Alfredo Romanelli, dopo due legislature da vice del sindaco Massimo Boncompagni, è diventato primo cittadino di Monterchi nel 2014 ed è stato riconfermato nel maggio 2019. Lo abbiamo incontrato poco dopo il giro di boa dell’attuale mandato per fare un punto della situazione su una fase in cui l’attività amministrativa è stata fortemente condizionata dalla pandemia. “Sono stati due anni impegnativi, perché questa situazione ci ha colto di sorpresa”, ha commentato il sindaco. “Molte attività sono state necessariamente sospese, penso per esempio ai musei, quindi ci sono stati momenti difficili che però abbiamo cercato di gestire al meglio. Il Museo della Madonna del Parto, per esempio, ha avuto delle flessioni oggettive perché è stato chiuso per molti mesi, ma nei momenti in cui siamo riusciti ad aprire ci sono state presenze importanti, soprattutto nel periodo estivo”.
Minori incassi, “stato e regione sono venuti incontro agli enti locali”
Per quanto riguarda l’impatto della pandemia sul bilancio comunale, Romanelli ha sottolineato che “ci sono state contrazioni negli incassi, ma dobbiamo dire onestamente che lo stato e la regione sono venuti incontro agli enti locali: i ristori ci sono stati e hanno senza dubbio coperto le perdite”, ha detto. C’è però preoccupazione per il futuro, visto anche “l’aumento vertiginoso dei costi energetici” che “oggettivamente non è sostenibile dai nostri enti se non ci saranno interventi da parte dello stato”.
“Mai un periodo di 5 anni con così tante risorse per investimenti”
Per quanto riguarda la parte degli investimenti, il primo cittadino monterchiese ha parlato di “un periodo molto favorevole: in questi due anni – ha detto – abbiamo già ottenuto finanziamenti per un milione e mezzo di euro e più di altrettanto è in ballo di qui a fine legislatura. Mai è stato attraversato un periodo di cinque anni con tante risorse disponibili per investimenti”. Più nel dettaglio, Romanelli ha spiegato che “il nostro ufficio tecnico ha presentato tanti progetti che sono andati a buon fine”, tra cui quelli “per la messa in sicurezza idraulica della zona di Pocaia a valle della provinciale, quindi l’abitato e la zona industriale”, con i lavori che dovrebbero partire a primavera, e “un progetto che riguarda la zona Colcello e le scuole, dove verrà realizzato un marciapiede con illuminazione”. Sempre a proposito di scuola – ha aggiunto Romanelli – “abbiamo completato i lavori per il rifacimento dei bagni e di tutte le infrastrutture e abbiamo ottenuto finanziamenti per l’efficientamento energetico, che ha interessato anche tutti i palazzi comunali”, permettendo la sostituzione di tutte le caldaie e dei corpi illuminanti. “Questo si affianca all’importante lavoro sull’illuminazione pubblica che abbiamo fatto in project financing e che ci ha permesso di sostituire tutti i corpi illuminanti del comune, quindi possiamo considerarci tra i comuni che hanno investito di più nella riqualificazione energetica”.
I progetti legati al Pnrr: dal rilancio dei musei alle collaborazioni con altri comuni
C’è poi il tema Pnrr: “Ci stiamo lavorando molto – ha affermato Romanelli – e abbiamo già avanzato alla regione 8 progetti per complessivi 8 milioni di euro legati alla rigenerazione urbana che vorremmo riguardasse la zona museale, compreso il riutilizzo del Monastero delle Benedettine. Sappiamo che è di proprietà della diocesi – ha precisato il sindaco – ma pensiamo di poter trovare un accordo che dovrebbe prevedere il completo trasferimento di proprietà dell’immobile al comune, con tutti i molteplici utilizzi che può garantire un complesso così vasto. Sempre nel Pnrr c’è il progetto dedicato ai borghi: “Abbiamo già trovato l’accordo per partecipare insieme al comune di Caprese Michelangelo – ha detto il primo cittadino – con cui ci unisce tra l’altro il direttore dei nostri musei. È un progetto di rigenerazione sociale che prevede finanziamenti fino a 2 milioni e 80mila euro per i due comuni. La stessa cosa la faremo insieme ad altri comuni per il bando sulla rigenerazione urbana, che prevede la partecipazione di comuni al di sotto dei 15.000 abitanti ma che insieme superino tale soglia. In questo caso c’è un finanziamento fino a un massimo di 5 milioni”.
