Alessio Antonelli, 44 anni, dipendente Newlat-Buitoni, è il rappresentante in Consiglio comunale di “Insieme Possiamo”, quella più a sinistra tra le forze della maggioranza cittadina che con ‘Il nostro Borgo’ e Democratici per Cambiare appoggiano la Giunta Cornioli. Antonelli è subentrato nell’assise biturgense nel 2018, sostituendo Desara Muriqi. Come gli altri capigruppo ha commentato a TeverePost la situazione attuale nel quadro più generale della legislatura e delle prospettive a venire.
Come giudichi l’operato dell’amministrazione durante questa emergenza?
L’amministrazione si è comportata nel migliore dei modi di fronte a una cosa nuova per tutti a livello mondiale. A parte qualche sottigliezza non abbiamo lavorato male, poi durante la corsa si può sempre aggiustare il tiro, però fino ad oggi quello che si poteva fare è stato fatto in maniera corretta. Anche il pacco alimentare, su cui ci sono state obiezioni, è stata una scelta vincente, mentre la scelta del solo buono spesa avrebbe avuto controindicazioni. Per esempio ci sono comuni dove il buono non è stato sufficiente a coprire tutte le richieste. A Sansepolcro invece il buono spesa è stato introdotto, oltre al pacco, per quanto riguarda farmacie e cartolibrerie. In questo senso quindi c’è stata un’apertura. Si è trattato di una proposta dell’assessore Vannini, che in tutta questa fase ha mostrato grande professionalità, raccolta dall’intera maggioranza. Sottolineiamo inoltre la scelta di aver tenuto sempre informati i capigruppo di minoranza in ogni passaggio.
Come valuti le scelte del Governo e della Giunta regionale?
Partendo dalla Regione, il presidente Enrico Rossi si è preso una denuncia per la mancanza di DPI, ma come mancavano in Toscana mancavano in tutta Italia e in tutta Europa. Invece Rossi non si è mosso male, ha avuto anche la “delicatezza” di provvedere a distribuire le mascherine prima di obbligarne l’uso, al contrario di quanto avvenuto in Lombardia. Siamo in linea con l’Emilia-Romagna ma, su altre sponde politiche, anche con il Veneto. La Regione secondo me si è mossa in modo positivo. Ciò non significa che si possano dimenticare le fallimentari riforme degli anni scorsi, come la riorganizzazione territoriale delle Asl, su cui sembra ci sia la volontà di tornare indietro, e il generale atteggiamento poco presente rispetto al nostro territorio.
Il Governo, limitatamente a questa emergenza, non si è mosso male. Magari all’inizio è partito a rilento e ha preso la situazione un po’ sottogamba, ma come del resto tutti l’avevamo presa sottogamba, anche alla luce delle indicazioni dell’OMS. In fondo siamo stati i primi in Europa a subire l’epidemia, ma anche i paesi che hanno avuto l’occasione di vedere cosa succedeva in Italia non sono riusciti a fare molto meglio, anzi. Forse Conte è la persona giusta in questa fase, rispetto a quelle che potevano essere le alternative.
Al di là dell’emergenza attuale, come giudichi l’operato dell’amministrazione nei primi quattro anni di legislatura?
Non lo possiamo giudicare in maniera negativa. Intanto si è recuperato un rapporto con la cittadinanza che prima si era decisamente perso. E poi il 70% di quanto previsto nel programma è già stato rispettato. Qualcosa è stato fatto meglio e qualcosa peggio, ma in generale i risultati sono buoni. Io personalmente sono qui da un anno e mezzo e vedo le difficoltà che ci sono, in particolare la differenza che ci può essere tra stare all’opposizione e stare al governo, tra dire: “Questa cosa non va bene” e dire “Ok, questa cosa non va bene, troviamo il modo di farla andare bene”. Si viene da una situazione pluridecennale di completo abbandono di un paese, l’esempio più stupido ma lampante è la manutenzione del manto stradale, che da molto tempo non veniva rifatto in modo decoroso, cosa che richiede tempo e soldi. In questi quattro anni è stato fatto molto in questo senso, che significa anche sicurezza per le persone. Si è inoltre messo mano alla macchina comunale, dove è stato fondamentale aver eliminato le funzioni dirigenziali e aver costituito Posizioni organizzative che garantiscono un risparmio e soprattutto possono muoversi in modo più libero nei vari settori.
Inoltre nei tavoli di discussione sull’acqua e sui rifiuti si è cercato di portare un punto di vista diverso, spesso messo in minoranza dalle forze politiche tradizionali, ma che ha fatto di Sansepolcro un punto di riferimento nel vedere in modo alternativo la gestione dei servizi.
La valutazione quindi è positiva: era partita molto più un tromba, adesso il passo è differente, anche perché gran parte del programma è stato completato, restano quei grandi progetti che partiranno non appena si supererà l’emergenza. Questo certo non significa essersi seduti sugli allori.
