Nel nuovo appuntamento dedicato ai successi delle squadre di calcio del territorio ripercorreremo la straordinaria doppietta del Città di Castello che nella stagione 2014-2015 primeggiò nel campionato di Eccellenza Umbra dopo aver sollevato al cielo la Coppa Italia di categoria a livello regionale. Un doppio trionfo messo a segno da una compagine formidabile, a coronamento di una stagione vissuta sempre al massimo. I tifernati cominciarono l’avventura nella Coppa Italia di Eccellenza Umbra da detentori del trofeo (conquistato nel 2013-2014 dall’allora Group Città di Castello guidato da mister Pazzaglia in finale contro l’Angelana grazie al gol siglato da Missaglia) e fecero fin da subito capire di avere le carte in regola per puntare al bis. La squadra del tecnico Enrico Cerbella vinse il proprio girone di appartenenza con 6 punti in classifica (successi con Pontevecchio e Ventinella e sconfitta ininfluente ai fini della qualificazione con la San Marco Juventina) e nella doppia semifinale ebbe la meglio sulla Narnese (vittoria per 2-0 all’andata e pareggio per 2-2 al ritorno) staccando così il pass per la finalissima.
L’atto decisivo si giocò il 4 gennaio 2015 ancora una volta in un palcoscenico prestigioso, lo Stadio Curi di Perugia. Avversario del Castello era la Subasio, realtà calcistica tra le più quotate a livello regionale. Fu una finale incerta ed equilibrata, come da pronostico della vigilia. Mister Cerbella si affidò ai seguenti undici: Ciccarelli in porta, Mohammadi, Silvestrini, Eramo e Pilleri in difesa, Ventanni, Bernicchi e Antonelli a centrocampo, Pagliardini, Porricelli e Missaglia in attacco. Nel corso del match entrarono in campo anche Bernardini, Santinelli e Bevilacqua, ma facevano parte della rosa anche Massetti, Allegria, Carini e Orecchiuto. Il gol siglato in apertura da Porricelli illuse i biancorossi, ma l’ex di turno Gammaidoni più o meno alla mezz’ora firmò l’1-1. Il risultato non cambiò più, né durante i tempi regolamentari, né nel corso dei supplementari, sintomo chiarissimo di un sostanziale equilibrio, in termini di valori e di gioco espresso. Per l’assegnazione del titolo si resero così necessari i calci di rigore e la serie dei tiri dagli 11 metri fu un susseguirsi di emozioni: al gol tifernate di Porricelli fece seguito l’errore di Gammaidoni, ma dopo i gol siglati da Ventanni (C) e Ameti (S), arrivarono l’errore di Pilleri e la trasformazione di Mellillo a riportare di nuovo il risultato in parità. La rete di Bernardini e la parata di Ciccarelli su Baratteri sembrarono indirizzare definitivamente la contesa, ma nell’ultima serie Bevilacqua calciò alto e Silveri riportò la Subasio al pareggio. I 5 canonici penalty non erano bastati e così la “lotteria” dei rigori proseguì ad oltranza. Santinelli si presentò sul dischetto e insaccò la “pesantissima” sfera alle spalle di Rossi portando di nuovo in vantaggio il Città di Castello (5-4), mentre Bolletta calciò sul palo le speranze della Subasio.