“Non bisogna perdere l’occasione di questi finanziamenti”, ha commentato Romanelli. “Da parte dello stato e dell’Unione europea c’è almeno sulla carta l’intenzione di utilizzare queste risorse in tempi veloci, quindi i comuni devono attrezzarsi da subito e non tentennare. Noi nel nostro piccolo siamo già in campo con diversi progetti”.
Unione dei comuni, “serve uno sforzo da parte dei sindaci per associare più servizi possibile”
In qualità di sindaco, Alfredo Romanelli è anche assessore dell’Unione dei comuni, ente erede della vecchia Comunità Montana e attualmente composta da sei dei sette comuni della Valtiberina, vista la mancata adesione di Pieve Santo Stefano. L’intervista è stata quindi anche l’occasione per affrontare questo tema: “L’Unione dei comuni ha tante potenzialità – ha detto Romanelli – perché soprattutto nella gestione dei servizi noi piccoli comuni abbiamo oggettive difficoltà organizzative. Oggi con l’evoluzione delle normative c’è bisogno all’interno degli enti pubblici di specializzazioni e professionalità che ogni singolo comune da solo trova enorme difficoltà ad avere.” La soluzione è quindi quella di associare i servizi: “Trarremmo due importanti benefici: da un lato più professionalità e organizzazione, dall’altro anche una convenienza economica, perché i costi di scala se gestiti bene potrebbero ridursi”.
Ma quali sono allora le difficoltà per procedere con maggiore convinzione in questa direzione? Secondo Romanelli “un rallentamento è dovuto al fatto che in Valtiberina le elezioni non sono più in contemporanea e il continuo ricambio dei sindaci fa sì che ognuno che entra nell’Unione ha bisogno di mettere la parte la propaganda, capire come è organizzato l’ente e quali possono essere le convenienze”. Un altro ostacolo deriva dal fatto che “qualcuno ha paura di perdere la propria autonomia decisionale”, ha detto il sindaco di Monterchi, ma “io sto facendo degli sforzi per convincere tutti che non è così, che ognuno può mantenere la propria autonomia. Io vedo l’Unione dei comuni come un vero e proprio service a cui i comuni si agganciano per poter erogare i servizi, pur mantenendo ogni comune la propria impostazione del bilancio e la propria autonomia nel decidere quanto investire nei vari settori. Associare i servizi non significa uniformare le politiche”. Per Romanelli, inoltre “non c’è una grande collaborazione fra i dipendenti dei comuni che sorreggono le decisioni degli amministratori, quindi bisogna cambiare anche una mentalità non solo della politica ma anche degli uffici”.
Ai sindaci, insomma, “si richiede di fare uno sforzo in più per vincere gli ostacoli che ciascuno trova all’interno del proprio comune. Naturalmente non possiamo accontentare tutti, però personalmente sono convinto che la prospettiva debba essere questa”. Nel sistema di rotazione della presidenza dell’ente, tra l’altro, alla scadenza del mandato del sindaco di Sestino Franco Dori, a inizio autunno, alla guida dell’Unione dovrebbe andare proprio il primo cittadino di Monterchi: “Se sarò presidente – ha confermato Romanelli – lavorerò perché si possano associare più servizi possibile, stabilendo degli step precisi per andare in questa direzione. Fortunatamente l’Unione, con tutte le sue difficoltà, ha una situazione di bilancio buona che può consentire in una fase di transizione di aumentare i servizi associati anche investendo risorse proprie”.