Anghiari vive con grande attenzione lo stato di emergenza dovuto al Coronavirus. La vita nel “Paese della Battaglia” è radicalmente cambiata a causa del distanziamento sociale e dei vari provvedimenti adottati per contenere la diffusione del virus. A illustrare il modo in cui viene vissuta l’emergenza è il sindaco Alessandro Polcri, che è tra l’altro presidente dell’Unione Montana dei Comuni della Valtiberina Toscana.
Sindaco, come è cambiato Anghiari in questo momento e come si vive l’attuale emergenza?
“La situazione emergenziale legata al Coronavirus sta cambiando i comportamenti di tutte le persone che vivono questa pandemia, in molte parti del mondo. Fino ad ora fortunatamente ad Anghiari non abbiamo avuto una trasmissione del virus elevata, dato che ci sono due casi positivi collegati a contatti esterni, con una catena epidemiologica ben circoscritta. L’attenzione resta comunque alta nel nostro paese e in tutta la Valtiberina perché sappiamo che è importante rispettare le regole di distanziamento sociale”.
Come sono state accolte dalla cittadinanza le varie misure restrittive?
“Mi sento di dire che gli anghiaresi stanno in generale rispettando le norme restrittive dimostrando molta sensibilità. Le abitudini sono cambiate e c’è sicuramente una certa preoccupazione, però allo stesso tempo c’è senso di responsabilità nell’accettare la situazione attuale con la speranza di uscirne prima possibile. In linea di massima Anghiari sta rispondendo bene”.
Come lavora la macchina amministrativa in questo momento?
“Noi abbiamo come impostazione quella dello smart working come da indicazione del Governo e all’interno della struttura viene naturalmente utilizzato il personale solamente per i servizi indifferibili. Seppur in modo differente rispetto al solito, cerchiamo quindi di rispondere alle esigenze della comunità”.
Quali sono le iniziative adottate per soddisfare i bisogni delle persone, soprattutto di quelle in difficoltà?
“Abbiamo un sistema sociale forte e strutturato che prevede oltre a quanto fatto direttamente dal Comune anche la presenza di assistenti sociali per quelle situazioni più complicate, della Caritas e della Misericordia ed un importante contributo del volontariato. Inoltre anche molti privati come ad esempio i negozi si sono messi in moto per aiutare i più bisognosi effettuando servizi a domicilio in modo da soddisfare le esigenze primarie di tutta la cittadinanza”.
Come si procede con la distribuzione delle mascherine messe a disposizione dalla Regione?
“Le mascherine sono arrivate martedì pomeriggio e le abbiamo suddivise in confezioni da due, inserendo all’interno di ognuna anche le istruzioni per un uso corretto: a livello igenico-sanitario e indicando come e quando devono essere indossate. La distribuzione avviene a domicilio seguendo i numeri civici che ci sono stati forniti dall’anagrafe per far in modo che nessuno ne resti sprovvisto. Questo anche grazie ai volontari che si sono resi disponibili per la consegna”.
Lei è anche Presidente dell’Unione Montana dei Comuni della Valtiberina Toscana. Quali le iniziative principali a sostegno della nostra vallata?
“L’Unione in questo momento di assoluta emergenza è in prima linea per quanto riguarda la Protezione Civile grazie al Centro Operativo Intercomunale che interviene in una logica di sussidiarietà dove ci sono evidenti difficoltà nei singoli Comuni per far fronte alle esigenze”.
Quando pensa che si possa passare a quella che gli esperti hanno denominato “fase due”?
“I dati si stanno stabilizzando e il numero dei positivi fortunatamente cresce in maniera decisamente meno marcata rispetto a prima. Se la tendenza come tutti speriamo si confermerà anche nei prossimi giorni e se i casi diminuiranno in modo progressivo si potrà pensare a una fase di graduale ripartenza, fatta ad intervalli. Credo che il Governo potrebbe riaprire in primis alcuni settori lavorativi strategici oltre a quelli già attivi che sono legati a servizi essenziali. Servirà chiaramente molta attenzione perché una riapertura indiscriminata di tutte le imprese in tempi brevi potrebbe riportarci ad una nuova emergenza e questo va evitato. Servirà tempo, ma usciremo da questa delicata situazione, mentre per la ripartenza economica è necessaria una spinta forte dall’Unione Europea”.