“A Monterchi leggerezze, è mancato il coordinamento da parte dell’amministrazione comunale”

Minozzi: “Ci attende la sfida di un cambiamento non solo economico e lavorativo”. Sul futuro del turismo: “Voglio essere ottimista, la Valtiberina ha le carte in regola per rispondere alle nuove esigenze”

Lorenzo Minozzi

Lorenzo Minozzi è stata candidato a sindaco nelle scorse elezioni ed è attualmente uno dei tre consiglieri comunali del gruppo “Viva Monterchi Viva” insieme a Gloria Pettinati e Massimo Bruschi. Siede inoltre nel consiglio dell’Unione dei comuni. Nell’intervista rilasciata a TeverePost muove delle critiche alla gestione dell’emergenza da parte dell’amministrazione comunale e affronta ad ampio spettro lo scenario presente e le prospettive future.

Com’è cambiata l’attività amministrativa? Come operano i consiglieri comunali?

Al momento l’attività del consiglio comunale è di fatto sospesa. La Giunta lavora in web conference e speriamo di poter svolgere presto con le stesse modalità il consiglio. Questo è il periodo in cui si approva il bilancio di previsione e il tema a Monterchi è molto delicato. Le casse del Comune erano in difficoltà già prima della pandemia, la situazione va seguita con attenzione.

Quali sono i principali problemi che si stanno vivendo a Monterchi?

Monterchi ad oggi è l’unico comune della Valtiberina senza casi di positività conosciuti e ci auguriamo di poter continuare così. Gli esercizi commerciali garantiscono il rifornimento di cibo senza file e nella massima sicurezza, le pizzerie a domicilio, i servizi essenziali come farmacia e banche sono garantiti. Inoltre abbiamo le associazioni di volontariato che da sempre aiutano le persone a non restare indietro. Voglio ringraziare volontari e commercianti, sono stati fondamentali.

Qual è lo stato d’animo della gente?

Adeguarsi improvvisamente alle restrizioni e rivedere le proprie abitudini non è facile. Abbiamo imparato rapidamente a convivere con la situazione ma la preoccupazione per il futuro che ci attende è tanta. Anche a Monterchi ci sono lavoratori in cassa integrazione, autonomi che non stanno lavorando, attività chiuse, precari con ancora più incertezze. Io sono tra questi e devo ammettere che c’è una certa inquietudine.

Come giudichi l’operato dell’amministrazione comunale durante questa emergenza?

L’amministrazione all’inizio mi è sembrata poco presente e attiva rispetto ad altre amministrazioni del territorio, soprattutto nell’aiutare i cittadini a capire il contenuto dei decreti del Governo e nel farli sentire meno soli. Io e il gruppo di Viva Monterchi Viva ci siamo resi disponibili a collaborare nelle scelte, come avvenuto in altri comuni, ma la nostra disponibilità in realtà non è stata presa molto in considerazione, è prevalsa ancora la logica di parte. Di questo sono un po’ dispiaciuto perché avremmo potuto contribuire a gestire meglio alcune situazioni o iniziative legate all’emergenza, come la distribuzione delle mascherine o i buoni spesa del Governo. Sono state commesse delle leggerezze, è mancato il coordinamento dell’Amministrazione. Lo dico senza volontà di fare polemica, è una semplice constatazione sulla quale tornerò anche in sede di consiglio.

Come valuti le scelte del Governo e della Giunta regionale?

Il Governo è intervenuto in una situazione difficile con misure concrete a sostegno delle aziende e dei lavoratori. Non si è limitato a chiudere tutto, ha rafforzato il sistema sanitario e stanziato risorse per gli italiani in difficoltà. Anche la Regione è intervenuta tempestivamente non solo nella prevenzione ma anche a sostegno del sistema sanitario e dei territori mettendo a disposizione risorse importanti. Molte misure che spesso passano in secondo piano sono comunque indice di una politica vicina ai cittadini, come il rimborso per gli abbonamenti al TPL non utilizzati da studenti e lavoratori. In questa prima fase sono mancate le istituzioni europee, che avrebbero dovuto agire anche nella prevenzione dell’epidemia.

Cosa deve essere ancora fatto a tutti i livelli istituzionali?

Il sistema economico ha dimostrato la sua fragilità e non si può tornare a spingere sull’acceleratore facendo finta di niente. Occorre ripensare il nostro modello di sviluppo mettendo al centro dell’agenda politica, a tutti i livelli, la questione della sostenibilità ecologica. Nel nostro territorio sarà strategico ridare forza all’Unione dei Comuni. È il momento di condividere e includere, non di chiudersi dentro i confini comunali altrimenti le piccole realtà vivranno momenti ancora più difficili.

Come pensi che inciderà l’attuale situazione sulle prossime elezioni regionali?

Sono convinto che sia Giani che la Ceccardi dovranno rivedere molte cose dei programmi che avevano in mente. Finora ogni elezione ha sempre presentato uno stesso schema: da una parte la continuità con il proprio operato, dall’altra la sistematica promessa di cancellare tutto. Ci attendono scenari mai visti, i cittadini si aspettano programmi che siano una vera e propria visione del futuro, non solo un elenco di cose fatte o da fare. Una sfida che rende le prossime elezioni ancora più importanti.

Cosa ci dobbiamo attendere nelle prossime settimane?

Nelle prossime settimane se le condizioni lo consentono assisteremo a una graduale riapertura ma tornare a fare quello che facevamo prima non è pensabile, la pandemia lascerà segni profondi. All’improvviso ci siamo ritrovati a dover fare la storia, serve una svolta. La sfida che ci attende è proprio questa: dobbiamo evolvere, avviare un cambiamento che non riguardi solo l’economia o il modo di lavorare ma anche i valori di ognuno di noi.

Quali sono le prospettive per l’economia del territorio, per esempio riguardo all’impatto del coronavirus sul turismo?

Il turismo purtroppo risentirà della pandemia per più tempo e in modo più pesante, sarà una delle ultime cose a riprendere. Anche sul turismo sono necessari dei ripensamenti. Prima di tornare a fare certi numeri in termini di presenze passerà del tempo, il fenomeno è globale e sarà difficile spostarsi come prima ma voglio essere ottimista: mi aspetto un incremento del turismo outdoor, la gente preferirà viaggiare in autonomia, stare all’aperto e comunque frequentare posti con determinate garanzie di sicurezza, senza affollamenti. La Valtiberina ha le carte in regola per rispondere a queste esigenze. Musei sparsi per il territorio, riserve naturali ancora poco conosciute, agriturismi. Se sapremo fare sistema a livello di comprensorio e indirizzare bene le risorse il futuro per il nostro territorio sarà meno preoccupante.

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