I verdetti relativi all’Eccellenza, il protocollo redatto per la ripartenza, la situazione a livello dilettantistico e il futuro del calcio anghiarese. Questi i temi che abbiamo affrontato con Alessandro Bruni, uno dei dirigenti più apprezzati del nostro territorio e soprattutto un vero e proprio uomo di calcio. Ha legato la sua carriera alla Baldaccio Bruni, prima come calciatore e poi da oltre venticinque anni da direttore sportivo. Un ruolo ricoperto con impegno, passione e professionalità, all’interno di una società seria e capace di conquistare risultati prestigiosi. La Baldaccio è diventata in questi anni una delle realtà più importanti del campionato di Eccellenza Toscana e anche in questa stagione, prima dello stop forzato, stava viaggiando verso la salvezza e la conseguente permanenza nella massima categoria regionale. L’emergenza Coronavirus ha interrotto il campionato e cambierà il futuro dello sport, ma non fermerà il calcio anghiarese, come lo stesso Bruni ha confermato in questa intervista.
Direttore, cominciamo dai verdetti relativi al campionato di Eccellenza 2019-2020. Condivide la scelta che ha portato alla promozione della prima in classifica e alla retrocessione dell’ultima?
“Premetto che noi abbiamo vissuto l’attesa ed i verdetti da spettatori esterni. La Baldaccio Bruni infatti al momento dello stop si trovava in una posizione di classifica piuttosto tranquilla e sapevamo che qualsiasi decisione non ci avrebbe riguardato in modo diretto. Visto quanto accaduto non era semplice procedere in un verso o in un altro e sarebbe stato impossibile accontentare tutti. La situazione che abbiamo vissuto e che stiamo tuttora vivendo ha spiazzato tutti, ma è chiaro che con l’interruzione dei campionati qualcosa doveva essere deciso e che era giusto premiare in qualche modo il merito. Nel complesso quindi condivido la scelta, anche perché è arrivata a livello nazionale ed è quindi la stessa per tutti i gironi di Eccellenza”.
Cosa pensa del protocollo per la ripresa in sicurezza del calcio dilettantistico?
“Così come ci è stato prospettato è di difficile attuazione per le varie società. Sanificazione degli spogliatoi, presenza di un medico ad ogni allenamento, controlli di vario genere, distanziamento e assenza di pubblico sugli spalti rendono molto complicato qualsiasi discorso. Dobbiamo sperare che la situazione dei contagi in Italia migliori in modo ancora più netto e che con un livello di guardia più basso si renda meno stringente il protocollo. Altrimenti sarà dura per tutti pensare di tornare in campo”.
Ancora presto per ipotizzare la data di inizio della prossima stagione?
“A mio avviso sì. La data di inizio è collegata alla diffusione del virus e all’attuazione del protocollo. Sarebbe meglio prendere più tempo possibile per capire come si evolverà la situazione e per permettere alle società di organizzarsi al meglio. Già ripartire non sarà semplice per tanti motivi. Se poi a questo si aggiunge anche un protocollo così rigido sarà tutto ancora più complicato. Capisco l’esigenza di chiudere la stagione 2020-2021 entro una certa data, ma iniziare troppo presto potrebbe avere ripercussioni”.
Un altro tema caldo dato il maggior numero di squadre che parteciperanno al campionato di Eccellenza Toscana è la composizione dei gironi. Le ipotesi al momento sembrerebbero due: 2 gironi da 18 squadre con 4 turni infrasettimanali o 3 gironi da 12 squadre. Quale la soluzione migliore?
“Un altro quesito a cui non è facile rispondere. Un girone da 12 squadre potrebbe risultare un po’ mozzato se mi passate il termine, ma allo stesso tempo permetterebbe di cominciare più tardi, di organizzarci nella maniera migliore e di concludere nei tempi previsti la prossima stagione. Anche perché con 18 squadre e 4 turni infrasettimanali ogni imprevisto, anche piccolo, potrebbe creare problemi ed aggiungere situazioni a rischio non mi sembra la cosa migliore”.
Il Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti ha annunciato un programma di agevolazione e di sostegno per le società di calcio. Pensa sia sufficiente?
“L’aspetto economico è fondamentale ed è positivo che a livello nazionale sia stato stabilito un piano per aiutare le società a proseguire l’attività sportiva. La cosa più semplice che si può fare è diminuire le spese. Mi aspetto ad esempio che i costi di iscrizione vengano abbassati in maniera consistente perché solo con azioni importanti il sostegno può essere efficace. Per ogni società sarà più difficile che in passato trovare sponsor, quindi Federazione e Comitati Regionali devono venirci incontro in modo concreto”.
Come si sta organizzando la Baldaccio Bruni Anghiari per la ripartenza?
“Nel periodo di massima emergenza non abbiamo mai palato di calcio in maniera concreta. Una situazione così grave ha fatto passare tutto in secondo piano. Nelle ultime settimane abbiamo iniziato a programmare il futuro, ma ancora con tutti i punti interrogativi di cui abbiamo parlato anche in questa intervista. Ci siamo confrontati e da parte di tutti noi c’è tanta voglia di Baldaccio. Dovremo capire come e quando, però posso dire che quando il calcio ripartirà ci faremo trovare pronti. Dobbiamo fare il punto per capire quante risorse avremo a disposizione e ci muoveremo in base a questo per allestire la rosa della prima squadra. Parleremo prima con mister Guazzolini per verificare la sua disponibilità, viste le esigenze lavorative con cui deve fare i conti e faremo ovviamente lo stesso anche con i giocatori in rosa. Non è nel nostro stile fare passi più lunghi della gamba o fare proclami, ma è importante ribadire con forza che il calcio ad Anghiari non si fermerà. Per questo voglio ringraziare tutte le persone che hanno sempre dato l’anima per questi colori e che con tanta passione continueranno a fare lo stesso anche in futuro. Mi auguro semmai che il paese si stringa ancora di più attorno alla società”.
In che senso?
“La Baldaccio è una società gloriosa che vanta una tradizione ultracentenaria e che nel corso degli anni ha portato in alto il nome di Anghiari. In questo periodo di difficoltà generale sarebbe un segnale importante vedere che tutto il paese ha veramente a cuore le sorti della nostra realtà calcistica. I colori biancoverdi ci rappresentano come settore giovanile e come prima squadra e spero che Anghiari faccia sentire una volta di più il suo amore per questa maglia. Sarebbe davvero un bel modo per cominciare una nuova avventura”.