Alfredo Romanelli, che compirà 62 anni questo mese, è sindaco di Monterchi dal 2014. Lo scorso anno ha ottenuto dagli elettori il via libera per il secondo mandato, durante il quale si trova, come del resto tutti i colleghi sindaci, a svolgere il proprio ruolo in una situazione decisamente anomala.
Come lavora in questo periodo macchina amministrativa?
Per quanto riguarda gli uffici comunali, la maggior parte dei dipendenti lavora da casa in via telematica. Anche le riunioni di Giunta non le facciamo più in presenza ma le svolgiamo da remoto, tramite Whatsapp. Il Consiglio comunale ancora non si è riunito in questo periodo, però ci stiamo attrezzando per effettuare sedute a distanza attraverso la piattaforma messa a disposizione dall’ANCI. Ci stiamo con fatica adattando a queste nuove tecnologie. Anche con qualche difficoltà, ma ci stiamo attrezzando.
Qual è lo stato d’animo della gente in paese?
L’impossibilità di spostarsi sta cambiando tutte le abitudini delle persone. Devo dire che a Monterchi i cittadini si stanno comportando abbastanza bene e sono rispettosi le ordinanze, però più passa il tempo e più si avverte la fatica di rimanere chiusi in casa. Ovviamente molte attività sono chiuse e soffrono moltissimo, penso a tutto il comparto della ristorazione, delle attività ricettive, dei bar, estetisti, parrucchieri. Tutto un mondo che si è fermato, e quindi si stanno generando problemi economici non indifferenti.
Quali iniziative sono state messe in campo a Monterchi?
Da subito, in collaborazione con le associazioni, abbiamo cercato di servire tutti i nostri cittadini, soprattutto gli anziani e quelli che hanno difficoltà a spostarsi, organizzando le consegne a domicilio di tutti i generi di prima necessità, farmaceutici e quant’altro. Le associazioni a Monterchi sono molto attive, per esempio hanno acquistato circa 1700 mascherine e hanno iniziato oggi a distribuirle alla popolazione. Anche il Comune ne ha distribuite circa un migliaio alle attività aperte e a tutti quelli che ne avevano necessità. Insomma ci stiamo organizzando per creare meno disagi possibile.
Come giudica le misure del governo e degli altri livelli istituzionali?
Non facciamo particolari critiche a nessuno, perché questa cosa ha preso un po’ tutti alla sprovvista. Forse certi provvedimenti potevano essere in qualche modo anticipati, ma capisco anche la grande difficoltà di prendere certe decisioni.
Quali sono le prospettive per le prossime settimane e i prossimi mesi?
Credo che la cosa sarà molto lunga, perché finché non si troverà una cura o un vaccino difficilmente torneremo a quella che consideriamo la normalità. Sicuramente mi auguro che passeremo alla cosiddetta “fase due”, in cui si tenterà di riaprire alcune attività, soprattutto le attività produttive. Vedo con più difficoltà l’apertura dei servizi pubblici, dei ristoranti, dove c’è un contatto diretto. Soprattutto, diciamolo francamente, perché ormai il turismo per tutta l’annualità non ci sarà, soprattutto quello estero. Vuoi per cause interne, vuoi perché ormai il virus ha invaso tutto il mondo e quindi la mobilità di fatto si è fermata. Pertanto il mondo del turismo e della ristorazione sarà quello che con più fatica riprenderà la propria attività con una certa normalità.