L’ultimo DPCM ha ufficializzato un nuovo stop per il calcio dei dilettanti ed è giunto appena un giorno dopo rispetto all’ordinanza del governatore della Toscana Eugenio Giani, che era stata immediatamente ratificata dal Comitato Regionale Toscano. Una nuova sospensione che si è resa necessaria a causa dell’aumento dei positivi al coronavirus e delle conseguenti criticità con le quali ancora una volta tutti dobbiamo fare i conti, compreso ovviamente il mondo dello sport. I campionati dall’Eccellenza in giù sono stati fermati fino al 24 novembre, con l’auspicio che in questo periodo la situazione possa migliorare e tornare sotto controllo, per permettere una nuova ripartenza.
La decisione non è stata un fulmine a ciel sereno e ha evidenziato dubbi e incertezze già presenti a inizio stagione. L’ipotesi che tutti gli appassionati e gli addetti ai lavori speravano di scongiurare si è verificata e come 7 mesi fa ora ci si chiede cosa ne sarà di questa stagione. Tra le squadre costrette a fermarsi figura la Baldaccio Bruni Anghiari che domenica passata avrebbe dovuto giocare in casa con il Valdarno nel 3° turno del Girone C di Eccellenza Toscana. Sullo stop si è espresso il direttore sportivo biancoverde Alessandro Bruni. “In questo momento la società ha fermato qualsiasi tipo di attività, in attesa di ricevere precise indicazioni sul comportamento da tenere. Fare sport così è davvero molto difficile, data la preoccupazione per la situazione generale e per quello che potrebbe succedere. Il calcio dilettantistico è ripartito in un clima di grande incertezza e oggi siamo arrivati a un nuovo stop. La decisione considerando il periodo che stiamo vivendo è legittima e anzi poteva esser presa prima, senza arrivare al giorno precedente rispetto alla vigilia di una partita di campionato”.
Poche sicurezze e tanti dubbi caratterizzano il futuro, ma per il direttore sportivo della Baldaccio c’è una cosa che non deve assolutamente avvenire. “È stato deciso lo stop fino al 24 novembre e sinceramente non so se sarà possibile ripartire alla data indicata. Dipenderà dall’evoluzione dell’emergenza e ora come ora non ci sono né le condizioni per giocare, né gli strumenti per fare previsioni. A mio avviso va comunque evitata una ripartenza a porte chiuse perché senza pubblico non può esistere il calcio dei dilettanti. I professionisti fanno storia a sé, ma in realtà come la nostra verrebbero a mancare gli incassi, le entrate degli sponsor, la visibilità e l’entusiasmo, fattori che sono alla base di tutto. Se si deve ripartire a porte chiuse per me non ha senso ripartire. Meglio aspettare e ricominciare quando si potrà consentire la presenza del pubblico sugli spalti. È una fase delicata perché questo stop rende ancora più difficile il regolare svolgimento di una stagione che già di per sé era anomala. Serve chiarezza perché le società hanno impegni da rispettare e attività da portare avanti”.