Ricorrono oggi cinque anni dall’elezione dell’attuale sindaco di Anghiari Alessandro Polcri. Era infatti il 5 giugno del 2016 quando si tennero le elezioni amministrative che nella parte toscana della Valtiberina interessarono anche Sansepolcro, che però dovette attendere il ballottaggio, due settimane più tardi, per ratificare il successo di Mauro Cornioli. Ad Anghiari, come da norme per i comuni al di sotto dei 15.000 abitanti, tutto si svolse in un turno unico, dall’esito al cardiopalma: Polcri, appoggiato dalla lista civica LiberaMente, vinse infatti con uno scarto di soli 9 voti su Simone Matteagi della lista Insieme per Anghiari. Polcri ottenne 1.202 voti assoluti, pari al 38,45%, mentre Matteagi si fermò a 1.193 (38,16%), con terzo incomodo Paolo Gaggiottini del Movimento 5 Stelle che ottenne 731 preferenze (23.38%).
Si trattò di un risultato poco atteso alla vigilia, figlio tra l’altro delle forti divisioni interne al centrosinistra che permisero a Polcri di contare anche su consensi trasversali che si rivelarono sufficienti a portare a casa la vittoria. D’altra parte se si parla di 9 voti significa che ad essere decisive bastano appena 5 persone (“una famiglia”, nel gergo tradizionalmente usato per conteggiare i voti a disposizione) che decidono di mettere la croce su un nome anziché sull’altro.
A cinque anni da quella votazione thrilling avremmo di norma dovuto trovarci nei giorni delle nuove elezioni, ma come è noto la pandemia ha fatto slittare la scadenza fino all’autunno e ha dato la possibilità alle forze politiche cittadine di prendere tempo. Ancora oggi tutti tengono rigorosamente coperte le proprie carte. Da parte del sindaco Polcri, per esempio, non c’è ancora stata l’ufficializzazione di una ricandidatura che tuttavia appare probabile. Il primo cittadino uscente si dice concentrato sulla legislatura in corso e spiega di voler dare priorità al superamento dell’emergenza prima di effettuare con la propria lista le valutazioni legate alle prossime elezioni. Se si ripresenterà, Polcri avrà dalla sua quello che spesso è un vantaggio fisiologico, cioè essere il sindaco in carica che punta a un nuovo mandato per portare avanti il percorso avviato. D’altro canto è difficile che possa contare anche stavolta su tutte le aree che ne hanno sostenuto la vittoriosa corsa del 2016.
Tra i possibili sfidanti, in casa centrosinistra il Pd ha di recente lanciato la proposta di quella che ha definito una “lista di comunità”: nell’occasione il partito guidato da Barbara Croci ha diffuso una nota sottolineando di stare “lavorando da mesi in una direzione di apertura insieme ad altre forze politiche, senza alcun pregiudizio di appartenenza”, con l’obiettivo di “unire le forze coinvolgendo sia la parte organizzata della società sia le persone che, con il loro impegno e le loro competenze, potranno sostenere lo sviluppo e la qualità del territorio”. Nel partito, tuttavia, le acque non possono dirsi tranquille e i problemi di cinque anni fa non appaiono ancora del tutto superati. Nello scenario cittadino riecheggia intanto insistentemente un nome pesante, quello dell’ex sindaco Danilo Bianchi, che starebbe lavorando ad una lista al di fuori delle dinamiche partitiche, che potrebbe assumere i connotati di un progetto trasversale rispetto agli schieramenti classici.