La Coldiretti di Arezzo ha diffuso una nota in cui definisce “provvedimento storico” l’approvazione, da parte della Giunta regionale toscana, di una delibera che consente agli agricoltori in possesso di licenza di caccia di intervenire direttamente sul proprio fondo, sotto il coordinamento della Polizia provinciale.
Per il biturgense Marco Masala, presidente dell’Ambito territoriale di caccia 2 Valtiberina, si tratta della “chiave di volta per il mondo agricolo, che aspetta da decenni un segno tangibile dalle istituzioni rispetto al controllo degli ungulati. Diamo atto al presidente Giani di aver dato corso agli impegni assunti in campagna elettorale”, aggiunge Masala.
“Il provvedimento va nella giusta direzione – conferma il direttore di Coldiretti Raffaello Betti – perché le aziende sono veramente arrivate al collasso e si vedono costrette a lasciare i terreni incolti, stravolgendo l’assetto produttivo delle zone, con il rischio che venga meno la presenza degli agricoltori, soprattutto nelle zone interne, e con essa quella costante opera di manutenzione che garantisce la tutela dal dissesto idrogeologico”.
Secondo Coldiretti “ogni 100 ettari di territorio si registra la presenza di almeno 20 cinghiali, mentre il Piano faunistico regionale ne prevede da 0,5 ad un massimo di cinque capi. Si conta un ungulato per ogni pecora negli allevamenti, quattro per ogni maiale e sei per ciascun bovino. Serve solo un’azione decisa da parte di tutti gli organi preposti al controllo perché la norma di traduca in successo”, sostiene l’associazione, per la quale “l’eccessiva presenza di fauna selvatica rappresenta un rischio per l’agroalimentare anche della provincia di Arezzo, visto che proprio nei piccoli comuni sotto i cinquemila abitanti si concentra il 92% delle produzioni tipiche”.
Foto di Fabio Di Lupo (CC BY-ND 2.0).