Aumentano le prese di posizione intorno all’ordinanza del presidente della Giunta regionale Eugenio Giani che – per liberare risorse per fronteggiare l’epidemia – rende solo telefonico il servizio di guardia medica dalle 24 alle 8 in tutto il territorio della Toscana. A chiedere a Giani di rivedere la decisione sono adesso anche gli stessi consiglieri regionali di maggioranza. Nel pomeriggio sono intervenuti con due distinti messaggi sui social i due membri aretini del gruppo consiliare del Partito Democratico in Regione, Lucia De Robertis e Vincenzo Ceccarelli, che chiedono di mantenere aperto il servizio tutta la notte limitatamente alle aree periferiche e disagiate.
“Comprendiamo come l’emergenza Covid chieda di massimizzare gli sforzi su questo fronte, sopratutto in termini di impiego di preziose risorse umane. Ma in particolari aree della Toscana, quelle più periferiche come certe rurali e montane, la permanenza del servizio è essenziale, stante la distanza dai presidi sanitari”, scrive De Robertis. “D’altronde la riforma sanitaria del 2015 ha messo in legge il riconoscimento delle esigenze e delle particolarità delle zone disagiate. Mantenere in quelle aree la guardia medica notturna è, dunque, adempiere alla legge”, aggiunge.
Sulla stessa linea Ceccarelli: “La scelta di sospendere la guardia medica dalle ore 24 alle ore 8 non tiene conto delle diverse necessità dei territori. Per questo, insieme al presidente della commissione sanità del Consiglio regionale Enrico Sostegni, chiediamo che venga subito modificata. Apprezziamo lo sforzo messo in campo per il contrasto all’emergenza sanitaria legata al Covid e comprendiamo bene la necessità di avere un numero maggiore di medici in disponibilità ma occorre tener presente che la Toscana non è fatta solo di città e grandi centri. Al contrario è un territorio vasto e ci sono zone più marginali dove questa scelta rischia di avere gli effetti di un indebolimento dei servizi difficilmente sostenibile dalle comunità locali”, spiega l’ex assessore.
L’ordinanza del presidente Giani è la numero 107 dell’11 novembre. Le prese di posizione critiche sono state diverse in tutta la Regione. In Valtiberina aveva manifestato preoccupazione nei giorni scorsi il consigliere comunale di Badia Tedalda Emanuele Orcese, mentre è di stamattina la lettera dei sindaci del comprensorio con la richiesta di tornare sulla decisione. In giornata si erano susseguiti altri commenti sul tema. Tra gli interventi si era registrato quello del consigliere comunale di Sansepolcro Tonino Giunti: “Continua l’opera di demolizione della sanità in Valtiberina – aveva detto – con una decisione che la gente sta subendo in un momento di massimo bisogno per la salute e per l’aspetto psicologico. La salute non si regola sulle ore della giornata ed è incredibile che si sia giunti ad una decisione così. Faccio un appello a tutti i consiglieri regionali eletti nella provincia di Arezzo perché manifestino la loro contrarietà e si faccia ritornare indietro Giani su questa decisione. La popolazione non sopporta più tutti questi tagli alla sanità”.
Attacchi sul tema della guardia medica erano arrivati anche da sinistra. In particolare l’ex amministratore anghiarese Giacomo Moretti aveva criticato “quelle forze politiche di maggioranza in Regione che in questo periodo stanno maturando la velleità di candidarsi alla guida dei comuni della nostra valle”, e aveva sottolineato che “sbalordisce il silenzio di chi si è candidato a ruoli regionali per rappresentare il nostro territorio, magari godendo di posizioni di rilievo nazionali all’interno di quel medesimo partito”. Il duro affondo, senza nominarla, è rivolto con ogni evidenza alla segretaria del PD di Anghiari Barbara Croci, a conferma dello stato di fibrillazione dentro il locale centrosinistra in vista delle prossime elezioni amministrative. “Da semplice cittadino quale sono mi resta solo l’indignazione che spero qualcuno sappia, quanto prima, tradurre in seria proposta politica”, aveva aggiunto Moretti.