Dal 20 agosto al 12 settembre la Rotonda medievale di Città di Castello ospiterà la prima mostra personale di Francesco Bendini, “Work Work Work”, 45 sculture in cemento di 10 chili l’una ispirate ai formati di pasta più noti e amati. Piccoli blocchi monocolore posizionati a terra accompagnano il visitatore in un percorso studiato dallo stesso artista che consiglia di “immergersi” letteralmente all’interno delle opere che, posizionate a terra con criterio, diventano esse stesse direttive per una corretta fruizione della mostra. L’allestimento dello spazio obbliga lo spettatore a zigzagare fra le sculture, mancando distanza e corridoi di passaggio agevoli: è un vero e proprio percorso ad ostacoli da saltare e schivare con lo sguardo puntato sempre verso il basso.
“Questa è la mia prima mostra personale, qua ho chiuso una serie che si intitola Pasta e comprende 45 sculture in cemento” dichiara Bendini. “Ogni serie porta il nome della pasta che rappresenta: capellini, linguine, bavette, spaghetti quadrati, spaghettini, spaghetti. Il numero delle opere fa riferimento al tempo di cottura dei diversi formati di pasta. Posizionando le sculture, cerco di seguire le linee dello spazio, seguendo la direzionalità del pavimento. C’è un ipotetico percorso in cui lo spettatore deve entrare, anche se a volte si trova impossibilitato perché manca lo spazio necessario per muoversi. Saltellando e scavalcando le opere il fruitore attiva, così, la mostra”.
Bendini studia scultura all’Accademia di belle arti di Bologna e sogna, in un futuro prossimo, di fare l’artista. Con la sua mostra ha voluto rimarcare, però, un concetto che gli sta molto a cuore: “oggi capita spesso che gli artisti, soprattutto in giovane età, non vengano considerati professionisti, trovandosi raramente ad essere retribuiti per il loro lavoro”. Sulle tecniche impiegate per produrre le sue opere, Bendini ci dice che “le mie sculture sono in cemento e vengono da un calco che ho realizzato partendo da della pasta: per quattro serie ho impiegato pasta dura, per altre due serie invece ho utilizzato pasta cotta. Per queste, ho costruito uno scolapasta, ho lasciato che la pasta si seccasse al suo interno e ho prodotto il calco”.
Studiando all’Accademia Bendini si è avvicinato alla scultura, iniziando a lavorare manualmente alle sue opere: “entrando in Accademia e lavorando in laboratorio c’è stato un vero risveglio della manualità per me, prima non avevo a disposizione i mezzi necessari per lavorare alle sculture, il principale medium che utilizzo. Fra gli artisti che mi hanno maggiormente condizionato e ispirato sicuramente Damien Hirst e Marcel Duchamp, vero rivoluzionario del ‘900. Per me è molto importante esporre qua, la Valtiberina è il luogo in cui ho abitato per 22 anni. Ho voluto riportare qua quello che ho visto a Bologna, sono molto contento di questa mostra”.
Sarà possibile visitare la mostra tutte le domeniche dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 18:00, durante la settimana prenotandosi inviando una mail all’indirizzo info@francescobendini.com. L’ingresso è libero esibendo green pass in base alle normative vigenti”.