Cresciuto a Sansepolcro, dove è nato nel 1977, da qualche anno Alan Rossi vive a San Giustino e insegna alla scuola primaria di Pistrino. Dopo aver conseguito la laurea in Conservazione dei Beni Culturali, Alan ha cominciato la sua carriera di docente, ed è proprio in quel periodo che ha cominciato ad appassionarsi alla scrittura. “Mentre già insegnavo, mi sono laureato anche in Filologia Moderna. La letteratura, nello specifico quella per l’infanzia, è un tema che mi è sempre interessato molto; quindi, ho approfondito l’argomento in ambito accademico. Siccome il tipo di ricerca che stavo conducendo aveva incontrato anche l’interesse dei docenti, mi è presa voglia di vedere se sarebbe stato possibile ricavarne un saggio. All’epoca ero completamente a digiuno di quelle che sono le dinamiche editoriali, anche perché stiamo parlando di un genere di nicchia. Nonostante lo scetticismo, ho comunque deciso di partecipare a dei concorsi letterari con due saggi inediti e ho ottenuto ottimi risultati, fra cui il primo posto a La Ginestra di Firenze. Il premio era proprio la pubblicazione. Mi ha fatto molto piacere, perché nel panorama italiano non è molto facile farsi vedere”.
Negli anni, Rossi è riuscito a collezionare numerosi riconoscimenti nell’ambito della saggistica. “Uno dei successi che mi ha dato più soddisfazione non è una vittoria, ma un secondo posto” racconta Alan. “Si trattava di un concorso chiamato Speciale Infanzia, e la premiazione è stata fatta da Dacia Maraini. Poter parlare con lei e sentirla più volte fare riferimento al mio saggio è stata una grande emozione. In generale sono rimasto piacevolmente stupito dall’attenzione che ho ricevuto durante tutti i concorsi a cui ho partecipato e dalle critiche positive di chi ha avuto modo di leggere i miei scritti. Il mio lavoro è nato in ambito accademico, ma a me interessava che potesse raggiungere un po’ tutti ed essere comprensibile”.
L’ultima fatica di Rossi, Storia della fiaba, genere pedagogico, si è recentemente aggiudicato la vittoria del Premio Letterario Internazionale Città di Sarzana. “Il libro è composto da due parti”, spiega lo scrittore. “Una generale, dove si affronta la storia della narrazione. Un excursus della fiaba come genere letterario, affiancato dalle riflessioni fatta da vari studiosi. Negli ultimi anni si è capita la valenza filosofica della letteratura per l’infanzia, ma si tende ancora a non darle il risalto che merita dal punto di vista prettamente letterario.” La seconda parte, quella monografica, mette invece sotto la lente d’ingrandimento una storia ambientata proprio in Valtiberina. “Mi soffermo sulla figura di Roberto Piumini, che è uno dei più grandi autori italiani di sempre. Parlo di lui come personaggio e come scrittore, per poi soffermarmi in particolare su una delle sue fiabe: Le tre pentole di Anghiari. L’ho scelta per due motivi: perché parla della nostra vallata e per le sue particolarità. L’analisi che faccio di questo racconto si pone l’obbiettivo di capire se è davvero ascrivibile al genere fiaba e lo faccio attraverso una dissertazione e una serie di tabelle che si rifanno alle principali teorie sull’argomento. Possiamo dire che il filo conduttore di tutto lo scritto è il potere della parola. Questo studio l’ho sottoposto anche allo stesso Piumini, che mi ha fatto l’onore di scrivere la prefazione del saggio”.
“La letteratura per l’infanzia è un atto generoso”, afferma Alan quando gli viene chiesto perché abbia deciso di approfondire proprio questo filone narrativo. “Noi adulti ci limitiamo a leggere un libro, mentre per i bambini si tratta di un momento sociale. C’è la biblioteca che glielo consiglia, la maestra che ti aiuta, i genitori che ti leggono la storia a letto, c’è la conoscenza delle parole. Soprattutto, il bambino nella fiaba può sperimentare in un ambiente protetto tutte le difficoltà che si troverà davanti nella vita. È sì un viaggio interno, ma anche una sorta di metanarrazione”.
Per quanto riguarda il futuro, Rossi si è preso un periodo di pausa dalla scrittura, senza però rinunciare a fare progetti su quelli che saranno i suoi prossimi lavori: “Ho iniziato a raccogliere materiale per un altro paio di saggi e mi piacerebbe pubblicare anche qualcosa rivolto direttamente ai bambini. Al momento però non mi ci sto dedicando tantissimo, perché mia figlia è piccola e di tempo me ne assorbe tanto. Scrivere di saggistica è molto impegnativo, ma quando ne avrò la possibilità tornerò a scrivere, probabilmente qualche racconto”.