I tifernati alzarono al cielo per il secondo anno consecutivo il prestigioso trofeo e si qualificarono per la fase nazionale. Il livello era alto, ma la formazione di Cerbella si fece valere superando agli ottavi di finale i marchigiani del Biagio Nazzaro (ko per 2-0 all’andata in trasferta, affermazione con identico punteggio al Bernicchi il 18 febbraio 2015 nel ritorno e rimonta completata ai calci di rigore) e ai quarti di finale il Sangimignano (1-1 all’andata in casa e vittoria per 2-1 in trasferta al ritorno). L’avventura nella Coppa Nazionale di Eccellenza si concluse nella doppia semifinale con la Bustese (3-3 a Città di Castello e sconfitta per 4-0 in terra lombarda nel successivo match), ma la stagione regalò ai tifernati un’altra grande soddisfazione. Il team di Enrico Cerbella dominò infatti il campionato di Eccellenza Umbra vincendolo grazie ai 66 punti conquistati nelle 30 gare disputate (20 vittorie, 6 pareggi e 4 ko, con il miglior attacco del girone decretato da 71 gol all’attivo e 39 reti al passivo) con ben 7 lunghezze di vantaggio sul Todi (2° posto finale in classifica). La matematica sicurezza del trionfo e della promozione in Serie D arrivarono in anticipo rispetto al termine della regular season, a conferma della netta superiorità palesata durante tutta la stagione. I biancorossi chiusero la spettacolare cavalcata battendo 2-0 in casa il San Sisto, nell’ultimo turno di campionato grazie ai gol siglati da Missaglia e Bevilacqua, festeggiando così di fronte ai propri tifosi l’ennesima grande prestazione e l’ennesima vittoria di un’annata memorabile. La doppietta coppa-campionato fu il premio meritato per un gruppo capace di giocare bene e di dare il massimo in ogni momento, come ricordato dall’allora tecnico Enrico Cerbella.
“Fu una stagione eccezionale che ricordo con grandissimo piacere. Il nostro obiettivo era vincere il campionato e riportare in Serie D il Città di Castello, mentre la Coppa era un’opportunità che siamo stati bravi a sfruttare appieno, credendoci sempre di più man mano che passavano i turni. Ci prendemmo gusto, ci divertivamo a giocarla e questo spirito ci accompagnò fino alla finale. Arrivammo all’atto decisivo con il giusto spirito e la partita del Curi contro la Subasio resta indimenticabile, per la favolosa cornice di pubblico, per un contesto decisamente prestigioso e per le emozioni che la caratterizzarono. La gara fu equilibrata e intensa, i calci di rigore la resero ancora più coinvolgente. Noi eravamo tranquilli e probabilmente sentivamo meno di loro la tensione. Ho in testa l’immagine dei volti distesi dei miei giocatori che erano consapevoli di aver fatto il massimo e desiderosi di alzare il trofeo, ma senza pressione. Era anche la mia sensazione, tanto che durante i vari penalty rimasi seduto in panchina, al mio classico posto, il primo verso il centro del campo. Eravamo leggeri di testa, ma con tanta voglia di vincere. Al loro ultimo errore ci fu una vera esplosione di gioia. Un momento straordinario che porterò per sempre dentro di me, soprattutto per tre motivi: perché alzare un trofeo non è cosa che capita tutti i giorni, perché riuscirci in uno stadio come il Curi lo rese ancora più speciale e prima di tutto perché vincere da allenatore della squadra della mia città fu davvero il massimo. Quel trionfo, arrivato nel mese di gennaio – sottolinea Cerbella – ci dette un’ulteriore spinta per la conquista del campionato. Il girone di andata fu piuttosto equilibrato, ma nella seconda parte di stagione alzammo il livello e prendemmo il largo rispetto alle rivali più accreditate. La squadra era costruita per vincere, ma poi in campo i pronostici vanno confermati e noi lo facemmo giocando anche un ottimo calcio, partita dopo partita, con consapevolezza e determinazione. Eravamo forti in ogni reparto, ma soprattutto il potenziale offensivo era di primissimo piano, tanto che concludemmo il campionato con il miglior attacco e andando a segno in tutte le gare. I ragazzi si divertivano a giocare e anche io mi divertivo, ad allenarli e a vederli in campo la domenica. La certezza del successo arrivò grazie alla vittoria sul campo del Cannara, ma onorammo il campionato fino alla fine e ci congedammo battendo davanti al nostro pubblico il San Sisto. Riportare in Serie D la squadra della mia città fu un altro motivo di orgoglio per me e quell’annata resta una delle più belle della mia avventura calcistica. Si era creato un meraviglioso rapporto tra tutti noi, eravamo un gruppo affiatato e soprattutto, se mi passi questa definizione, una banda di amici, elemento che per noi fu alla base della splendida doppietta coppa-campionato”.