Un’esperienza multisensoriale che lega insieme una parte visiva, una olfattiva e una sonora: è questo che attende il visitatore della mostra personale “Il mare visto dalla luna” del 36enne biturgense Andrea Ciotti, inaugurata sabato scorso nella sala espositiva di Palazzo Pretorio a Sansepolcro e visitabile fino al 18 ottobre. A permettere di godersi i dipinti calandosi maggiormente nell’atmosfera marina che vi è ritratta, infatti, anche gli odori sprigionati da appositi nebulizzatori e la riproduzione ciclica del rumore delle onde. “È un suono che mi ha veramente aiutato nel processo di creazione di questi lavori”, ci spiega l’artista, che oltre alla passione per le arti figurative, scoperta relativamente tardi, nutre quella per la musica, a cui si è dedicato con successo per tutta la vita come chitarrista e insegnante. “Porto con me nell’arte la parte musicale”, spiega. “Il mare è chiaramente un elemento musicale, come del resto lo siamo noi stessi, con il nostro battito cardiaco che è un elemento ritmico, o tutti gli organismi che producono vibrazioni, magari non percepibili dall’orecchio, ma che sono comunque suoni”. Tra musica e pittura Ciotti coglie un legame profondo: “Sicuramente le due arti sono sorelle”, dice. “Certe regole le ritrovi: la parte matematica della musica, che è nel ritmo, la ritrovi nelle geometrie di un dipinto; l’importanza delle pause nella musica la ritrovi nell’importanza di lasciare degli spazi nei dipinti; inoltre”, aggiunge, “io associo la parte legata all’armonia, e quindi all’altezza delle note, con la gamma dei colori”.
Dicevamo di una passione per le arti figurative che si è palesata da non troppo tempo ma, come ricorda Ciotti, “il seme dell’interesse per la pittura probabilmente è nato proprio in questa sala quando ero piccolo”. L’episodio che ci racconta risale a quasi 30 anni fa: “Facevo la terza elementare o giù di lì. C’era la mostra di una pittrice di Cortona e tra i tanti presenti lei prese questo bambino, che ero io, e gli fece fare il giro spiegando tutto, ogni quadro, le emozioni che lei provava, l’ispirazione che aveva avuto. Questa cosa mi colpì molto e le impressioni di quel giorno mi sono rimaste dentro e hanno germogliato, anche se lentamente”, commenta il pittore. Che ha una spiegazione per l’attenzione che la pittrice gli rivolse: “L’artista si prende cura del bambino, che non è solo quello esteriore ma è anche il bambino interiore. Questa è una peculiarità dell’artista, perché alla fine l’arte è un gioco, un gioco con delle regole, un gioco nella sua più alta accezione”.
La mostra è aperta fino a domenica 18 ottobre dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 20 a Sansepolcro, sala espositiva di Palazzo Pretorio, piazza Garibaldi, 1.