Andrea Mazzeo, cortonese, classe 1989, già candidato a sindaco della propria città nel 2014, fa parte della lista del Partito Comunista che supporta per la carica di presidente della Giunta Salvatore Catello alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre. TeverePost lo ha sentito nell’ambito del ciclo di interviste con i candidati al Consiglio della Regione Toscana per quanto riguarda le formazioni presenti nella circoscrizione aretina.
Quali sono i temi su cui insistete maggiormente durante questa campagna elettorale?
Per forza di cose abbiamo parlato parecchio della sanità, se non altro perché copre la stragrande maggioranza del bilancio regionale, poi abbiamo parlato molto anche del tema dei rifiuti, con il recente via libera da parte della Regione al raddoppio dell’inceneritore di San Zeno. E poi abbiamo parlato di lavoro, e ancora di viabilità e infrastrutture.
In ambito sanitario quali sono gli obiettivi?
Di farla finita con il finanziamento, diretto o indiretto che sia, alla sanità privata. I soldi pubblici si spendono sulla sanità pubblica. Va proprio cambiato il concetto che c’è dietro, quello della sanità vista come un costo: la sanità ha dei costi, ma per noi è un investimento sulla salute e sul benessere dei cittadini. E poi la riqualificazione degli ospedali di vallata, che sono considerati minori ma per noi non lo sono, e che negli ultimi cinque anni hanno visto un forte depauperamento.
Sui rifiuti che analisi fate?
La regione ha dato il via libera al raddoppio dell’inceneritore con tanto di ringraziamenti del comune di Arezzo, a riprova del fatto che centrodestra e centrosinistra sui temi di fondo non si discostano affatto, hanno la stessa impostazione. Noi vogliamo spingere sulla raccolta differenziata e sul porta a porta, mentre è chiaro che il raddoppio dell’inceneritore, che si avvicina alla capienza di 78.000 tonnellate all’anno, per noi non può esistere, perché non produciamo – e non dobbiamo arrivare a produrre – quel quantitativo di rifiuto indifferenziato. Non per fare campanilismo, ma si amplia un inceneritore che non serve al territorio e alle vallate aretine ma serve per ricevere i rifiuti da fuori. Allora che si dica chiaramente che ad Arezzo siamo la pattumiera della regione.
Hai parlato di lavoro. Qual è l’approccio?
Come comunisti ricolleghiamo questo tema al nostro programma di cambiamento radicale a livello nazionale, che passa dall’ammettere che applicare qualunque programma di intervento pubblico deve passare dall’uscita della gabbia dell’Unione Europea, dai suoi vincoli assurdi, da patti di stabilità incompatibili con un rilancio pubblico dell’economia. Questo lo sappiamo tutti benissimo, però nessuno ha il coraggio di dirlo. Ma se uno non dice questo è chiaro che qualsiasi promessa che fai è truffaldina, è illusoria, perché illudi i cittadini nelle campagne elettorali ma poi non puoi fare nulla, in particolare sul tema dell’occupazione e di un’occupazione sana, cioè nel rispetto dei diritti dei lavoratori.
Guardando la scheda elettorale un elettore di sinistra può rimanere disorientato: c’è una lista di sinistra nella coalizione di centrosinistra, un’altra al di fuori, e ci sono poi due liste dichiaratamente comuniste con denominazione e simbolo molto simili. Come valuti questo scenario?
Questo è uno scenario assolutamente negativo, non ci giriamo tanto intorno. Per la sinistra italiana è un problema piuttosto vecchio, ci sono sicuramente delle responsabilità da più parti, però noi come Partito Comunista abbiamo avviato questa campagna elettorale in autonomia e non ne siamo assolutamente pentiti, anzi siamo convinti della necessità della costruzione del Partito Comunista in Toscana e in Italia. Altri partiti di sinistra più o meno collegati al PD faranno il loro percorso. Per quanto riguarda l’altra lista con falce e martello, sinceramente mi è sembrata più una mossa – appunto – per disorientare l’elettorato a sinistra del PD. Comunque noi dobbiamo proseguire senza timore il discorso che abbiamo iniziato, senza fare finta di non vedere che questo problema va affrontato, va discusso, specie tra comunisti, per arrivare a un unico grande partito dei lavoratori in Italia.
Cosa significa per il PC questo appuntamento elettorale?
Questa tornata elettorale, specialmente in Toscana, è importantissima, anche perché le elezioni ci permettono di uscire allo scoperto, di rompere un po’ l’oscurantismo mediatico che abbiamo intorno e di portare le idee dei comunisti alla luce e sotto gli occhi dei cittadini, che poi valuteranno. Secondo me un voto al Partito Comunista in questa fase particolare è un segnale forte che va dato al PD, va dato al centrosinistra, ad altre sinistre più o meno farlocche e naturalmente contro la destra. Per far capire che il simbolo dei lavoratori è ancora presente e vogliamo che sia protagonista nella politica della Toscana e, in futuro, dell’Italia.
Insieme alle regionali c’è il referendum costituzionale, rispetto a cui hai preso pubblicamente posizione per il no.
Sembra quasi che io sia l’unico a cui interessa qualcosa di questo referendum. Noto che c’è anche qui molto oscurantismo, ma da entrambe le parti, sia da parte di quei politici che voterebbero no che da parte di quelli che voterebbero sì. Questo secondo me è un dramma, perché questa riforma costituzionale è uno snodo decisivo, invece il Paese lo vive come se fosse una partita di calcio: si fa il tifo per mandare a casa chissà chi, senza affrontare il problema come merita, cioè tenendo presente che la questione va a toccare la Costituzione repubblicana e antifascista.