L’assemblea dell’Autorità idrica toscana ha approvato nella giornata di ieri le tariffe attraverso le quali l’Ente Acque Umbro-Toscane (EAUT), gestore tra l’altro dell’invaso di Montedoglio, vende l’acqua grezza a Nuove Acque. Il comune di Sansepolcro, attraverso l’assessore ai beni comuni Gabriele Marconcini, ha assunto una posizione molto critica ed espresso voto contrario, chiedendo che venga interessato il Consiglio regionale: “La Regione, in quanto ente legislatore, potrebbe correggere molte delle cause che generano certi paradossi”, ha infatti detto l’assessore, che ha spiegato che “i Comuni sono chiamati ad approvare le tariffe del servizio idrico in modo tale da ripianare i conti dell’EAUT. Già questo è assurdo – ha commentato Marconcini – come è assurdo che a stabilire le tariffe, che poi ricadono inevitabilmente su quelle di Nuove Acque, siano i soci pubblici, rappresentanti degli stessi cittadini che dovranno in ultimo sostenere di tasca propria certi rincari”.
“In Toscana nei prossimi anni la gestione del servizio idrico tornerà ad essere interamente pubblica – ha ricordato Marconcini – Per vedere concretizzarsi questo indirizzo dobbiamo però aspettare la fine delle attuali concessioni: nel nostro caso dobbiamo attendere il 2027 e pertanto, fino a quel momento, dovremo ancora avere a che fare con un modello di gestione caratterizzato da assurdi paradossi”, ha ribadito.
“È sconcertante – ha detto ancora l’assessore – il fatto che le tariffe dell’acqua grezza vengano fissate in maniera tale che i ricavi facciano tornare un Piano economico-finanziario, quello dell’EAUT, dove nel totale dei costi di esercizio, 1.732.849 euro, ben 605.442 euro all’anno sono destinati al personale: c’è veramente bisogno di investire certe cifre sul personale? Di cosa si occupa? Che benefici tornano alla popolazione? In Valtiberina di queste uscite non torna praticamente nulla e gli unici interventi veramente necessari non sono ancora stati realizzati, come ad esempio il potenziamento del sistema di pompaggio dell’acqua che potrebbe migliorare l’attingimento alla risorsa per usi irrigui”.
“Alcuni comuni valtiberini – ha aggiunto Marconcini – pur vivendo il rischio e il disagio di avere un lago artificiale immediatamente a monte, non possano trarre da questa condizione alcun tipo di beneficio. Nel caso dei rifiuti, ai comuni situati in prossimità degli impianti sono riconosciute importanti agevolazioni, come ad esempio l’indennità di disagio ambientale. Perché noi che forniamo la risorsa idrica ad altri territori dobbiamo trarne soltanto svantaggi?”