«Là dove si arresta il potere delle parole, comincia la musica» sembra aver detto il compositore tedesco Richard Wagner circa quattro secoli fa, quando non era ancora immaginabile il fatto di poter ascoltare suoni registrati, ognuno nella propria abitazione, anzi: la loro diffusione veniva principalmente affidata ai concerti dal vivo, fossero essi per le strade, nei teatri o nelle sale decorate di ricchi signori.
Proprio il contrario di quello che oggi, durante la pandemia del Covid, sta accadendo in Italia e, si può dire, nel mondo. Ognuno chiuso in casa, ognuno nell’isolamento delle proprie stanze, ognuno costretto a rivedere il suo spazio domiciliare alla luce di una più o meno obbligata convivenza all’interno delle mura domestiche; la musica si fa compagna imprescindibile per alcuni e lieto sottofondo per altri, ma a nessuno, salvo chi ha la fortuna di avere un musicista come familiare, ne è concessa una fruizione tanto diretta. Si è fermata la musica dal vivo, ma fortunatamente la tecnologia ci permette di godere ancora e senza limiti di tempo o di spazio di quello che Shakespeare definì “nutrimento d’amore”, tanto impalpabile quanto necessario cibo per l’anima dai tempi più antichi: come Orfeo che con la sua lira ammansiva le bestie o come quelle monodie gregoriane che scandivano le liturgie.
Al giorno d’oggi molti artisti famosi hanno infatti incrementato l’utilizzo delle piattaforme informatiche e delle reti telecomunicative, sfruttando risorse come le dirette Instagram o Facebook per stare vicini ai propri fan. Allietando giornate o serate che per alcuni potrebbero rappresentare fonte di eccessivo grigiore e regalando al contrario momenti di spensieratezza con piccoli concerti domestici. Numerose anche le iniziative per alimentare la vicinanza sociale e permetterci di non dimenticare quegli incontri, quelle serate, quelle occasioni ricreative che a volte ci sembrano lontane, tanta è la mancanza che ne avvertiamo; e non solo a livello nazionale o mondiale, ma locale: nel nostro spazio valtiberino.
Eppure, non è difficile ricordare a quante proibizioni alcune manifestazioni musicali e culturali siano dovute andare incontro, a quante polemiche talvolta piuttosto sterili! Così come è purtroppo facile ripensare alla mancanza di pubblico durante certi eventi a cui è stata, forse troppo spesso, preferita una serata al (seppur piacevole e oggi, anzi, per alcuni indispensabile) grido e richiamo di “Netflix e copertina”. Nessuno dei locali, luoghi o associazioni che proponevano con più o meno frequenza la musica dal vivo è purtroppo stato risparmiato dall’arrivo di questa tanto improvvisa quanto inattesa piaga; e ognuno sta affrontando questa pausa senza precedenti in modo diverso: chi approfitta del silenzio per riflettere su eventuali scelte future, chi per capire come migliorarsi, chi per rallegrare la cerchia più o meno ampia dei suoi sostenitori e chi tutte queste e altre cose insieme.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere e scambiato opinioni con alcuni organizzatori di musica live in terra valtiberina, che vi proporremo nelle prossime settimane come strofe dilatate di una stessa canzone, nella speranza di poter riprendere quanto prima ad aumentare i battiti e tornare all’allegro, vivace, presto dal vivo. Proprio come in questo video, girato in un tempo non troppo lontano.
(video di Ilaria Pernici)