Azione, la forza politica fondata nel 2019 da Carlo Calenda, si trova per la prima volta ad affrontare le elezioni amministrative di Sansepolcro. Sul percorso del partito verso questa scadenza abbiamo parlato con il coordinatore territoriale Michele Gentili.
Come si sta avvicinando Azione all’appuntamento del prossimo autunno?
Noi ci poniamo come obiettivo non quello di fare un’opposizione sterile ma quello del governo, quindi con rispetto e in punta di piedi siamo consapevoli di doverci confrontare con le forze già presenti portando alcuni temi. Naturalmente non pensiamo di poter indirizzare tutta la strategia politica o amministrativa di un’ipotetica coalizione, ma qualcosa di nostro intendiamo portarlo.
Ad esempio? Quali sono gli argomenti che ritenete prioritari?
Se ne devo citare tre dico sanità, famiglia e centro storico. La sanità locale ha bisogno di un passo in avanti e di essere messa in rete con tutto il territorio della Valtiberina. L’ospedale di Sansepolcro nel tempo è stato depauperato, ma non possiamo accettare questo stato di cose in maniera passiva, occorre attivarsi. Anche non lontano da noi ci sono esempi a cui guardare, come i comuni di Apecchio e Città di Castello che si sono fatti promotori di un’iniziativa che ha coinvolto le regioni Marche e Umbria, per cui ora i cittadini di Apecchio possono usufruire dell’ospedale di Città di Castello. Queste pratiche fanno capire che si possono ottenere risultati anche senza reperimento di risorse ulteriori. Poi è evidente che se si vuole arricchire il nostro ospedale di zona le risorse vanno trovate, portando la regione al tavolo e cercando di convincere tutti gli attori che la Valtiberina ha bisogno di un ospedale che abbia più servizi rispetto a quelli che riesce ad erogare adesso.
E per quanto riguarda la famiglia?
La città di Sansepolcro sta perdendo popolazione, eravamo quasi 17.000 e ci stiamo avvicinando ai 15.000 abitanti. Di conseguenza serve che l’amministrazione metta a disposizione di una famiglia – qualunque essa sia, non mi riferisco solo a quella tradizionale – strutture che permettano di fare una programmazione e di ritornare a fare figli. Così come servono politiche che permettano di mantenere i nostri giovani sul territorio con formazione e lavoro, due cose che vanno sicuramente a braccetto.
Rispetto al centro storico qual è il vostro approccio?
Parto dal presupposto che va tenuto un equilibrio tra commercio, centro storico, turismo. Non è così banale, perché abbiamo esperienze anche vicine in cui è stata privilegiata la parte commerciale danneggiando il centro storico. Sansepolcro ha bellezze e percorsi culturali che richiedono che il centro storico sia valorizzato e supportato, perché vedere vetrine vuote e saracinesche abbassate non è una bella pubblicità. Delle soluzioni si potrebbero trovare: ad esempio coinvolgendo i proprietari dei locali sfitti, mettendoli al tavolo con le associazioni e con i cittadini, commercianti e imprese che hanno necessità di quei locali. Il comune dovrebbe fare la sua parte anche mettendo delle risorse. D’altra parte se partiamo dal presupposto che le risorse non ci sono non andiamo lontano, bisogna fare in modo di trovarle, visto che ci sono tanti esempi in cui il reperimento di fondi sia europei che regionali riesce a dare un minimo di respiro a chi ha la voglia e l’entusiasmo di ampliare la propria attività o di aprirne una nuova.
Questo tema si ricollega al dibattito legato alle ipotesi di realizzazione di una nuova area commerciale.
Sì, riguarda proprio la ricerca di quell’equilibrio a cui mi riferivo, una questione che sbaglieremmo ad affrontare in maniera sbrigativa e facilona. Di certo non credo che la rivitalizzazione del centro storico passi dallo stop a iniziative commerciali al di fuori delle mura, questo è poco ma è sicuro. Bisogna trovare la possibilità di rivitalizzare il centro storico e che ci siano anche strutture fuori dal centro storico senza che si vada in concorrenza, altrimenti si rischia di non avere né l’uno né l’altro elemento. Questa è la cosa peggiore, perché le decisioni vanno prese, mentre è sbagliato non decidere, tenere bloccata la situazione del parco commerciale e lasciare il centro storico in una condizione di difficoltà. Poi obiettivamente una soluzione facile non credo ci sia, l’equilibrio va trovato con iniziative legate al marketing turistico, alle strutture ricettive con cui mettere in relazione turismo e attività locali. Ed è fondamentale il coinvolgimento delle associazioni, tanto è vero che un’altra cosa che vorremmo portare al tavolo della coalizione è un assessorato specifico dedicato al centro storico e alle associazioni cittadine.
A proposito di coalizione, attualmente Azione risulta parte di quello che era nato come tavolo del centrosinistra. Qual è lo stato dell’arte?
Devo dire che Azione è stata coinvolta molto, sia dalla riva destra che da quella sinistra, e questo ci ha fatto piacere. Può essere dipeso dal fatto che costituiamo una novità e dal fatto che probabilmente c’è la consapevolezza che quest’anno la partita si giocherà soprattutto al centro, dove c’è molta bagarre. Noi abbiamo esaminato diverse ipotesi, senza troppi vincoli di natura ideologica, quindi sia un ipotetico “terzo polo” in alternativa ai due schieramenti, sia la possibilità di inserirsi nel tavolo già precostituito del centrosinistra. Il terzo polo lo abbiamo valutato – e lo stiamo valutando – in maniera seria, ma sono sorte difficoltà in particolare sulla figura del candidato sindaco, che comunque potrebbero eventualmente anche venire superate. Riguardo al tavolo del centrosinistra, invece, è da tempo che chiedevamo al Partito Democratico che fosse lasciata da parte la deriva populista e credo che stiamo ricevendo ascolto. Ancora non è concluso nulla, però penso che in quel contesto potremmo trovare dei buoni spazi, consapevoli appunto che la parte di centro, dei riformisti, dei liberali, possa giocare un ruolo importante. E che condividendo le scelte anche con chi è più spostato a sinistra possiamo realizzare un buon programma di governo. In ogni caso la situazione va definita a breve perché per poter costruire un progetto serio i tempi sono questi.