Alberto Santucci: “Badia Tedalda zona arancione fino al 26 aprile”

La proroga stabilita assieme al Prefetto. Il sindaco chiede tamponi periodici alle Rsa

“Continuiamo a mantenere alta l’attenzione, ma abbiamo bisogno di tamponi periodici per tutti pazienti delle Rsa. Se non c’è disponibilità, ce li pagheremo da soli.” Intervenuto nel corso della puntata di ieri della trasmissione radiofonica TeverePost su Errevutì, il sindaco di Badia Tedalda Alberto Santucci ha fatto il punto sulla situazione coronavirus nei comuni montani della Valtiberina.

Santucci, che si è fatto portavoce del suo comune e di quello di Sestino assieme al quale prosegue la collaborazione nella gestione dell’emergenza, si è innanzitutto soffermato su un serie di incomprensioni che riguardano la comunicazione dei dati giornalieri: “Il processo è un po’ farraginoso. I dati sui cittadini positivi che arrivano dalla Asl spesso non comprendono risultati che invece mi vengono forniti di persona dai diretti interessati. Tra Badia e Sestino ci sono dai 4 ai 6 nuovi casi, dunque dai 47 casi globali dei due comuni si passa ai 51-53. I casi riguardano sempre le famiglie di casi già noti.”

Santucci annuncia inoltre la decisione presa assieme al Prefetto di prorogare lo status di zona arancione fino al 26 aprile: “La situazione impone un inevitabile prolungamento di queste misure restrittive. L’attenzione nei due comuni è sempre alta e massima, l’invito che rivolgiamo ai nostri concittadini è di sopportare questa ‘clausura’ e cercare di fare il possibile per il bene dei nostri cari. In attesa del vaccino, dobbiamo insistere con il distanziamento sociale.”

In chiusura, il primo cittadino ha infine parlato degli scenari futuri e delle azioni di prevenzione da intraprendere per evitare nuovi contagi, soprattutto tra gli anziani: “Tutte le attività umane andranno ripensate, ristudiate, non solo a livello di spazi fisici ma anche di comportamenti ed abitudini che cambieranno radicalmente. Per favorire questi processi, è fondamentale evitare nuove ondate di contagio, soprattutto nelle Rsa. Per questo ritengo vitale eseguire periodicamente nuovi tamponi tra pazienti ed operatori. Almeno una volta ogni tre settimane. I tamponi devono essere ripetuti più volte e se non ci fosse modo con i metodi normali non escludo la possibilità di pagarceli da soli attraverso i fondi da noi raccolti.”

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