L’epidemia di coronavirus a Sansepolcro raccontata attraverso la potenza del linguaggio delle immagini. Ha preso il via oggi l’iniziativa “SegnalEtica”, il progetto promosso dall’Associazione Cultura della Pace per documentare il difficile momento storico che sta vivendo la nostra società e in particolare la comunità biturgense.
Attraverso gli scatti di Riccardo Lorenzi, pubblicati quotidianamente sui social, l’associazione racconterà l’evolversi della pandemia Covid-19 al Borgo con una serie di fotografie a persone e personaggi rappresentativi del territorio negli ambienti svuotati dalle disposizioni del Governo.
Uomini di culto, del mondo culturale, dello sport, studenti, lavoratori, persone appartenenti a etnie, religioni e nazionalità diverse, si sono ritrovati a vivere una situazione di distanziamento sociale, senza parole e senza contatti ma, contemporaneamente, con il desiderio forte di ricominciare, indicando una nuova strada, per ricostruire ciò che è andato distrutto e rinsaldare un tessuto sociale costretto all’isolamento.
Ad illustrarci le varie fasi che hanno portato alla nascita del progetto è stato lo stesso Riccardo Lorenzi: “L’idea ha preso forma nei primi giorni del lockdown durante una riunione in video con i vari membri dell’associazione. L’obiettivo era quello di fornire una testimonianza forte di quella che è stata l’emergenza coronavirus nella nostra città. Le foto sono state realizzate nei mesi di aprile e maggio, durante il periodo più difficile della pandemia. Per fare questa cosa, anche in segno di rispetto, abbiamo chiesto l’autorizzazione all’amministrazione comunale, dopodiché abbiamo effettuato un piccolo screening al fine di individuare un campione di soggetti abbastanza variegato. Avrei voluto fotografare molte più persone, ma i tempi erano ristretti.”
Con circa una ventina di foto pubblicate una alla volta con cadenza giornaliera, l’iniziativa vuole rappresentare una sorta di appuntamento quotidiano che ci accompagnerà fuori da questa emergenza, facendoci ricordare quello che è stato e cercando di diffondere un messaggio di speranza anche attraverso i colori della mascherina, realizzata in collaborazione con la famiglia Inghirami e Raffaella Serafini. “Una segnaletica utile a vivere in modo diverso, più autentico, più solidale, più nonviolento e pacifico.”