Come noto, sono tanti gli eventi che continuano a saltare a causa delle restrizioni legate all’emergenza Covid. Non fanno eccezione manifestazioni popolari, sagre e feste di paese, anche nel nostro territorio. A Pieve si cerca però di andare in controtendenza con un’iniziativa che raggiungerà il suo clou dal 5 al 15 agosto, quando piazza Santo Stefano ospiterà undici serate consecutive di eventi. Si tratta della settima edizione di “Pieve Village”, manifestazione che dal 2014 trasforma il paese in un villaggio turistico di quelli che abitualmente si trovano nelle località di mare. E a fare da animatori sono la Pro loco di Pieve, l’associazione Disperata Gang e l’amministrazione comunale, che quest’anno hanno dovuto fare i conti con rigidi protocolli: “Abbiamo realizzato un piano della sicurezza davvero molto molto accurato”, spiegano all’unisono il presidente della Pro loco Luigi Locci e l’assessore alla cultura e alla promozione del territorio Luca Gradi, che abbiamo incontrato ieri sera. Un modo per esorcizzare i rischi di una “crisi del settimo anno”, che con il Covid poteva mandare all’aria la manifestazione.
“Pieve Village” invece ci sarà, e come in un vero villaggio turistico ospiterà appuntamenti non solo serali. A partire dal classico “risveglio muscolare” mattutino: dal giovedì al sabato alle 8 ai giardini del Pontenuovo si potrà quindi partecipare a lezioni di ginnastica “dolce” guidata da un istruttore. Altro appuntamento tipico è quello con la baby dance: “Non puoi non farla”, dice l’assessore , “la baby dance serve a portare fuori le famiglie, perché il bambino ci vuole andare e a quel punto la famiglia resta anche per il dopo”. Un dopo che sarà fatto di appuntamenti musicali e del sentito torneo dei giochi da bar tra i rioni, limitato non solo ai classici briscola, tressette, freccette e calciobalilla, ma implementato con un gioco dell’Oca alla pievana e altri momenti ludici particolari.
Le serate conclusive, quelle del 14 e 15 agosto, saranno dedicate ad un’eccellenza del territorio, il tortello: “L’antica festa del Ferragosto pievano fino ai primi anni ottanta era un grandissimo evento con un cenone in piazza e il ballo popolare”, ci racconta Gradi. “In questi anni abbiamo provato a rilanciarla, purtroppo quest’anno il ballo non si potrà fare, ma punteremo sull’aspetto culinario, e quindi grazie alla Pro loco faremo una cena per due sere di fila dedicata in particolare al tortello, ma non solo”. Tutto seguendo rigorosamente le norme anti-Covid: “Posto prenotato, cibo già sporzionato, distanze”, spiega l’assessore, “oppure anche asporto per ritirare la cena e portarla a casa”. Con l’augurio di una bella partecipazione per centrare un doppio risultato: “Uno è quello di non diventare un paese-dormitorio, cosa che il Covid purtroppo favorirebbe; e l’altro è quello di garantire un incasso per le attività della Pro loco, che quest’anno ha dovuto rinunciare a quasi tutte le fonti di introito, come per esempio la partecipazione, nei tre anni passati, alle Fiere di Mezzaquaresima a Sansepolcro”.
Tra le altre attività curate dalla Pro loco e legate a Pieve Village ci sono anche esperienze di natura sportivo-naturalistica, cioè le tre camminate in programma il 26 luglio e il 2 e 9 agosto, che interesseranno anche alcuni dei percorsi individuati nell’ambito di un importante lavoro di valorizzazione della sentieristica locale. “Ad ogni inizio di mandato”, dice il presidente Locci, “dichiariamo quelli che sono i nostri obiettivi, verso cui destiniamo i proventi delle nostre attività. In questo triennio il progetto è quello di investire sulla sentieristica, sulla segnaletica, sul far conoscere non solo il Cammino di San Francesco ma anche i tanti altri sentieri del territorio. Anche nell’ottica di trovare il sistema, insieme ad altre opportunità come ad esempio il Museo del Diario, le Robbiane, la gastronomia locale, di trattenere un giorno o due in più il pellegrino che transita a Pieve. Puntando a quel turismo periferico fatto di momenti esperienziali che la gente apprezza sempre di più”.
Ma le attività in programma a Pieve non sono solo queste: dal cinema all’aperto alla presentazione di libri, fino a due performance teatrali in programma a fine agosto. “Fare tutte queste cose in un clima socialmente turbolento e dove non c’è coesione non sarebbe facile”, commenta Locci, “invece dico con orgoglio che a Pieve nonostante tante difficoltà tipiche dei posti piccoli ormai si è costituito uno zoccolo duro di persone che si dà da fare, e la gratificazione di aver fatto qualcosa che fa stare bene la gente è il nostro stipendio”.
Dopo un riferimento al fatto che in questi giorni sono arrivati a Pieve più turisti del solito, e che nonostante il Covid il Museo del Diario sta registrando gli stessi incassi dell’anno scorso, Gradi dice un’ultima parola anche sulla festa dell’8 settembre: “Sicuramente qualcosa ci sarà. Per quanto riguarda il calcio in costume vedremo cosa decideranno i rioni, ma non trattandosi di un evento primariamente sportivo, se dovesse essere solo una partita di calcio avrebbe poco senso, e quindi l’impressione è quella di non poterlo fare. Mentre i rioni sono fermamente convinti di fare le illuminazioni, magari semplificate, per rispettare la tradizione”.