Quali sono la cosa migliore e la cosa peggiore fatta dall’amministrazione?
La lotta all’evasione fiscale. L’amministrazione è riuscita a non aumentare mai di un centesimo le tasse, benché i costi siano aumentati e ci siano stati investimenti (per esempio, nell’ambito dei rifiuti, i cassonetti per l’organico, le fototrappole, l’aumento dei passaggi per il ritiro dei rifiuti, i lavaggi stradali). Proprio su questo tema, i rincari non sono mai stati fatti gravare sui cittadini grazie al recupero dell’evasione, e questa è una gran bella vittoria. La cosa peggiore è una in cui l’amministrazione non ha colpa, la mancata esposizione del Polittico della Misericordia alla più grande mostra della storia dedicata a Piero della Francesca, quella all’Hermitage di San Pietroburgo, soprattutto per responsabilità di qualche forza di minoranza. In questa cosa negativa, l’amministrazione è riuscita a rimediare nel migliore dei modi con il San Giuliano e il San Ludovico. E in generale è stata ottima le gestione del museo e della Casa di Piero, con un sensibile aumento di visitatori.
Qual è la cosa più importante che l’amministrazione dovrebbe fare prima della fine della legislatura?
È importante far partire i cantieri più grandi, come il secondo ponte sul Tevere ma non solo. Parliamo anche del secondo e ultimo stralcio della Collodi e della riqualificazione della Buonarroti, che insieme all’illuminazione pubblica costituiscono il 30% che manca per completare il programma. Allo stesso tempo appena fuori da questa difficile situazione epidemica sarà necessario che l’amministrazione si adoperi con tutti gli strumenti a disposizione per tutelare il tessuto occupazionale del nostro territorio cercando, anzi favorendo, il confronto con sindacati ed imprese.
Quali sono la più condivisibile e la meno condivisibile tra le proposte fatte dalle minoranze?
Hanno proposto poco, e spesso alcune mozioni sono state presentate solo per opportunità politica o per cercare di dividere la maggioranza facendo leva sulle diverse sensibilità. Guardiamo per esempio il bilancio dove non è mai stato proposto niente, né emendamenti e neppure ordini del giorno, perché è più facile esprimere critiche che proporre proposte alternative. Una mozione condivisibile, approvata, è quella sul reintegro dell’ora di educazione civica a scuola. Altrettanto interessante è stata la proposta di cittadinanza a Liliana Segre, che partiva però dal livello nazionale e non dall’opposizione a livello locale. Ma in generale sono sempre stati bravi a criticare ma non a proporre soluzioni. Tra le altre, la meno condivisibile è la proposta avanzata dalla Lega di videocamere all’interno degli asili e delle Rsa, una proposta che andava veramente a ledere la dignità dei lavoratori e l’abbiamo bocciata con motivazioni che illustrai io stesso al Consiglio.
Quali sono i rapporti con gli altri gruppi di maggioranza?
C’è un confronto, ci sono opinioni e idee politiche differenti, frutto di percorsi individuali passati anche profondamente diversi, ma non sono mai state di ostacolo all’attività amministrativa e io mi sono trovato bene con gli altri gruppi. Possiamo ricordare che fin dalla campagna elettorale ci accusavano di essere un’accozzaglia, ma nel corso degli anni tutti hanno dovuto riconoscere che la nostra diversità è stata in realtà una ricchezza.
Qual è la posizione del vostro gruppo rispetto alle prossime elezioni regionali?
Insieme Possiamo non partecipa o appoggia in forma diretta esperienze politiche su scala regionale, ma resta il fatto che a nostro avviso un diverso punto di vista sulla sanità regionale dovrà essere necessariamente patrimonio dei programmi politici di tutte le forze che concorreranno.
Come vi preparate alle comunali dell’anno prossimo e quale scenario politico ipotizzate che ci sarà?
Non ci concentriamo tanto sulle elezioni ma sul fatto di portare avanti i nostri obiettivi e la nostra visione di città, su cui insisteremo anche nel futuro.
A livello personale, per quelle che erano le tue aspettative prima di dedicarti ad attività politico-istituzionali, come giudichi oggi la tua esperienza?
Un’esperienza del genere ti forma, ti arricchisce, anche quando sei già grandino continua a formare il carattere. Le aspettative erano quelle derivanti dalla stanchezza di vedere le cose che non funzionano e di stare con le mani in mano. E allora vuoi provare a cambiarle. Poi ti accorgi che alcune cose si possono cambiare, è solo una questione di volontà, ma altre non le puoi cambiare, però mi reputo soddisfatto del contributo del nostro gruppo e anche del mio piccolo contributo personale. Non ho l’ambizione di stravolgere il mondo, se sono riuscito a contribuire a far stare meglio qualcuno sono già contento.