Anche i baristi e ristoratori di Sansepolcro alla manifestazione di Confcommercio a Firenze

L’iniziativa pacifica, organizzata nel rispetto dei protocolli, ha visto la partecipazione di una delegazione biturgense: “Accanimento ingiusto verso la nostra categoria”

Dopo le ultime restrizioni del Governo, tantissime attività e pubblici esercizi di tutta la regione lanciano un nuovo grido di allarme. C’erano anche i ristoratori e baristi di Sansepolcro oggi a Firenze in occasione della manifestazione di protesta pacifica coordinata da Confcommercio Toscana a seguito delle disposizioni imposte con il nuovo Dpcm.

Con questa iniziativa, l’associazione ha ribadito ancora una volta la propria contrarietà ad un provvedimento che penalizza categorie già in grande difficoltà dopo mesi in cui hanno dovuto fare i conti con spese e chiusure. Si attendono ora risposte serie e veloci che possano dare un sostegno reale alle famiglie degli imprenditori locali.

Gestori di locali, ma anche barmen, chef, pasticceri, camerieri. Erano una quindicina circa i valtiberini presenti al sit-in organizzato di fronte al palazzo regionale in Piazza Duomo in rappresentanza delle attività del territorio. A coordinare le operazioni è stato Massimiliano Micelli, referente di zona della Confcommercio Valtiberina. Assieme ai ristoratori erano presenti anche alcuni rappresentanti locali delle forze politiche di opposizione che hanno colto l’occasione per ribadire la loro contrarietà alle scelte intraprese dall’esecutivo in contrasto alla diffusione del Covid.

A margine della manifestazione, Micelli ha espresso soddisfazione per il buon esito della giornata: “Tutto si è svolto in modo assolutamente rispettoso e sicuro. I manifestanti si sono seduti sulla piazza chiedendo di essere ascoltati, ma soprattutto di non essere trattati come ‘untori’. Attribuire l’ascesa dei contagi alle nostre attività altro non è che un accanimento ingiustificato verso l’intera categoria. I ristori annunciati in queste ore sono un primo passo, ma non sono ancora sufficienti a colmare i disagi di natura economica, e non solo, causati dalle nuove restrizioni.”

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“Siamo vicini alla Fipe, associazione che riunisce tutte le attività di ristorazione, pubblici esercizi e locali, perché questa chiusura alle 18 altro non è che un lockdown camuffato – tuona la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini – Con questi provvedimenti si elimina la socialità e i paesi si spopolano. Abbiamo scelto di far sentire la nostra voce in modo assolutamete rispettoso e pacifico perché siamo padri e madri di famiglia che in questo momento hanno bisogno di risposte.”

Altrettanto taglienti le dichiarazioni del direttore regionale dell’associazione Franco Marinoni: “Riteniamo questi provvedimenti iniqui, assurdi e controproducenti. I nostri ristoranti non sono di certo i focolai dell’epidemia, che in realtà adrebbero cercati altrove. Le nostre attività sono ripartite dal 18 di maggio e per quattro lunghi mesi hanno lavorato tranquillamente fino alla metà di settembre con una curva dei contagi assolutamente sotto controllo. Anche con la crescita dei casi Covid abbiamo continuato a lavorare allo stesso modo dei mesi precedenti. Sembra incredibile che in un pullman di 16 metri quadrati si debba stare stipati in 40 mentre nei negozi è necessario entrare 2-3 alla volta. Per questo oggi protestiamo contro un governo che non ci tutela e non ci rappresenta.”

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