Completata la panoramica sulle tre linee di intervento proposte dal gruppo di lavoro dell’Anci per centrare l’obiettivo del rafforzamento del sistema culturale urbano, TeverePost esamina oggi un secondo obiettivo che si pone il Piano strategico per lo sviluppo culturale di Sansepolcro. Il documento, redatto nell’ambito di un progetto sperimentale condotto nei mesi scorsi, punta l’attenzione sul concetto di programmazione partecipata, un risultato che si intende raggiungere attraverso una singola linea di intervento, denominata co-progettazione culturale.
La prima azione suggerita a questo proposito richiede un lavoro preparatorio di un mese e lo stanziamento di 5.000 euro annui. Si tratta dell’attivazione di una Rete permanente di programmazione partecipata, una realtà cui dare vita su iniziativa dell’assessore alla cultura per consolidare le collaborazioni già esistenti tra il Comune e gli operatori culturali e per stimolarne di nuove. In questo modo si pensa di arricchire l’offerta culturale della città e di renderne più efficiente la gestione. Far parte della Rete consente agli operatori di accedere alla documentazione in materia fornita dall’amministrazione e di essere parte attiva dei progetti legati alle azioni descritte di seguito.
A partire dal secondo passaggio: la creazione di un comitato di co-progettazione strategica, ovvero un organismo permanente finalizzato ad affiancare l’amministrazione nella programmazione degli interventi in campo culturale. Una sorta di “esecutivo” della Rete permanente, da mettere in piedi in due mesi e con uno stanziamento annuo di 5.000 euro, che potrebbe intervenire in particolare in tre direzioni: concordare il calendario unico della cultura, per evitare sovrapposizioni, favorire la programmazione anticipata, rafforzare collaborazioni tra operatori; definire gli standard di qualità minimi che ogni evento culturale di Sansepolcro dovrà rispettare (in termini di trasparenza, uguaglianza e imparzialità, continuità, regolarità, accessibilità, tempestività e sostenibilità ambientale); assistere l’amministrazione nella redazione del Piano annuale di finanziamento della cultura. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, il lavoro intende far fissare delle priorità agli operatori e coinvolgere gli stessi cittadini: dapprima in momenti di discussione nell’ambito di iniziative di presentazione del piano di finanziamento; e in un secondo momento in una vera e propria votazione dei progetti che – al termine di tavoli di progettazione e valutazioni di fattibilità – stabilirà quali di questi l’amministrazione dovrà impegnarsi a finanziare. Anche qui le spese logistiche ammontano a 5.000 euro, mentre i tempi previsti dal Piano strategico sono di 12 mesi, a fronte dei tre indicati per il calendario unico e dei sei per la definizione degli standard.
La terza azione suggerita dal gruppo di lavoro è la creazione di strumenti condivisi e di procedure operative, per rafforzare la coesione degli operatori culturali. Si tratta di individuare all’interno della Rete permanente, entro quattro mesi, tre gruppi che predispongano progetti per: l’attivazione di una redazione congiunta – da mettere in campo in sei mesi dedicandole 30.000 euro l’anno – che valorizzi e promuova l’offerta culturale attraverso un sistema multicanale integrato, sia realizzando nuovi contenuti che rilanciando quelli dei singoli operatori; l’organizzazione di un servizio di funding integrato; e infine la messa in campo, a partire dal 13º mese di lavoro, di un programma di condivisione degli spazi operativi e culturali tra i membri della Rete, per valorizzare e incrementare le attività negli spazi comunali e in quelli dei singoli operatori e per favorire la collaborazione tra le varie realtà.
Quarta ed ultima azione indicata dal Piano strategico per quanto riguarda l’obiettivo della progettazione partecipata è la crescita collettiva delle competenze e delle conoscenze. Un intervento “sul capitale umano già operativo attraverso modelli, anche innovativi, che prevedono lo scambio professionale, azioni di mentorship, la condivisione e lo scambio peer to peer, incontri per comunità di pratica”. Ma anche attività tradizionali di formazione e affiancamento, comprendendo inoltre momenti formativi destinati a tramandare i saperi artigiani. Si ipotizza la necessità di tre mesi di tempo e di 10.000 euro per la fase preparatoria, fatta di ricognizione dei bisogni formativi, mappatura delle conoscenze e creazione di una banca dati sulle competenze professionali nella progettazione culturale.
Completata la presentazione di questa linea di intervento, nei prossimi giorni vedremo il terzo ed ultimo obiettivo del piano, ovvero la proiezione territoriale del patrimonio di Sansepolcro.
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