della definizione dell’incarico, che in questo caso sarebbe definitivo”. Il medico ha 60 giorni, che scadono l’8 marzo, per sciogliere la riserva sull’accettazione o meno. In caso di esito positivo la Casa della salute tornerebbe a disporre di quattro professionisti come era inizialmente.
La carenza di medici, come è stato ricordato durante la conferenza stampa, è un problema che investe l’intero territorio nazionale, e su scala regionale si stima che attualmente i medici di medicina generale mancanti siano 245: “Stiamo pagando errori di programmazione che vengono da lontano”, ha commentato Giglio, con riferimento in particolare alla progressiva riduzione del numero di laureati, favorita dal numero chiuso nella facoltà di medicina, che non riesce a far fronte ai pensionamenti (“nei prossimi cinque anni sarà un disastro se non si corre subito ai ripari”, ha detto). Il direttore del distretto ha anche criticato il sindacato dei medici per una politica di “iperprotezione” finalizzata a far raggiungere i massimali di pazienti ai medici in servizio a scapito delle sostituzioni, ed ha sollecitato la Regione Toscana ad “incrementare le borse di studio per il corso triennale della medicina generale anche al di là dei fondi ministeriali”.
A risentire maggiormente della carenza di medici rispetto ai posti disponibili sono naturalmente le zone periferiche, che subiscono la concorrenza di territori più appetibili, e in assenza di repentine inversioni di rotta i prossimi anni vedranno una crescita esponenziale dei disagi. “Per il futuro – ha sottolineato la dottoressa Valentina Anemoli – dovranno essere prese misure a livello nazionale per riqualificare, e non certo farla scomparire, la medicina del territorio, che anche in epoca Covid ha rappresentato un elemento fondamentale per la risposta ai bisogni. Contiamo che il Pnrr e il nuovo accordo collettivo nazionale permettano di far sì che le Case della salute non siano solo contenitori vuoti ma che rappresentino per i cittadini un vero punto di riferimento. Su questo noi abbiamo le idee chiare e speriamo che il Governo e la Regione ci aiutino a portare avanti questo progetto essenziale”, ha concluso Anemoli.