Arte, teatro ed attori come elementi di ripartenza, per Anghiari e per tutta la Valtiberina. Così era stato nel 1631 in seguito alla peste e così potrebbe essere oggi, dopo l’emergenza Coronavirus. La storia, seppur con le dovute differenze, potrebbe ripetersi e ritrovare slancio per una rinascita culturale, caratterizzata da una scoperta sensazionale. Anghiari diventerà da venerdì 26 giugno il set per un documentario di grande valore artistico e simbolico che partendo da un fatto storico racconterà l’inestimabile patrimonio d’arte e di civiltà della Toscana, attraverso una storia di ripartenza affascinante ed inedita. Il documentario è Rastrelli. Arte, teatri e attori al tempo della peste e nasce grazie ad un’intuizione e ad un approfondito studio effettuato in tempo di “lockdown” da Andrea Merendelli, direttore artistico del Teatro di Anghiari.
Il progetto è stato illustrato lunedì sera a Palazzo Pretorio, nella Sala del Consiglio del Comune di Anghiari in diretta video su Facebook. Presenti anche il sindaco Alessandro Polcri e i rappresentanti di alcune associazioni cittadine. “La storia che verrà raccontata – ha spiegato Merendelli – parte dal 1631, quando una compagnia di importanti attori girovaghi rimase bloccata ad Anghiari a causa della peste. Non era un caso che fossero qui perché la città all’epoca era un luogo nevralgico della Toscana, per numero di abitanti, per prestigio e per i suoi spazi teatrali. È una storia di coraggio innanzitutto, perché il governatore dei Medici permise agli attori comici di togliere i rastrelli messi alle porte della città per frenare il contagio e di allestire con queste assi di legno un palcoscenico, nonostante la peste non fosse ancora stata del tutto sconfitta. Il ritorno in scena rappresentò una vera rinascita, una nuova vita che prese forza dall’arte, dal teatro, dalla cultura. Da qui nasce la storia, particolarmente di attualità visto il momento che stiamo vivendo oggi, che ci porterà ad una straordinaria scoperta. Non anticipo altro, ma posso dire che il documentario sarà un vero e proprio viaggio tra i gioielli di Anghiari e della Toscana e che credo possa essere una ripartenza, adesso come allora”.
Nelle parole del direttore artistico del Teatro di Anghiari anche alcuni dettagli su come si svolgeranno le riprese: “La regia del documentario sarà di Simone Marcelli di Catarina Producciones, con musiche originali eseguite dal vivo con strumenti antichi da musicisti professionisti toscani. Le riprese cominceranno venerdì 26 giugno e si protrarranno per una settimana circa. Mi sono messo a studiare questa storia da casa durante il lockdown, basandomi anche sulle ricerche che avevo fatto in archivio e approfondendo questa intuizione con tutte le informazioni che ci arrivano dalla grande storia. Importante evidenziare la collaborazione al progetto de Le Gallerie degli Uffizi e la portata che questa storia potrebbe avere per Anghiari e per l’intero territorio”. Una forza che arriverà oggi come nel 1631 dal teatro, dalla cultura e dall’arte, un mix tra passato e presente in cui al centro di tutto c’è la valorizzazione del patrimonio. L’intuizione e lo straordinario lavoro effettuato da Andrea Merendelli riporteranno alla luce ciò che per tanti anni è rimasto nascosto e che tutti noi siamo più che mai curiosi di scoprire.