Il 30 giugno, data ultima per l’approvazione dei consuntivi, ha visto la chiusura del bilancio 2019 da parte di numerosi enti locali del territorio. Tra questi il Comune di Monterchi, il cui Consiglio si è riunito alle ore 21 a Palazzo Massi. Il lavoro di ragioneria partiva da una situazione particolarmente delicata, legata ai rilievi della Corte dei Conti resi noti nell’agosto scorso, sulla base dei quali il Comune si trovava ad avere 246.000 euro di “disavanzo tecnico”. Una somma, cioè, erroneamente contabilizzata durante la scorsa legislatura in conto capitale, ma utilizzata in parte corrente. L’intervento della Corte ha determinato, oltre a un’importante serie di sanzioni, l’obbligo per il Comune ad effettuare il procedimento inverso, cioè recuperare in parte corrente i 246.000 euro per utilizzarli in conto capitale. A questo scopo il Consiglio comunale aveva approvato a settembre un’ipotesi di rientro scaglionata in cinque anni, con un recupero di 40.000 euro per ciascuno dei primi tre anni e 63.000 per ognuno degli ultimi due.
Il sindaco Alfredo Romanelli, che dopo i rilievi della Corte ha assunto personalmente la posizione organizzativa della ragioneria, ha parlato di “un lavoro impegnativo” che ha portato ad “un avanzo di amministrazione di 626.990 euro”. Tra somme accantonate e vincolate, però, “la parte disponibile è negativa per 166.000 euro”. Per Romanelli “siamo riusciti a recuperare più di quanto avevamo previsto, anche con riaccertamento dei residui e operazioni straordinarie attraverso l’Unione dei Comuni [oggetto di un’interrogazione di cui parleremo più avanti nell’articolo, NdR], e possiamo quindi utilizzare per investimenti o manutenzioni straordinarie 73.000 euro. Tutto questo”, ha aggiunto il sindaco, “senza effettuare tagli di nessun genere ai servizi che normalmente diamo ai cittadini, come scuola, sociale e manutenzioni. Vista la situazione di partenza possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti per aver ottenuto questo importante risultato”, ha detto ancora Romanelli prima di ricordare una serie di investimenti realizzati grazie a dei finanziamenti ottenuti.
Il capogruppo di ‘Viva Monterchi Viva’ Massimo Bruschi ha detto che i consiglieri di minoranza sono “molto preoccupati per il risultato negativo di 166.000 euro” e perché “non sembra esserci la consapevolezza della gravità della situazione. Il sindaco”, ha spiegato Bruschi, “non ci dice come questo disavanzo verrà ripianato, domanda che pone anche il Tuel all’articolo 188, che richiede un piano di copertura del disavanzo che indichi quali sono le fonti, e su cui il Consiglio comunale deve essere aggiornato ogni sei mesi. Sul piano politico”, ha aggiunto Bruschi, “ci è stato detto che la responsabilità del disavanzo è tutta in carico all’ex responsabile del servizio. Noi pensiamo ci sia corresponsabilità a livello politico, ma se l’amministrazione ritiene diversamente, allora è obbligatorio che si proceda nelle sedi opportune per fare in modo che la copertura assicurativa che ha per legge chi ricopre quell’incarico venga in aiuto a ripianare questo disavanzo”. Ancora, il capogruppo di minoranza ha posto l’accento sullo sforamento, per oltre il doppio rispetto alla soglia, del criterio della ‘sostenibilità del disavanzo effettivamente a carico dell’esercizio’, indicato dal Ministero dell’Interno tra gli otto parametri di deficitarietà da rispettare.
Romanelli ha risposto osservando che in questo caso si tratta di “un disavanzo tecnico e non effettivo come quello di cui parla il Tuel” ed ha aggiunto che il piano di rientro esiste riguardo alle somme e che “nel bilancio previsionale diremo come reperirle”. In tema di responsabilità, il sindaco ha detto che “la Corte dei Conti ha sanzionato il Comune tramite la sezione di controllo, poi c’è la sezione giurisdizionale che ha tutti gli strumenti e se vuole può agire. C’è anche la strada di una causa civile, ma tra venti anni ci ritroveremmo qui a capire chi ha torto e chi ha ragione”. Per quanto riguarda la questione della sostenibilità del disavanzo, Romanelli ha invece replicato sottolineando che “avere un solo parametro deficitario su otto è un successo”. Il bilancio è stato infine approvato a maggioranza, con l’opposizione che ha parlato di “voto assolutamente e convintamente contrario”.
Nella prima parte della seduta, invece, era stata affrontata anche una serie di interrogazioni presentate dalla minoranza. In una di queste, il consigliere Lorenzo Minozzi ha chiesto chiarimenti su operazioni che hanno coinvolto Comune e Unione montana: nello specifico, la cancellazione della quota sociale 2019 da versare all’ente comprensoriale e lo stanziamento da parte di questo di un contributo al Comune di 30.000 euro, motivato da “difficoltà tecnico-operative” e “difficoltà riscontrate a livello di tessuto sociale”. Il sindaco Romanelli ha spiegato che “è stata una richiesta che io ho fatto, come hanno fatto nel passato tanti altri Comuni a cui è stata abbonata la quota del sociale: per esempio a Sestino per tre anni e mezzo non l’hanno pagata, e il Comune di Badia viene finanziato per il sociale oltre la misura. Il Comune di Monterchi”, ha detto ancora Romanelli, “è un contribuente attivo nella partita del sociale: da quindici anni paghiamo una cifra e la quota che l’Unione dei Comuni dà ai nostri cittadini è infinitamente inferiore a quello che diamo noi. E non c’è mai stato un riequilibrio, che abbiamo sempre chiesto”.
Un’altra delle interpellanze dell’opposizione ha riguardato invece l’inchiesta Coingas. ‘Viva Monterchi Viva’ ha chiesto lumi sul fatto che nel 2016, nell’assemblea della società partecipata, solo cinque comuni, tra cui Monterchi e Anghiari, avevano votato a favore del mandato al presidente Staderini ad indicare Francesco Macrì alla presidenza di Estra, a fronte dell’astensione degli altri. Il sindaco Romanelli ha sottolineato che le astensioni degli altri Comuni erano state “non conflittuali”, ribadendo inoltre l’irrilevanza fattuale della posizione di Monterchi che detiene solo lo 0,036% delle quote di Coingas. Ma soprattutto, il primo cittadino ha fortemente contrastato il riferimento al fatto che il voto del Comune potesse essere in qualche misura oggetto dell’indagine in corso, cosa che ha chiesto di rettificare nel testo dell’interrogazione.